Basta dare uno sguardo ai giornali per capire come siano assenti le politiche ambientali nella nostra regione: a Ferrara come a Modena, a Piacenza come a Ravenna e Rimini si levano grida d’allarme perché inceneritori e discariche stanno aprendo le porte ai rifiuti provenienti da ogni parte d’Italia. In poche parole si vuol fare dell’Emilia Romagna la pattumiera d’Italia.
Si è tentato di far passare sotto silenzio un piano studiato da tempo, come dimostrano le modifiche alle autorizzazioni integrate ambientali degli inceneritori di Modena e Ferrara. Intanto i rifiuti di San Marino arrivano all’inceneritore di Ravenna, come conferma una nota del Comune di Sogliano, a Piacenza i gestori dell’impianto di Borgoforte – fra i più obsoleti della regione – chiedono la rimozione del limite dei rifiuti da conferire con lo scopo di tenerlo in vita ancora a lungo, e nella discarica di Zocca sono arrivati i rifiuti provenienti dal Lazio.
Ora è evidente a tutti: l’istituzione di una rete nazionale degli inceneritori e le modifiche alle autorizzazioni ambientali degli inceneritori dell’Emilia Romagna sono operazioni strettamente collegate. Nessun rispetto per la salute dei cittadini, costretti a respirare aria sempre più inquinata dalle sostanze nocive immesse nell’atmosfera, nessun rispetto per i loro sforzi nel mettere in atto buone pratiche come la raccolta differenziata e la rinuncia all’uso dell’automobile nei giorni di blocco del traffico.
Tutto questo è possibile anche grazie alla negligenza della Regione, che non è intervenuta sulla questione in alcun modo, mentre in ogni inceneritore e discarica si procede a creare spazio per accogliere i rifiuti provenienti da tutta Italia. Un silenzio quanto meno carico di disinteresse, se non di complicità, nonostante la “favoletta” raccontata a sindaci e amministratori che col Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti si andrà verso la graduale dismissione di inceneritori e discariche. Un Piano che, alla luce di quanto si sta verificando, è solo cartastraccia: anzi, si renderà più forte l’industria dello smaltimento, perdendo l’enorme potenziale in termini di sviluppo della filiera del recupero, a discapito della qualità della vita delle persone.
Da tempo abbiamo posto all’attenzione della politica regionale e dell’opinione pubblica il pericolo che si sta concretizzando, e purtroppo non possiamo dire di esserci sbagliati. Ma quel che suscita ancora più amarezza è la complicità della politica, che finge di non vedere: evidentemente stanno più a cuore le carriere politiche personali – supportate dai grandi potentati che gestiscono gli inceneritori – rispetto alla salute e al futuro stesso dei cittadini.
(Segreteria regionale Italia dei Valori – Emilia Romagna)