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Domenica 15 Settembre apertura della caccia: impegnate quasi 5.000 doppiette modenesi

polizia_provinciale_controlli_cacciaApre ufficialmente domenica 15 settembre la caccia alla selvaggina stanziale, come lepri e fagiani, che vede impegnate quasi cinque mila doppiette modenesi (alle quali si aggiungono quasi due mila cacciatori non residenti). Fino al 31 gennaio è possibile esercitare la caccia tutti i giorni (per un massimo di tre giorni in forma vagante) ad esclusione del martedì e il venerdì, con limitazioni a seconda del tipo di caccia. La caccia collettiva al cinghiale, invece, apre il 1 ottobre, mentre il 5 ottobre parte la caccia di selezione al cervo maschio.

«Da domenica – sottolinea Luca Gozzoli, assessore provinciale all’Agricoltura con delega alle Politiche faunistiche – l’attività venatoria entra nel vivo coinvolgendo praticamente tutti i cacciatori modenesi. Il calendario venatorio, con le sue severe regole e scadenze, ci consente di rispondere al meglio e con maggiori certezze alle esigenze di gestione, tutela e controllo del territorio, assicurando anche un efficace riequilibrio faunistico. Le novità introdotte in questi ultimi anni, inoltre, hanno comportato una intensificazione della selezione degli ungulati con risultati positivi sempre più evidenti».

In vista dell’apertura, i cacciatori modenesi stanno ritirando nei Comuni di residenza il tesserino regionale, un libretto dove ogni cacciatore deve trascrivere negli appositi spazi oltre la data, la sigla dell’Atc o Afv anche il tipo di caccia svolto quel giorno (da appostamento o vagante).

Il calendario provinciale definisce anche le norme comportamentali per la salvaguardia dell’ambiente agroforestale: quando e come si può entrate in un frutteto o in un campo coltivato o in una zona di rimboschimento.

Dal 1 settembre era scattata la fase di preapertura della caccia esclusivamente per alcune specie di uccelli: ghiandaia, cornacchia grigia, gazza, merlo e tortora con limitazioni. Prosegue fino al 30 settembre la caccia di selezione al daino maschio in montagna e collina, dove la Provincia ha indicato l’obiettivo della presenza zero, mentre la caccia di selezione al cinghiale prosegue fino al 31 gennaio allo scopo di rafforzare il contrasto all’eccessiva presenza.

La caccia di selezione viene effettuata da circa millecinquecento cacciatori autorizzati sulla base dei piano di abbattimento stabilito dalla Provincia.

Il calendario venatorio provinciale è disponibile nel sito www.provincia.modena.it nella sezione Politiche faunistiche.

 

SOSPESO L’UTILIZZO DI UCCELLI DA RICHIAMO: MISURA CAUTELATIVA CONTRO L’INFLUENZA AVIARIA

In tutta la regione Emilia Romagna è stato sospeso l’utilizzo di uccelli da richiamo per la caccia. Il provvedimento, in vigore dalla data di apertura della caccia, è stato adottato come misura cautelativa per limitare il diffondersi del virus H7N7 dell’influenza aviaria.

La sospensione riguarda gli uccelli da richiamo appartenenti agli ordini degli anseriformi (anatre e uccelli acquatici) e caradriformi (uccelli terragnoli come beccaccia e frullino).

 

I CONTROLLI DELLA PROVINCIA E LE SANZIONI: “RISPETTARE LE DISTANZE DI SICUREZZA DA CASE E STRADE”

«Il problema principale resta il mancato rispetto delle distanze di sicurezza, causa spesso di lamentele che la Polizia provinciale riceve dai cittadini durante la stagione venatoria. Raccomandiamo ai cacciatori il rigoroso rispetto di queste regole a tutela della sicurezza dei residenti».

Lo sottolinea Emanuela Turrini, comandante della Polizia provinciale, nel ricordare che per il mancato rispetto delle distanze di sicurezza (100 metri dalle abitazioni, 50 dalle strade e 150 quando si spara in direzione di una abitazione o strada) è prevista una sanzione amministrativa di 206 euro.

Sul corretto svolgimento dell’attività venatoria sono impegnati in tutto 23 agenti del Corpo di Polizia della Provincia a cui si aggiungono, soprattutto in montagna, quelli del Corpo Forestale dello Stato; collaborano anche alcuni nuclei di Gev, Gel, guardie volontarie delle associazioni ambientaliste e venatorie e le tre guardie venatorie degli Atc.

Gli agenti controllano anche il rispetto del regime di divieto di caccia nelle aree protette (circa 60 mila ettari), in quelle parti di campagna che i Comuni hanno dedicato allo sviluppo dei piani regolatori, in cui è vietato cacciare, e nelle aree rurali vicino ai centri abitati dove i sindaci hanno vietato la caccia.

 

IL CACCIATORE MODENESE HA IN MEDIA 60 ANNI: NUMERO IN CALO, IN AUMENTO LA CACCIA AGLI UNGULATI

Il cacciatore modenese ha 60 anni e in questi ultimi anni sta scoprendo la caccia agli ungulati rispetto alla tradizionale caccia a lepri e fagiani con il cane da ferma.

E’ questo l’identikit del cacciatore modenese che scaturisce dai dati del servizio Politiche faunistiche della Provincia di Modena.

Saranno circa cinque mila le doppiette modenesi impegnate nella stagione venatoria che si apre domenica 15 settembre; a queste si aggiungono quasi due mila cacciatori provenenti da province e regioni limitrofe.

Il numero dei cacciatori è in calo negli anni (nel 2000 i cacciatori erano poco più di diecimila) e l’età media è sempre più alta: ora è di circa 59 anni, mentre solo il 5 per cento degli appassionati ha meno di 30 anni. Oltre la metà dei cacciatori ha più di 60 anni.

Il ricambio generazionale è lento ma tuttora in corso: la maggior parte dei cacciatori che si abilitano ogni anno, una cinquantina in media, è di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

 

TUTTE LE CIFRE DEI TRE ATC MODENESI: I 160 MILA ETTARI DOVE È CONSENTITA LA CACCIA

Nel modenese gli Ambiti territoriali di caccia (Atc) sono tre e hanno una dimensione complessiva di quasi 160 mila ettari. I confini degli Atc dividono il territorio orizzontalmente in tre parti: l’Atc Modena l (a nord, e riguarda la bassa pianura, da Carpi a Finale Emilia), l’Atc Modena 2 (quello centrale, copre la media pianura, tutta la collina e parte della montagna ovvero da Soliera a Pavullo) e l’Atc Modena 3 che è quello più a sud, in alta montagna. Ogni Atc è governato da un Comitato direttivo, l’organo di gestione, e da una assemblea dei soci.

 

 

 

 

















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