“A Modena dovrebbe essere confermata la quantità dello scorso anno: ora ciò che può fare la differenza sono le perdite di prodotto dovute alle grandinate a nord della via Emilia che potrebbero aver determinato una perdita di quantità”. A dirlo è Cristiano Fini, presidente della Cia di Modena che valuta “ottima la qualità delle uve”.
“Le abbondanti piogge estive hanno favorito un buon sviluppo della vite e le escursioni termiche giorno/notte stanno dando una buona maturazione dell’uva che conferirà maggiori profumi ai vini”, spiega Fini che conduce una azienda viticola. Sul piano fitosanitario, nonostante le piogge, le uve si presentano sane e la vendemmia non dovrebbe creare particolari problemi “salvo recrudescenze del maltempo”.
Intanto si inizia a vendemmiare le prime uve chardonnay, già mature o prossime alla maturazione mentre tra pochi giorni si raccoglierà l’uva moscato, un vitigno non molto diffuso nel nostro territorio ma che sta interessando i produttori. Quest’uva infatti da alcuni anni è stata messa a dimora per soddisfare la richiesta in aumento sui mercati. Nel modenese ci sono a tutt’oggi, tra Castelfranco e Castelvetro, oltre 50 ettari, su di una superficie vitata complessiva di quasi 8 mila ettari.
“Riguardo le pere Abate, una delle produzioni di eccellenza del modenese, dalle prime stime si parla di una produzione di circa il 15 – 20% in più rispetto al 2013, ma la raccolta è appena iniziata – afferma Fini – peraltro in anticipo di una decina di giorni rispetto alla normalità. Inoltre nel corso dell’ultimo comitato di coordinamento della Organizzazione Interprofessionale pera (OI pera), è stata condivisa, a maggioranza, una decisione che segna un importante punto di partenza per il sostegno della competitività della Pera Abate Fetel. Il Comitato dell’OI ha infatti deliberato di non commercializzare sul mercato fresco i calibri di pera abate inferiori ai 60 mm con l’obiettivo di garantire da subito tonicità al mercato e salvaguardare una offerta di qualità elevata in termini di pezzatura, ma non solo”.
Il settore ortofrutticolo in generale sta andando male , nonostante lo stanziamento, da parte dell’Unione europea, di circa 125 milioni di euro da destinare ai produttori ortofrutticoli colpiti dall’embargo della Russia.vi sono buone aspettative per mais, sorgo e soia perché le abbondanti piogge estive hanno assicurato alla pianta un rifornimento idrico adeguato ma rimane l’ incognita prezzi.
“Vi sono buone aspettative per mais, sorgo e soia perché le abbondanti piogge estive hanno assicurato alla pianta un rifornimento idrico adeguato, ma -conclude Fini- rimane l’ incognita dei prezzi”.
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