“Oggi è una giornata storica per la città di Modena, in cui segniamo un senso di marcia verso la famiglia e la comunità plurale, per superare disparità di trattamento dentro un impianto di regole”.
Così il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli è intervenuto nel dibattito che si è svolto giovedì 23 ottobre in Consiglio comunale sul tema del riconoscimento dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero, che ha visto l’intervento di 19 consiglieri e l’approvazione di due mozioni che chiedono all’Amministrazione di Modena di istituire entro l’anno in corso il Registro comunale delle unioni civili, una del Pd (a favore anche M5s, Sel, CambiaModena e Udc, contro Ncd, astenuti FI e Per me Modena) e una di Per Me Modena (a favore anche M5s e Sel, contro FI, Ncd e Udc, astenuti Pd e CambiaModena).
“Obiettivo di una Amministrazione – ha proseguito il sindaco – è rispettare le regole e farlo rispettare, mi sono opposto all’azione al di fuori delle regole, ma voglio si costruisca un percorso passo dopo passo per costruire una comunità più coscienziosa, rispettosa e unita, in cui sia riconosciuto il ruolo della famiglia nelle sue diverse espressioni. I diritti a Modena – ha precisato Muzzarelli – sono comunque già assicurati con l’impianto dei servizi fondato sulla famiglia anagrafica e l’iscrizione al registro, anche se è priva di effetti giuridici, ha un valore politico. Penso sia arrivato il tempo di fare un passo in avanti – ha aggiunto – e come sindaco mi prendo la responsabilità diretta di farlo in tempi rapidissimi, probabilmente presentando la proposta in Giunta già la prossima settimana e, in seguito, organizzando un momento di registrazione delle coppie omosessuali celebrate all’estero e delle unioni di fatto di residenti a Modena”.
19 I CONSIGLIERI INTERVENUTI NEL DIBATTITO
In Consiglio il tema del riconoscimento dei matrimoni omosessuali celebrati all’estero
Sono 19 i consiglieri intervenuti nel dibattito sul riconoscimento dei matrimoni di coppie omosessuali celebrati all’estero che si è svolto nella seduta di giovedì 23 ottobre in Consiglio comunale a Modena.
Per Andrea Galli di Forza Italia “la sinistra è a corto di idee e presenta da anni la stessa cosa: un Registro comunale inutile che non risolve alcun problema. Serve un riconoscimento del Parlamento – ha aggiunto – ma il Governo Renzi non manterrà nemmeno questa promessa”.
Giuseppe Pellacani dell’Udc ha evidenziato che “la stessa Corte costituzionale, pur affermando la necessità di riconoscere i diritti, non equipara queste posizioni al matrimonio e rinvia al Parlamento. La trascrizione dei matrimoni all’estero è proprio esclusa dalla legge e l’iscrizione al registro non aggiunge diritti, che già oggi sono riconosciuti dal Comune”.
Per il Pd, Antonio Carpentieri ha sottolineato che “non è un’iniziativa di propaganda, ma un dibattito avviato sull’onda della richiesta di alcune coppie che rivendicano diritti e manifestano la volontà di dire pubblicamente: ‘Viviamo insieme’. Con il Registro non aggiungiamo diritti – di questo si deve occupare il Parlamento – ma diamo la possibilità concreta di manifestare questa volontà”. Giulia Morini ha ricordato che Renzi “ha preso un impegno affinché la risposta alla richiesta di diritti non rimanga simbolica. Il paradosso è che la violazione della legge da parte dei sindaci che trascrivono i matrimoni è in realtà un modo per rispettarla in maniera più piena, tendendo al riconoscimento dei diritti delle persone”. Carmelo De Lillo ha parafrasato Papa Francesco (“Chi sono io per impedire a un gay di cercare Dio?”), affermando: “Chi sono io, consigliere comunale, per impedire che due persone vedano riconosciuto pubblicamente il loro stato di coppia?”. E ha sollecitato una legge nazionale che riconosca questo diritto. Federica Di Padova ha espresso la necessità “di colmare il vuoto legislativo italiano, rispetto a tanti Paesi che regolamentano le coppie di fatto. L’impegno di Renzi va nella direzione di risolvere un’ingiustizia inaccettabile”. Caterina Liotti ha sottolineato il fatto che “queste famiglie ci sono già; finalmente c’è anche l’impegno di Renzi per una legge che riconosca i loro diritti”. Della stessa idea anche Tommaso Fasano, per il quale “non deve più essere negato il diritto di persone che si amano a legarsi pubblicamente”. Francesco Rocco ha espresso apprezzamento “per i sindaci che hanno accettato le trascrizioni. Servono più diritti”, ha affermato. Chiara Susanna Pacchioni ha evidenziato il “carattere ampio” del dispositivo proposto dal Pd, “a vantaggio di tutti i cittadini che esprimono una volontà e operano scelte responsabili”. Fabio Poggi si è detto “per il pieno riconoscimento della cittadinanza di tutti gli uomini, compreso di chi ha scelte affettive o di accompagnamento diverse. Credo però che ogni forzatura di richieste di trascrizione o di istituzione frettolosa di registri, che vanno oltre le competenza del Consiglio, vada respinta per non togliere autorevolezza all’impegno di riconoscere piena cittadinanza a tutti i cittadini modenesi, indipendentemente dalla condizione”. Per il capogruppo Paolo Trande “il Parlamento colpevolmente non è riuscito a dare risposte concrete come in altri avanzati Paesi europei. Sono stati fatti passi avanti ma rimane qualche dubbio sul processo legislativo, per questo abbiamo deciso di istituire uno strumento locale per spingere in quella direzione”.
Mario Bussetti ha affermato che il M5s “non ha presentato una mozione come bandierina: riteniamo che sia la trascrizione sia il registro non siano contro la legge, ma oltre la legge, e rappresentino uno stimolo per la legislazione nazionale, una positiva provocazione che va incontro al diritto di veder riconosciuto pubblicamente il proprio legame”. Il capogruppo del M5s Marco Bortolotti ha espresso contrarietà per l’emendamento proposto dall’Udc che ha esplicitato l’assenza di effetti civili della registrazione: “È implicito che la registrazione non comporti possibilità in più per le persone interessate e il rispetto alla persona a nostro avviso non passa attraverso il sottolineare differenze”.
Anche Adriana Querzè di Per me Modena ha evidenziato che “la trascrizione è poco più che un atto simbolico, ma rappresenta una spinta al legislatore affinché intervenga. La mozione del Pd è un passo avanti importante visto che solo pochi mesi fa non aveva approvato la proposta di istituire il Registro. La trascrizione in anagrafe, però, non aggira il problema e rappresenta un atto politico avanzato per il riconoscimento del matrimonio gay”. Riconoscimento che il collega Domenico Campana ha definito “ineludibile, in prospettiva”.
Anche secondo Antonio Montanini di CambiaModena il riconoscimento delle unioni civili “è doveroso”.
Marco Cugusi ha ricordato che “Sel ha votato a favore del Registro anche lo scorso aprile; non abbiamo mai avuto dubbi. La direzione è quella di ampliare i diritti contro ogni discriminazione e sono orgoglioso del coraggio dimostrato da tanti sindaci”.
Per Luigia Santoro del Ncd si tratta di “una proposta strumentale. Nel nostro ordinamento – ha aggiunto – non esiste il matrimonio gay, non è una necessità per il nostro Paese e nemmeno molti tra i gay lo richiedono”.