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Piano regionale rifiuti, le osservazioni della Provincia di Modena

Gli obiettivi generali del Piano regionale per la gestione dei rifiuti, soprattutto la decisa riduzione della produzione (meno 20-25 per cento), l’ulteriore forte l’incremento della raccolta differenziata (70 per cento nel 2020) e la progressiva chiusura delle discariche, per la Provincia di Modena sono condivisibili e non si discostano da quelli indicati nel Piano provinciale del 2011; tuttavia ci sono diversi elementi da chiarire – ad esempio sul futuro dell’impianto di selezione di Fossoli di Carpi o sulla gestione del termovalorizzatore di Modena – che sono stati raccolti in un documento, approvato dalla Giunta provinciale martedì 20 maggio.
Sono 34 le osservazioni della Provincia che saranno inviate alla Regione; riguardano, tra l’altro, i tempi e le modalità indicati per centrare gli obiettivi, il ruolo centrale assegnato ad Atersir per la realizzazione del Piano, la suddivisione per aree omogenee (montagna, pianura e costa) con obiettivi diversificati sulla raccolta differenziata, il concetto di autosufficienza regionale esteso anche ai rifiuti speciali.
Sui termovalorizzatori il Piano prevede la riduzione della capacità autorizzata dell’impianto di Modena da 240 mila a 180 tonnellate, come peraltro richiesto in passato dalla Provincia. Tuttavia nel documento della Provincia si chiede se tale limite sia «da intendersi come sommatoria di rifiuti urbani e speciali» e se è da «intendersi anche espressa l’impossibilità di realizzazione della ulteriore linea già autorizzata». La Provincia chiede, inoltre, alla Regione «se l’impianto deve continuare a dare risposta ai rifiuti speciali e in quale misura» e da quando scatterà tale riduzione.
Sulle discariche modenesi il Piano prevede la chiusura entro il 2017 di tutti gli impianti tranne Finale Emilia: quella di Medolla ha terminato i conferimenti nel 2013 e ora si sta provvedendo alla copertura definitiva, quella di Zocca è in fase di esaurimento, mentre le discariche di Carpi e Mirandola chiuderanno entro il 2017. Su queste proposte la Provincia chiede una maggiore chiarezza dal punto di vista tecnico e sulle conseguenze del divieto, condiviso, dello smaltimento dei rifiuti non pretrattati.
La Provincia, infine, non condivide la scelta della Regione di riconvertire l’impianto di selezione di Fossoli di Carpi sostituendolo con un analogo impianto nel reggiano. La Provincia, nel rivendicare l’importanza dell’impianto di Carpi, contesta un investimento, il cui costo ricadrà sui cittadini, per realizzare un nuovo impianto «quando è già attivo e funzionante uno analogo poco lontano».
La Provincia, inoltre, chiede alla Regione una «maggior chiarezza nell’utilizzo della terminologia tecnica al fine di favorire una corretta attuazione e gestione del Piano», una maggior puntualità sulla definizione dei diversi scenari e sui calcoli dei flussi di rifiuti, sulle modalità di estensione della raccolta differenziata della frazione organica, sullo smaltimento delle scorie dell’inceneritore e dei sovvalli derivanti dall’impianti di selezione di Carpi, una definizione maggiormente dettagliata e chiara del sistema impiantistico regionale, soprattutto le capacità dei termovalorizzatori e le potenzialità delle discariche; si chiede, inoltre, una migliore definizione sulla gestione dei rifiuti da spazzamento stradale e sull’eventuale ingresso di rifiuti urbani da fuori regione.

 

















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