Il programma di mandato della Giunta Errani considerava la “tutela dell’ambiente prioritaria”. Lo ricorda il consigliere Andrea Defranceschi (M5s) in una interrogazione in cui segnala che l’ex assessore all’ambiente, Sabrina Freda, in una lettera del febbraio 2013 avrebbe chiesto a tutte le Province di non apportare “modifiche alle autorizzazioni di impatto ambientale di discariche e inceneritori”; in attesa del Piano regionale rifiuti, per “evitare ampliamenti o aperture di nuovi impianti”.
A seguito dei “contrasti tra l’allora assessore all’Ambiente e le Province avvenuti per i suddetti motivi”, derivò – scrive il consigliere – la presa in carico da parte di Errani delle “relazioni con le Province in materia ambientale” e, successivamente, la Provincia di Modena, con una determina “che modifica l’autorizzazione integrata ambientale per il termovalorizzatore di via Cavazza”, avrebbe cambiato “la destinazione d’uso dell’inceneritore”.
“L’impianto di smaltimento – a parere di Defranceschi – diventa impianto di recupero, dando così il via libera all’accoglimento dei rifiuti da fuori provincia e da fuori regione”.
Il consigliere, a questo proposito, ricorda: le 10 domande rivolte dal gruppo Idv alla Giunta “a seguito dell’improvviso dimissionamento dell’assessore all’Ambiente”; le “complicate e urgenti questioni” riguardanti l’inceneritore modenese; il “recente ruolo della vicepresidente della Giunta, Simonetta Saliera”, a cui sarebbe stata conferita la delega per l’inceneritore, e le sue risposte all’interrogazione del consigliere Leoni del Pdl sulla delibera della Provincia di Modena.
Defranceschi afferma inoltre che “queste domande, legittime e pertinenti, non hanno ancora ricevuto risposta” e che “si rimanda continuamente a un Piano regionale di gestione dei rifiuti che, nonostante le dichiarazioni e l’impegno di presentarlo entro l’anno, è ancora ben lungi dall’essere definitivo”.
La mancanza di un assessore all’Ambiente, rileva l’esponente del Mov5s, crea inoltre “un vuoto di riferimento non indifferente” e, nel caso specifico dell’inceneritore di Modena, “una determina non può cambiare una pianificazione vigente”.
Nel testo si ricorda inoltre che il sottosegretario Alfredo Bertelli avrebbe “assolto” la Provincia di Modena, “assumendosi così la responsabilità dell’operato dell’ente”, “dichiarando che quest’ultimo avrebbe applicato criteri e calcoli definiti dalle direttive comunitarie, utilizzando dati di circa due anni e mezzo di funzionamento dell’impianto, dunque la potenziale modifica dei flussi dei rifiuti, compresi i paventati rifiuti extra-regione, è soltanto una ricaduta indiretta e non evitabile dell’applicazione di questa normativa”.
Defranceschi chiede quindi alla Giunta quali materiali alimenteranno il “neo impianto di termovalorizzazione” modenese, quale significato abbia la dicitura che “in via complementare saranno trattati i rifiuti urbani provenienti da altri territori regionali” e quali siano gli enti locali di cui si parla, quando, in consiglio provinciale a Modena, è stato approvato un ordine del giorno, in cui il Pd avrebbe dichiarato che “gli enti locali interessati hanno convenuto con il gestore che l’ambito territoriale di provenienza dei rifiuti urbani da trattare nell’ impianto sarà comunque regionale” e che “il conferimento all’impianto di termovalorizzazione avverrà prioritariamente per i rifiuti provenienti dal territorio provinciale”.
Il consigliere vuole quindi sapere se sia sufficiente una determina dirigenziale provinciale a stabilire il “destino” dei nostri rifiuti, a cosa serva il Piano regionale dei rifiuti, le cui linee guida “appena approvate dicono il contrario” e se basti “una normativa per accantonare il benessere dei cittadini e la volontà dell’Assemblea”: nel febbraio 2013, infatti, – informa Defranceschi – “Hera chiese alla Provincia di Modena di poter bruciare rifiuti provenienti da altre province ma l’autorizzazione le venne negata per una incertezza normativa. Dopo quattro mesi gli si concede invece la possibilità di scegliere i rifiuti da tutta Italia”.
L’esponente del M5s domanda, quindi, quali siano gli accordi economici stabiliti tra Hera e la Provincia di Modena e chi ne tragga vantaggio; se gli utenti modenesi avranno degli sgravi sulle bollette e, in caso di risposta affermativa, in quale percentuale; chi controllerà la qualità dei rifiuti bruciati a Modena; se anche questo compito sarà affidato alla medesima multi utility o alla Provincia e con quali fondi si intenda procedere a tale operazione; come verrà distribuito e a chi verrà destinato il guadagno del “neo-produttore multi utility di energia”, se si intenda reinvestirlo nel territorio o se ci siano obiettivi “finanziari di altro genere” e, infine, quali saranno le tariffe applicate alle altre province e regioni per ogni chilo di rifiuti bruciati.