sabato, 14 Dicembre 2024
16.1 C
Comune di Sassuolo
HomeAmbienteModena, sicurezza argini fiumi: nel 2014 interventi straordinari per 15 milioni e...





Modena, sicurezza argini fiumi: nel 2014 interventi straordinari per 15 milioni e rafforzato il controllo

albareto_bomporto_alluv2Complessivamente sono 52 gli interventi straordinari programmati nel 2014 per la messa in sicurezza degli argini Secchia e Panaro e sul reticolo dei canali danneggiati dall’alluvione del 19 gennaio. Sono a carico di Aipo e sono finanziati con ordinanza regionale per oltre 15 milioni e 650 mila euro nell’ambito della manutenzione straordinaria dell’arginatura di Secchia, Panaro, Naviglio e della rete idrografica minore. Sono inoltre già stati perlustrati diversi tratti arginali da tecnici di enti pubblici e volontari della protezione civile.

Lo ha sottolineato in Consiglio comunale l’assessore all’Ambiente del Comune di Modena Giulio Guerzoni giovedì 18 settembre rispondendo all’interrogazione di Adolfo Morandi di Forza Italia. Il consigliere ha chiesto “di relazionare sui risultati dell’indagine esperita dall’apposita commissione in merito al cedimento dell’argine del Secchia; come si pensa di intervenire per prevenire situazioni simili a quella verificatisi il 19 gennaio e nuove rotture degli argini e inondazioni; se non si ritenga opportuno attivare tutte le procedure utili all’avvio dei lavori di controllo e pulizia e manutenzione all’alveo dei fiumi che circondano la città”.

“Interventi ordinari sull’intero comparto idraulico per quasi 9 milioni di euro già programmati in precedenza – ha spiegato Guerzoni – e provvedimenti urgenti di messa in sicurezza idraulica dei bacini dei fiumi Secchia, Panaro e Naviglio sono le due direttrici seguite dal complesso insieme di interventi in corso sul nodo idraulico di Modena e in capo all’Agenzia interregionale per il fiume Po; il Comune di Modena è tuttavia inserito nel gruppo di lavoro regionale coordinato dal Settore Difesa del suolo e alla Programmazione territoriale”.

Il completamento del Diversivo Martiniana, la sistemazione del torrente Grizzaga, la cassa dei prati di San Clemente, l’ampliamento della cassa del fiume Secchia e gli specifici piani di manutenzione della vegetazione e di riassetto delle aree golenali rientrano negli interventi ordinari già previsti, mentre le arginature di Secchia, Panaro, Naviglio e della rete idrografica minore, anche sulla base delle ordinanze firmata dal Commissario delegato all’alluvione, fanno parte della manutenzione straordinaria.

L’assessore ha quindi sintetizzato la relazione tecnico-scientifica di oltre 100 pagine presentata il 9 luglio dalla Commissione scientifica istituita dalla Regione Emilia-Romagna per analizzare e valutare le cause della rottura arginale del Secchia, i cui lavori sono stati avviati a inizio febbraio.

La Commissione, basandosi su prove geotecniche in campo e di laboratorio e  applicando metodi complessi ha concluso che “appare del tutto verosimile che l’argine abbia collassato per effetto dell’interazione tra la piena e un articolato sistema di tane di animali selvatici, presente nel corpo arginale, che ne ha ridotto la resistenza”.

In relazione al discusso problema delle tane, la Commissione ha valutato che “la presenza di questi animali è un fenomeno emergente, in quanto non si tratta di nutrie ma di tassi, volpi e istrici, insediati in questo territorio soltanto da qualche anno a questa parte”.

Inoltre, la ricostruzione degli eventi da parte della Commissione ha messo in luce come “le piogge cumulate dal 15 gennaio al 4 febbraio non sono state di particolare intensità, ma persistenti nel tempo; tali, quindi, da poter ipotizzare un volume d’acqua fuoriuscito tra i 36 e i 38 milioni di metri cubi e un colmo dell’onda di piena superiore ai 400 metri cubi al secondo”.

“Il fenomeno – ha continuato l’assessore – è stato spiegato secondo due modalità di attivazione. Nella prima l’innesco si è sviluppato inizialmente attraverso un processo di progressiva erosione interna favorito dal sistema di tane presenti nell’argine, nella seconda è riconducibile alla progressiva instabilità geomeccanica del terreno indebolito dalla presenza delle cavità e favorita dalle condizioni di parziale saturazione indotte dalla piena. Le due modalità possono aver agito singolarmente o in combinazione e hanno comportato un ribassamento dell’argine con conseguente sormonto da parte della corrente fluviale. La breccia si è poi evoluta nel giro di poche ore approfondendosi e allargandosi per effetto dell’erosione causata dalla corrente”.

Il consigliere Morandi ha detto “che l’aver messo in atto interventi strutturali e controlli è un fatto positivo, ma quanto è successo può ancora accadere. Non c’è nessuna indicazione specifica – ha continuato – su una delle due concause citate, le tane dei tassi che non erano presenti alcuni anni fa ma oggi hanno infestato gli argini. Controlli e pulizia degli argini non sono più sufficienti, occorre pensare a come intervenire, quindi non mi sento rassicurato perché non pare si sia andati fino in fondo per risolvere il problema”.

ALLUVIONE, CHIESTI RISARCIMENTI PER 1,8 MILIONI

“Solo una prima stima, istruttoria ancora in corso”. Guerzoni risponde a un’istanza del Pd. Accordo Regione e Abi per erogare finanziamenti alle migliori condizioni

La Regione Emilia-Romagna sta lavorando a un protocollo con Abi, l’Associazione bancaria italiana, affinché i residenti nel Comune di Modena colpiti dall’alluvione dello scorso gennaio possano accedere a finanziamenti alle migliori condizioni possibili per sostenere le spese che saranno poi rimborsate dalla Regione. Questo per andare incontro alle esigenze di chi non è in grado di anticipare le spese.

Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente e Protezione civile Giulio Guerzoni nella seduta del Consiglio comunale di Modena di giovedì 18 settembre rispondendo all’interrogazione illustrata da Giulia Morini del Pd e firmata anche dal capogruppo Paolo Trande sui risarcimenti danni ai cittadini delle zone alluvionate.

La consigliera ha chiesto a quanto ammontano e in quali casi possono essere riconosciuti i risarcimenti previsti dalle ordinanze, quante domande sono pervenute allo sportello attivato alla Polisportiva di Albareto e in quali tempi si pensa possano essere evase, e infine quali interventi o misure il Comune può direttamente effettuare o adottare alla luce delle conclusioni della Commissione tecnico-scientifica sulle cause del collasso dell’argine del fiume Secchia. Morini ha inoltre evidenziato come molti cittadini abbiano segnalato “lacune importanti nei meccanismi di risarcimento, come ad esempio chi ha provveduto subito dopo l’alluvione alla vendita dell’auto danneggiata e ora non si vede riconosciuto alcun risarcimento”.

L’assessore ha ricordato che subito dopo l’alluvione il Comune su indicazione della Regione aveva effettuato a una prima Ricognizione del fabbisogno per  il ripristino del patrimonio edilizio privato dei beni mobili e immobili registrati. Dopo l’intervento legislativo del Governo con l’ordinanza 2 e poi con quella regionale numero 8, i Comuni sono stati delegati per le istruttorie al risarcimento danni relativamente ad alcune categorie: beni immobili e parti comuni, beni mobili registrati come auto e moto e non registrati come elettrodomestici.

“A una prima stima, le domande pervenute allo sportello attivato ad Albareto e poi negli uffici comunali del Settore Ambiente sono state 83, per un ammontare stimato in 1 milione 800 mila euro di risarcimenti per danni da alluvione previsti dalle ordinanze. L’istruttoria sulle domande è però ancora in corso anche se si sta lavorando a pieno ritmo: ci sono 90 giorni di tempo per completarla a partire dalla data dell’8 agosto e il Comune ha dato disposizione di chiudere le proprie istruttorie nel minor tempo possibile, affinché, non appena accertato il valore liquidabile e acquisito il contributo dalla Regione, sia possibile liquidare il danno, a rendicontazione con fatture da parte dei privati.

Per FI, Adolfo Morandi, chiedendo la trasformazione in interpellanza, ha osservato che “lascia molto perplessi che si parli di un’istruttoria che si concluderà rapidamente, quando siamo già a quasi un anno dall’alluvione. Siamo sicuri che l’intervento consentirà a tutti di essere risarciti. In realtà i soldi non ci sono e non arrivano e la Regione sta facendo un protocollo con Abi perché i cittadini dovranno ricorrere alle banche per sostenere le spese. Analoga situazione si è registrata nell’area del sisma dove i ritardi sono rilevantissimi”. Il capogruppo Andrea Galli ha aggiunto: “Danni e lentezza nell’accogliere le richieste dei cittadini caratterizzano tutta la vicenda” e ha parlato “non di meriti ma di colpe dell’Amministrazione comunale, mentre i cittadini e le imprese danneggiati non hanno avuto alcuna risposta. Solo in questi giorni si stanno sistemando gli argini e l’allora dirigente responsabile di Aipo non ha in alcun modo pagato”.

Per il Pd, Simona Arletti ha invece sottolineato che “Aipo non è stata all’altezza della manutenzione degli argini ma l’emergenza è invece stata egregiamente gestita dalla Regione. È chiaro che Aipo non ha più l’agilità di intervenire con un’azione di manutenzione costante – ha ribadito – come invece potrebbe fare l’ente locale se gli fossero rese disponibili le risorse. Anche l’interrogante Giulia Morini ha insistito “sulla necessità di manutenzione ordinaria che richiede l’impegno dell’ente locale, investendo più del passato, tutte le risorse possibili. E ha anche invitato l’assessore a informare i cittadini sugli interventi in atto”.

Guerzoni si è detto disponibile a incontrare i modenesi danneggiati dall’alluvione e ha infine rimarcato la disponibilità delle risorse destinate ai risarcimenti per gli alluvionati, “mentre l’intesa con Abi serve solo ad anticipare le spese a quei cittadini che non hanno le disponibilità per affrontarle subito”.

















Ultime notizie