Grande successo del 2º Workshop del Consorzio Cooperative Sociali Quarantacinque, organizzato al Museo Cervi a Gattatico. Quarantacinque associa 50 cooperative, di cui 46 sociali: tra queste molte tra le più signi-ficative cooperative sociali aderenti a Legacoop Reggio Emilia, oltre a numerose cooperative sociali attive in varie regioni italiane (Veneto, Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Marche, Toscana, Lazio, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Sardegna).
Molto intensa la giornata, che ha visto la partecipazione di oltre 60 rappresentanti di cooperative sociali provenienti da varie regioni italiane. Il Worshop è stato aperto dal presidente del Consorzio, Piero Giannattasio. La presidente di Legacoop Reggio Emilia, Simona Caselli, ha poi sviluppato una riflessione sul tema “La cooperazione sociale: un valore economico ed etico”. Sono seguite le presentazioni di alcune nuove cooperative associate: Cooss Marche di Ancona, il Consorzio Sgs di Lanciano (CH), Esser.Ci di Voghera (PV). E’ stata poi la volta di Patrizia Vezzani, che ha illustrato le finalità e le attività di “Officina Eventi”, il pool di cooperative del Consorzio Quarantacinque nato per organizzare e gestire eventi. A “Officina Eventi” si deve tra l’altro l’ottima organizzazione dello stesso Workshop. Nel corso della mattinata ogni cooperativa presente ha potuto presentare nel proprio spazio a disposizione materiali e progetti: intensi sono stati gli scambi e i contatti tra le cooperative. Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti in tre gruppi di lavoro, incentrati il primo sul mercato, l’innovazione e il welfare aziendale, sul futuro delle cooperative sociali e del Consorzio il secondo, e sulla formazione il terzo. Ha concluso il Worshop Alberto Alberani, responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna, con un intervento incentrato su quattro parole chiave per la cooperazione sociale: cooperazione, mercato, lavoro, orgoglio.
“Da diversi anni – spiega il direttore di Quarantacinque Fabrizio Montanari – assistiamo alla diminuzione dell’intervento pubblico nel sociale con modificazione della miscela dell’offerta fra pubblico e privato, e con un significativo incremento del ruolo di quest’ultimo. Si tratta di una trasformazione legata e imposta dalla crisi del debito pubblico, che ha evidenziato un aumento dei bisogni e della domanda a fronte di una scarsità crescente di risorse economiche. La risposta ad una diffusa crisi di carattere finanziaria, economica e sociale è stata una protezione sociale contenuta, spesso accompagnata da un forte grado di protezione del lavoro, specie quello pubblico e dei lavoratori delle grandi imprese. Deboli se non assenti sono apparsi invece i tentativi di ricalibratura, basati su una logica di welfare come forma di investimento sociale, capace di ridurre il disagio economico e sociale di gran parte della popolazione. Nell’ultimo trentennio buona parte delle politiche sociali è stata progressivamente decentrata. Da qui il coinvolgimento di più soggetti presenti sul territorio: privato sociale, mondo del volontariato, fondazioni, aziende private ecc. A fronte di tutto ciò è stata drasticamente ridotta la spesa nazionale per i servizi sociali trasferiti agli Enti Locali. Il nostro sistema di welfare – continua Montanari – appare debole sotto vari profili: il sostegno al reddito delle persone in difficoltà; le politiche di conciliazione e di sostegno all’attività di cura verso l’infanzia, i disabili e gli anziani non autosufficienti; le politiche della formazione e più in generale le politiche attive del lavoro; la politica abitativa e dell’housing sociale. In questo quadro emerge chiaramente il ruolo essenziale della cooperazione sociale, che è impegnata anche nel contribuire ad un processo di innovazione sociale. Anche di questo abbiamo parlato nel nostro Workshop”.