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Al via a Montecreto l’VIII edizione del Pivaraduno

Montecreto_PivaradunoCorsi, incontri, concerti e feste per appassionati e cultori delle tradizioni musicali dell’Emilia: domani venerdì 8 agosto prende il via, per le vie del centro storico di Montecreto, l’VIII edizione del Pivaraduno, con seminari dedicati alla piva e alla musica tradizionale emiliana.
Organizzato nell’ambito del festival Artinscena, il Pivaraduno offre tre giorni interamente dedicati alla piva emiliana, al suo repertorio e ai suoi suonatori. Per iscriversi basta contattare Fabio Bonvicini (fabonvicini@gmail.com), docente di musica d’insieme che, insieme a Franco Calanca per tecnica strumentale per piva, Ferdinando Gatti e Chiara Temporin: piva per principianti, Gino Pennìca: balli staccati della tradizione emiliana e Giovanni Tufano e Mauro Pambianchi per percussioni tengono i corsi della tre giorni.
La piva emiliana è una cornamusa che si è diffusa nell’Appennino emiliano e lì è rimasta in uso fino agli inizi del Novecento. Le ultime pive sono state ritrovate circa 30 anni fa, in prossimità del crinale che separa l’Emilia dalla Toscana. Oltre che in queste zone, si suppone che la piva fosse diffusa anche in collina e in pianura, nelle odierne province di Modena e Bologna, anche se non se ne hanno tracce dirette.
Nonostante sia stata utilizzata fino agli anni Sessanta, la piva ha rischiato l’estinzione già all’inizio del Novecento per diverse ragioni: innanzi tutto la difficoltà nella manutenzione e nell’accordatura dello strumento e poi le difficoltà di adattamento alle nuove esigenze musicali a causa della sua tonalità fissa, oltre alla comparsa di strumenti più eclettici, lo scarso interesse da parte dei giovani per la cultura e le tradizioni rurali, l’emigrazione all’estero e in città, con conseguente spopolamento dell’Appennino.
Oggi grazie ad un abile artigiano, Franco Calanca, che ha ricostruito la piva sulla base di alcuni strumenti rinvenuti, questa cornamusa è tornata a far parte della musica italiana.

















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