La storia dell’Ospedale “Regina Margherita” inizio con un atto di donazione in data 08.12.1913 con cui l’allora Sindaco del Comune di Castelfranco Emilia (MO), Signor Giuseppe MALAGUTI, in esecuzione di apposita Delibera comunale del 08.06.1913 approvata dalla Giunta Provinciale Amministrativa il 26.06.1913, donava irrevocabilmente alla Congregazione di Carità di Castelfranco Emilia la somma di Lire 20.000 (ventimila) destinate espressamente all’acquisto di terreno da destinare “alla costruzione di fabbricati esclusivamente ad uso di Ospedale-Ricovero e servizi connessi”.
Con successivo ulteriore atto di donazione in data 22 agosto 1920 il Commendatore Fausto PIAZZA donava irrevocabilmente alla Congregazione di Carità di Castelfranco Emilia la somma di Lire 500.000 quale rimborso delle spese occorse alla costruzione dell’ampliamento dell’Ospedale di Castelfranco Emilia ponendo altresì la condizione che fossero in perpetuo riservati “due letti nell’ospedale a sua disposizione per sé, suoi eredi legittimi e per ammalati poveri aventi domicilio nel Comune di Castelfranco Emilia”. La Congregazione di Carità di Castelfranco Emilia accettava detta donazione e quindi anche le relative clausole e condizioni.
Come da intendimento dei “donatori” veniva, quindi, costruito in Castelfranco Emilia l’Ospedale Civile (poi denominato “Regina Margherita”);
Con Decreto Presidente Giunta Regionale n. 355 del 28.06.1996 veniva decretato il trasferimento all’Azienda USL di Modena dei “beni mobili ed immobili indicati in elenco allegato, fra cui gli immobili costituenti il Complesso Ospedaliero di Castelfranco Emilia”, senza alcuna menzione al rispetto dei vincoli ed obblighi espressamente indicati negli atti di donazione innanzi citati.
L’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena in persona del Direttore Generale – Dottoressa Mirella Martini – emetteva la Deliberazione n. 096 del 17.06.2014 e Deliberazione n. 164 del 05.09.2014 con cui, in sintesi, viene sancita la riconversione dell’Ospedale “Regina Margherita” di Castelfranco Emilia in “Casa della Salute” di tipo “grande” con “Hospice” ed Ospedale di Comunità ancora una volta “dimenticando” la volontà e le condizione espresse nelle richiamate donazioni. Peraltro, alla data delle stesse, non esistevano “sottocategorie di ospedali” come ad esempio quelli di comunità, ma esisteva solo e semplicemente l’Ospedale, inteso quale “istituzione per l’assistenza sanitaria generalmente costituita da un complesso di edifici e strutture in cui personale specializzato fornisce trattamenti per curare pazienti affetti da malattie allo stadio acuto oppure trattamenti di analisi e prevenzione medica o infine di convalescenza o rieducazione fisica.””. N
La stessa AUSL, con le sue deliberazioni, ha anche “dimenticato” quanto era previsto nel PAL approvato il 14.10.2011 ovvero che l’ospedale “Regina Margherita” fosse inquadrato quale “Ospedale di Prossimità”.
Alla luce di quanto precede le due Deliberazioni di “riconversione” appaiono illegittimi perché non solo NON rispettano la volontà dei donatori cui si deve la costruzione del “Regina Margherita” da destinarsi, si ripete, ad “Ospedale-Ricovero e servizi connessi” inteso “come allora”, ma contrastano con le previsioni del vigente Piano Attuativo Locale peraltro mai formalmente variato dalla Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria.
In tal senso esistono anche diversi pronunciamenti della Suprema Corte di Cassazione che, in sintesi ha affermato che “l’inadempimento all’onere da parte del donatario può condizionare risolutivamente l’efficacia della donazione”.
Per i motivi sopra esposti, abbiamo presentato all’AUSL di Modena una specifica istanza di annullamento in autotutela delle due delibere di “riconversione” ed abbiamo anche presentato una specifica proposta di Ordine del Giorno affinché il Consiglio Comunale autorizzi il Sindaco a promuovere analoga azione anche in sede giurisdizionale.
Se i costi fossero un problema, ricordiamo che i fondi del Comune sono dei cittadini ai quali MAI si è ritenuto di chiedere un parere in merito alle sorti dell’Ospedale, rendendoli “succubi” di scelte altrui e che comunque potrebbero essere interpellati se solo si volesse.
Considerate le scelte politiche sinora adottate dalle Giunte di sinistra che si sono succedute nel tempo e non volendo abbandonare l’idea di poter avere a Castelfranco Emilia un vero Ospedale con un Pronto Soccorso H24 rivolgiamo un appello a legali e notai che, in caso di rigetto della nostra istanza da parte dell’AUSL e nel caso in cui il Consiglio Comunale non approvi la nostra proposta, si rendano disponibili a fornire la loro collaborazione per perseguire l’obiettivo.
NOI NON MOLLIAMO IL NOSTRO OSPEDALE!!!
(Cristina Girotti Zirotti Capogruppo Lega Nord Padania – Giorgio Barbieri segretario Sezione Lega Nord Padania)