Un secolo fa nasceva Giuseppe Dossetti, uomo che ha segnato con il suo pensiero il novecento politico e culturale italiano e che, ancora oggi, rappresenta un forte riferimento intellettuale per coloro che aderiscono alla sua visione dell’impegno sociale e politico.
Nel centenario di questa ricorrenza il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, che annoverò per un quindicennio Giuseppe Dossetti tra i suoi docenti, a cavallo tra gli anni ’40 e ’50, dedica il convegno “Giuseppe Dossetti giurista a Modena”, che vuole approfondire in particolare il contributo da lui dato sia ai lavori della Costituente che agli studi sul diritto canonico.
L’iniziativa, prevista per venerdì 22 novembre presso l’Aula Magna del Complesso universitario San Geminiano (v. San Geminiano, 3) a Modena, si aprirà alle ore 15.00 con i saluti introduttivi del prof. Angelo O. Andrisano, Rettore dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia, del prof. Giorgio Pighi, Sindaco di Modena, dell’avv. Giovanni Catellani, Assessore alla Cultura e Università del Comune di Reggio Emilia e del prof. Luigi Foffani, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza.
A seguire le relazioni del prof. Massimo Jasonni, su “Dossetti e l’Articolo 7 della Costituzione”, del prof. Vincenzo Pacillo, che parlerà de “L’eredità canonistica di Giuseppe Dossetti” e del prof. Carmelo Elio Tavilla che ripercorrerà i suoi trascorsi a Modena “Giuseppe Dossetti e la Facoltà di Giurisprudenza di Modena (1942-1957)”. Concluderà la giornata l’intervento di Graziano Delrio, Ministro per gli affari regionali e autonomie e lo sport, che parlerà della “Eredità politica e Culturale di Giuseppe Dossetti”.
“L’esperienza di docenza modenese del Dossetti – afferma il prof. Vincenzo Pacillo dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia – fu estremamente ricca, sia da un punto di vista della formazione che egli seppe dare ai giovani giuristi modenesi, sia per la fervida attività scientifica. Fu durante il periodo di docenza modenese che Dossetti redasse le sue riflessioni sulle funzioni e sull’ordinamento dello Stato moderno, riflessioni in cui egli preconizza, in modo quasi profetico, il pericolo di un superamento del ruolo delle assemblee parlamentari da parte di gruppi clientelari e di poteri forti. Giuseppe Dossetti lascia in eredità a Modena l’immagine di un giurista capace di studiare il diritto canonico con perfetta padronanza del diritto romano e del diritto civile – senza però dimenticare l’alto afflato della filosofia e della teologia – e di approcciarsi al diritto ecclesiastico senza ignorare la teoria generale dello Stato. Ma lascia anche l’eredità di una coerenza spirituale e di un radicalismo cristiano convinto della necessità del dialogo e della conoscenza intellettuale come motore della società”.
GIUSEPPE DOSSETTI
Cresciuto a Cavriago, in una terra cui rimase sempre profondamente legato, Dossetti fu allievo di Vincenzo Del Giudice e si formò – come giurista – nell’Università di Bologna prima e nell’Ateneo milanese del Sacro Cuore poi. Fu Arturo Carlo Jemolo ad assegnare a Dossetti il tema della dissertazione di laurea, ma fu Cesare Magni, che a Jemolo era nel frattempo subentrato sulla cattedra bolognese, a seguire i primi e decisivi passi scientifici del laureando Dossetti ed impostare la metodologia e gli obiettivi operativi della ricerca sulla violenza nel matrimonio canonico da quest’ultimo intrapresa. I primi anni dell’insegnamento di Dossetti a Modena sono legati non solo alla monografia (pubblicata nel 1943) “La violenza nel matrimonio in Diritto canonico”, ma anche all’attività politica antifascista. Da professore di Diritto ecclesiastico nell’Università di Modena Dossetti sarà prima Presidente del CLN di Reggio Emilia poi Deputato alla Costituente; da professore di Diritto ecclesiastico contribuirà in modo determinante a costruire i principi costituzionali su cui si fonda il Diritto ecclesiastico vigente. Sempre durante la docenza modenese vedono la luce lo studio sulla Formazione progressiva del negozio nel matrimonio canonico e – da un punto di vista politico – il Libro bianco su Bologna, che rappresenterà in un certo senso la fine di una fase della vita del “professorino” di Cavriago. All’attività modenese di Dossetti si deve anche una prolusione del 1951 – andata purtroppo perduta – dal titolo “Grandezza e miseria del Diritto della Chiesa”, prolusione sulla quale Dossetti tornerà nel 1986 per segnalare la necessità di un ripensamento dell’eccessivo tecnicismo della scuola canonistica italiana ed un’apertura alla necessità di studiare il diritto della Chiesa, tenendone in alta considerazione le peculiarità teologiche. Consegnatosi volontariamente al silenzio ed alla preghiera, si dedica ad un’opera di studio e meditazione che risulterà parzialmente interrotta da un ritorno alla vita pubblica solo negli ultimi anni della sua esistenza terrena.