“Stupiti, perplessi e fortemente preoccupati”. Questa, la reazione di Confesercenti Carpi di fronte alla previsione d’insediamento di una nuova importante superficie commerciale (1.400 mq di area di vendita) nei pressi di via Pola in città. “In primo luogo perché è una questione di metodo. È ben poco se non per niente tollerabile, che trasformazioni così importanti e di rilievo del piano urbanistico carpigiano, siano adottate senza consultare minimamente le associazioni imprenditoriali ed economiche – precisa Raul Gabrieli neo presidente di Confesercenti Terre d’Argine – Di fronte alla pressoché totale e nefasta deregulation introdotta dal governo Monti, che ha di fatto liberalizzato le aperture commerciali fino a 1.500 mq di superficie di vendita, l’adozione degli strumenti urbanistici rimane l’unico momento in cui si può programmare la futura espansione della rete distributiva e commerciale cittadina. Escluderci dalla partecipazione e dal confronto in questa fase, significa escludere definitivamente i rappresentanti delle MPMI carpigiane dal processo di pianificazione del territorio”.
“Ma non è solo il metodo ad essere criticabile; perché nel merito, anche la scelta è ampiamente discutibile – prosegue Gabrieli – Fatichiamo a capire la necessità di realizzare sul territorio nuove strutture di vendita di questo tipo. A maggior ragione se pensiamo alla rete distributiva satura, al crollo vertiginoso dei consumi, alla ridotta possibilità di spesa delle famiglie. Gabrieli fa poi notare che nella medesima zona, grazie alla cessione del terreno da parte del Comune, sarà possibile l’ampliamento fino a 2.500 mq del complesso commerciale di via Magazzeno con conseguente sacrificio di una consistente porzione del parco adiacente. Possibilità di cui un noto marchio intende ovviamente avvalersi. “E’ risaputo che la rete commerciale gestita dalla grande distribuzione sul territorio provinciale ha raggiunto dimensioni insostenibili. Carpi sicuramente non fa eccezione, dato che la sua, molto ampia ed articolata, registra una forte presenza di grande e media distribuzione. Rete, lo ricordiamo, calibrata su capacità di reddito disponibile delle famiglie ed evoluzione dei consumi ben determinate, messe però oggettivamente in discussione negli ultimi anni”.
Il sistema Paese e quindi il nostro territorio, non sono ancora usciti dalla recessione e dall’emergenza occupazionale. Di fronte a questa situazione teniamo a ribadire che la fase di espansione della rete distributiva deve ritenersi esaurita. Le dinamiche che l’hanno determinata, oggi non sono più tali .E’ necessario quindi che il Comune adotti una programmazione tesa a salvaguardare l’esistente. Il territorio deve essere considerato un bene finito e pertanto sarà opportuno favorire la riqualificazione dell’esistente e puntare sull’innovazione. Mentre è altresì necessario quanto indispensabile che nella programmazione della futura espansione urbanistica della città siano direttamente coinvolte anche le associazioni imprenditoriali ed economiche”, conclude Gabrieli.