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Modena, sicurezza idraulica: 600mila euro per il Grizzaga

Sono già iniziati, attraverso un intervento di somma urgenza del valore di 100 mila euro, i lavori di pulizia e sistemazione degli smottamenti presenti nell’alveo del torrente Grizzaga alla confluenza con il Tiepido, in località Fossalta. Inoltre, la Regione ha presentato nei giorni scorsi il progetto esecutivo di manutenzione straordinaria del torrente Grizzaga, finanziato dal Ministero dell’Ambiente con 520 mila euro. I lavori saranno attuati a partire da questa estate dal Servizio Tecnico di Bacino sulla base di una convenzione con il Comune di Modena.

Lo ha annunciato l’assessore all’Ambiente Simona Arletti al Consiglio comunale rispondendo all’interrogazione urgente di Fabrizio Cavani della Lega nord. Il consigliere ha ricordato come “incuria e mancato controllo siano stati le cause del cedimento dell’argine del Secchia” e ha citato una segnalazione fatta mesi fa al Servizio tecnico dai residenti zona in riferimento allo “smottamento dell’argine del Tiepido all’intersezione con il Grizzaga”. Ha quindi chiesto “se l’Amministrazione ha intenzione di intervenire con la necessaria urgenza per ripristinare lo stato dell’argine e restituire ai residenti della zona la sicurezza a cui hanno diritto”.

L’assessore ha spiegato che la segnalazione era nota al Servizio tecnico di bacino che ha tenuto monitorata la situazione. Il tratto del Tiepido tra la confluenza nel Panaro e il ponte su via Emilia è di competenza Aipo, mentre i tratti dei corsi d’acqua a monte della via Emilia sono di competenza della Regione attraverso il Servizio Tecnico di Bacino degli affluenti del Fiume Po.

“Dopo i recenti eventi alluvionali, il cui perdurare ha provocato altri due piccoli smottamenti nella parte interna dell’argine – ha precisato Arletti – il Servizio tecnico di bacino ha deciso di intervenire con somma urgenza: i lavori iniziati il 31 gennaio, sono tuttora in corso e una volta ultimati consentiranno una perfetta ispezionabilità del corpo arginale”.

Simona Arletti, sottolineando l’importanza idraulica della zona, ha anche ricordato che “negli ultimi anni sono stati eseguiti diversi interventi per garantire la sicurezza delle infrastrutture industriali e abitative nella zona. A monte del ponte sulla via Emilia è stato costruito un muretto in cemento armato, dopodiché non si sono più verificati allagamenti in occasione degli eventi di piena”.

L’interrogazione è stata trasformata in interpellanza e per il Pd William Garagnani ha colto l’occasione per sottolineare “la problematicità rappresentata dalla pulizia dell’alveo dei fiumi che va fatta non scorticando ma tagliando gli alberi” e “il completo abbandono in cui versa il Panaro a Modena est. Per 30 anni – ha spiegato – il percorso Natura correva lungo il letto del fiume che era sempre pulito, alcuni anni fa sono state scorticate le sponde che ora franano. Il letto del Panaro che poteva contenere fino a 800 metri cubi d’acqua, lasciato al degrado, ne contiene ora appena 600, ecco perché le casse di espansione capienti per 700 metri cubi non bastano più”. Elisa Sala ha evidenziato “la complessità e l’evoluzione delle competenze: il Panaro è gestito dalla Regione da una parte, dall’altra da Aipo e il Comune ha un altro tipo di competenze. Complessità – ha evidenziato – che non facilita la gestione né nell’ordinario che nell’emergenza, quando diventa più difficile l’identificazione delle responsabilità”. Si è chiesta “perché le competenze giuridiche non rispecchino la configurazione del bacino fluviale”, raccomandando infine “interventi di manutenzione seri e continuativi piuttosto che di somma urgenza che sono più costosi e meno duraturi”.

Per l’Udc, Gian Carlo Pellacani ha ricordato come “un tempo la pulizia dei fiumi si facesse ogni anno con un’assunzione di responsabilità che andava al di là dei propri confini per un senso di salvaguardia del territorio. Questo spezzettamento di competenze – ha rimarcato – fa sì che gli interventi siano fatti solo in emergenza. Occorre portare il territorio sotto un’unitarietà di interessi e interventi e l’area vasta potrebbe essere una risposta”.

L’interrogante Fabrizio Cavani si è detto insoddisfatto della risposta e preoccupato per la situazione: “E’ inquietante – ha detto – che ci sia un buco da due anni; andate a vedere per rendervi conto del pericolo. Occorre fare pressioni affinché cose di questo tipo non accadano più. Facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi”.

In sede di replica l’assessore Arletti ha detto di fare proprie le sollecitazioni giunte dai consiglieri ma ha anche sottolineato che “il mezzo milione per il Grizzaga non è collegato all’emergenza ma destinato a una serie di interventi programmati nel tempo e assolutamente da fare”. Ha quindi ribadito ancora una volta che “la criticità idraulica è il vero problema della città, anche per la complessità e lo spezzettamento nella gestione e nella competenze e si è detta ancor più preoccupata davanti all’incertezze sul futuro della Provincia”.

 

















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