Misure efficaci, ma tardive. Così la presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi commenta l’annuncio fatto lo scorso lunedì 11 agosto dall’Unione Europea sull’adozione di azioni di sostegno ai produttori di frutta estiva.
«La crisi delle pesche e delle nettarine – spiega la presidente Bergamaschi – è stata particolarmente dura quest’anno, a causa del maltempo, del calo dei consumi e di una eccessiva produzione. Da inizio giugno i produttori denunciano la crisi del prodotto, sottolineando la necessità di provvedimenti urgenti. Solo dopo due mesi è stato fatto qualcosa. È sempre il solito problema burocratico: dal momento in cui gli imprenditori agricoli evidenziano un’emergenza al momento in cui la politica prende delle decisioni in merito passa troppo tempo, a danno degli imprenditori stessi. Come Confagricoltura Modena – precisa Bergamaschi – siamo soddisfatti delle decisioni prese dalla UE, che riteniamo necessarie per arginare la crisi del settore ortofrutticolo, ma ribadiamo che ancora una volta i tempi burocratici non sono coincisi con le esigenze delle imprese: gli agricoltori hanno bisogno di risposte più rapide e tempestive».
Unitamente alla crisi delle pesche e delle nettarine, c’è stata quella dei cocomeri e dei meloni. Ora a preoccupare sono le pere: «Siamo in piena raccolta – afferma la presidente di Confagricoltura Modena – e i primi segnali sono allarmanti. A rendere ancora più preoccupante la crisi c’è l’embargo russo, che non mette in difficoltà soltanto i produttori del settore ortofrutticolo, ma anche quelli di altri settori dell’agroalimentare. In particolare potrebbe essere a rischio una delle eccellenze del nostro territorio, il suino, che non solo potrebbe soffrire per la fine dei commerci con la Russia, ma potrebbe anche veder aumentare la concorrenza dei produttori danesi e tedeschi, in cerca di nuovi mercati in seguito all’embargo russo. Altro aspetto da considerare è che la crisi dell’agroalimentare non colpisce soltanto i produttori, ma anche il mondo della cooperazione, direttamente dipendente dal primo settore, causando grossi problemi dal punto di vista occupazionale. La nostra speranza – conclude Bergamaschi – è che venga fatto tutto il possibile per ricucire lo strappo e che l’estate dei produttori ortofrutticoli si concluda meglio di come è iniziata».
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