Coordinare e rendere omogenea l’attività degli enti che svolgono opere di bonifica e di contrasto al dissesto idrogeologico nell’Appennino emiliano-romagnolo; realizzare una programmazione triennale condivisa; razionalizzare l’uso delle risorse finanziarie per migliorare l’efficacia degli interventi.
Queste le principali finalità del protocollo che è stato siglato oggi a Bologna da Regione Emilia-Romagna (assessorati all’Agricoltura e alla Difesa del suolo), Uncem (Unione nazionale comuni comunità ed enti montani – delegazione regionale) e Urber (Unione regionale delle bonifiche Emilia-Romagna). Sottoscrittori del documento sono gli assessori regionali all’Agricoltura Tiberio Rabboni e alla Difesa del suolo Paola Gazzolo e i presidenti di Uncem ed Urber, Giovanni Battista Pasini e Massimiliano Pederzoli.
“Al centro dell’intesa che abbiamo firmato oggi – ha spiegato Rabboni – c’è la necessità di difendere, con interventi sempre più efficaci, la nostra montagna dal fenomeno di dissesto idrogeologico che la rende un territorio particolarmente vulnerabile. L’accordo definisce un’azione condivisa e programmata nel tempo e anticipa gli effetti della nuova legge regionale sulla bonifica: d’ora in avanti tutti gli introiti dei Consorzi di bonifica provenienti dalla contribuenza montana saranno destinati agli interventi di manutenzione e contrasto al dissesto idrogeologico”.
La legge (6 luglio 2012, n. 7 “Disposizioni per la bonifica. Modificazioni alla legge regionale 2 agosto 1984, n. 42”) prevede infatti che la contribuenza di montagna venga utilizzata in massima parte per la progettazione, esecuzione, manutenzione ed esercizio delle opere e degli interventi di bonifica; riducendo quindi al minimo le quote di copertura delle spese generali e di funzionamento dei Consorzi. In attesa dei nuovi “Piani di classifica” per il riparto della contribuenza, necessari per stabilire l’ammontare dei contributi che i proprietari di immobili (case e terreni) devono corrispondere ai Consorzi di bonifica, il protocollo ne anticipa gli effetti.
“La montagna rappresenta una priorità strategica nell’azione di governo della Regione – queste le parole di Gazzolo -. Quello di oggi è un importante passo avanti nella collaborazione tra i soggetti impegnati per la sicurezza del territorio e della popolazione, obiettivo che da sempre consideriamo di primaria importanza”.
“Avere un territorio sicuro – ha affermato Pederzoli – è una condizione necessaria per garantire la serenità della popolazione e delle attività produttive, aziende agricole in primis. Questo protocollo unisce sforzi e risorse per migliorare ulteriormente la nostra azione”. “Programmare una manutenzione stabile e certa nel tempo consente di agire più sulla prevenzione del danno che sulla risposta alle emergenze, purtroppo sempre più frequenti”, ha aggiunto Pasini.
Finanziamenti e opere
Per il 2014 la Regione, attraverso gli assessorati all’Agricoltura e alla Difesa del suolo, metterà a disposizione 1,8 milioni di euro per gli interventi di contrasto al dissesto idrogeologico. Cifra a cui si sommano i 15 milioni di euro annuali che i Consorzi di bonifica incassano complessivamente come contribuenza montana. Potranno aggiungersi, inoltre, eventuali fondi stanziati dai Comuni e dalle Unioni montane. L’ammontare dei finanziamenti complessivi sarà stabilito annualmente; sempre annualmente i soggetti sottoscrittori verificheranno lo stato di attuazione del protocollo, cioè la realizzazione degli interventi e la modalità di esecuzione dei lavori, il rispetto degli impegni assunti e il corretto impiego delle risorse.
Il programma, che sarà definito su base triennale, viene predisposto dai sette Consorzi di bonifica montana della regione, d’intesa con le Unioni montane dei comuni e con i Servizi tecnici di bacino territorialmente competenti.
Le opere riguardano in particolare: sistemazione delle pendici dei versanti; contenimento e recupero delle zone franose; controllo del dilavamento e dell’erosione dei terreni; valorizzazione agronomica del suolo; manutenzione della viabilità, degli acquedotti rurali, delle opere esistenti e dei rii minori. Si tratta di attività svolte dai Consorzi di bonifica, dai Servizi tecnici di bacino e dai Comuni, che grazie a questo strumento potranno agire con maggiore sintonia e uniformità.