Che cos’ha in comune il suono di un motore Ferrari con quello di un pianoforte? E l’arte di creare vetture straordinarie con quella di comporre musica? Molto, secondo Cesare Picco. Il compositore e pianista, celebre anche per i suoi “blind date”, ovvero i concerti in cui improvvisa in un teatro nel quale sia lui che in pubblico sono immersi in un buio assoluto, su invito del direttore del design Ferrari Flavio Manzoni ha incontrato la squadra del Centro Stile nella Sala dei trofei del Museo Ferrari di Maranello in una serata il cui tema centrale era l’improvvisazione.
Alternando chiacchierate informali a brani eseguiti alla tastiera, Picco si è detto onorato dell’invito in Ferrari perché “non c’è differenza tra le arti, che si parli di musica, di design o di pittura, e questo scambio aiuta reciprocamente a migliorare. Quando si progetta una vettura come quelle di Maranello o quando si compone un brano bisogna essere bravi a creare sotto stress. E solo quando ci sono contemporaneamente crescita tecnica e umana si riesce ad andare oltre i propri limiti”.
Un altro paragone che il musicista ha fatto nel corso della serata è stato quello tra la Ferrari e quella che lui ha definito “la macchina pianoforte”. “Come le vetture che ho visto oggi, all’apparenza simili ma in realtà mai uguali, anche ogni pianoforte è diverso dall’altro e riuscire ad ottenere le prestazioni migliori dipende molto dall’abilità del pilota o del musicista. Anche il piano ha dodici note come i 12 cilindri dei vostri motori e questa è un’altra similitudine che mi piace sottolineare”.
Picco ha anche parlato dell’importanza della tradizione: “Le Ferrari sono gioielli di innovazione e tecnologia, ma non dimenticano mai la tradizione da cui provengono. Così come la musica di oggi non esisterebbe senza secoli di storia e di compositori straordinari, da Bach a Beethoven, da Chopin a Listz”.