“Se non riparte il mercato immobiliare, i soldi per fare la stazione di Isozaki non ce li abbiamo”. L’amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti sulla possibilità di realizzare a breve il mega progetto di restyling della stazione centrale di Bologna, realizzato dall’archistar giapponese Isozaki. “Quando ripartirà il mercato immobiliare e potremo vendere le aree ferroviarie dismesse – ha spiegato Moretti a margine dell’inaugurazione di Expotunnel in Fiera – avremo i soldi per fare la stazione di Isozaki”.
“Quando nel 2007 Moretti presentò il progetto della nuova stazione disse che i soldi necessari alla sua realizzazione erano stati già individuati. Oggi, invece, dice l’esatto contrario. Evidentemente c’è qualcosa che non quadra”. E’ questo il commento di Giovanni Favia, consigliere regionale indipendente, sul mancato restyling della stazione ferroviaria di Bologna prospettata dall’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. “Dopo il Civis, il Tecnopolo e il People Mover, se ne va un altro pezzo di storia, ovviamente immaginaria e inutile, di Bologna. Moretti ne ha sancito l’irrealizzabilità perché a suo dire il mercato immobiliare non è ripartito ed è impossibile vendere le aree ferroviarie dismesse. In parole povere la stazione non è una priorità e in questo periodo se ne può anche fare a meno. Discorso ineccepibile se non fosse che, il buon Moretti, quando ne l 2007 presentò il progetto (350 milioni di costi complessivi per 162mila metri quadri da edificare e cantiere finito entro il 2015) disse che le risorse, rigorosamente in project financing, arrivavano direttamente dai diritti di edificazione che (cito testualmente le sue parole riportate dai giornali dell’epoca) ‘abbiamo già ricavato nell’utilizzare tutti i terreni dismessi che ci sono nella stazione e attorno’. Quindi, o nel 2007 Moretti aveva un fratello gemello che era solito dare numeri e cifre a caso, oppure oggi c’è qualcosa che non quadra. Come fanno queste risorse, già ricavate nel 2007, a non essere più disponibili nel 2013? Si può essere d’accordo o meno sull’Alta Velocità, e io non lo sono. Ma su una cosa non si può non essere d’accordo e cioè sul rispetto degli impegni presi e dei progetti approvati”.
Per Favia dunque è necessario fare chiarezza sulle reali motivazioni che potrebbero portare al tramonto del progetto di restyling. “Di certo le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Fs, vecchie e nuove, non aiutano a capire – aggiunge il consigliere regionale -. Basti pensare a quanto ha affermato Moretti (o suo fratello) sulla stazione Mediopadana di Reggio Emilia: il 29 aprile del 2011 era “inutile perché farebbe perdere del tempo a chi viaggia tra Bologna e Milano”, mentre il 13 giugno del 2012 diventò improvvisamente “un elemento fondamentale del nuovo sistema dell’Alta velocità”. Io ho l’impressione che sul mancato restyling della stazione le motivazioni siano altre e che Moretti sfrutti la sua formidabile abilità del dire tutto e il contrario di tutto, per prendere tempo, rimandare, vedere l’effetto che fa e magari non ammettere colossali sbagli, primo tra tutti quello d i aver puntato tutto su uno strumento, il project financing, che non sempre dà i risultati sperati. Come dimostrano i casi della sede del Comune di Bologna in piazza Liber Paradisus e il nuovo parcheggio della Fiera: in entrambi i casi, infatti, si è trattato di una scelta anti-economica, con pesanti ricadute che, come al solito, sono piombate sulle spalle dei cittadini.
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“E’ inconcepibile che le organizzazioni sindacali debbano venire a conoscenza dell’intenzione di dismettere infrastrutture considerate non più utili solo a mezzo stampa, e se questo è il sistema con il quale Moretti intende confrontarsi, certamente siamo in presenza di uno scontro frontale sullo stesso binario”.
Lo dichiara il segretario nazionale Attività ferroviarie – Ugl Trasporti, Umberto Nespoli, che commenta le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, rilasciate a margine del Saie.
“Mentre in questi giorni è stato avviato un serrato confronto tra le organizzazioni sindacali e i massimi dirigenti di Fsi e delle società del gruppo che verteranno, tra l’altro, sulla riorganizzazione della settore circolazione e manutenzione di Rfi – spiega il sindacalista -, oggi veniamo a conoscenza, ancora una volta solo a mezzo stampa, dell’intenzione di dismettere infrastrutture considerate non più utili”.
“Ci chiediamo – conclude – se la politica dei trasporti è in capo o meno all’esecutivo ed al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Maurizio Lupi, ed attendiamo precisazioni, prima di entrare nel merito delle provocazioni di Moretti”.