Da alcune settimane gran parte del dibattito giornalistico, e non solo, si concentra sul futuro dell’inceneritore di Modena. I cittadini avranno certamente più chiari i diversi e legittimi posizionamenti sulla questione, tornata centrale nella discussione in pieno agosto, a seguito della delibera provinciale che ha riconosciuto l’impianto di Modena come impianto R1, quindi, a valorizzazione energetica e non di solo smaltimento.
Questo ha provocato una legittima e fondata preoccupazione tra i cittadini circa la possibilità di attrazione di rifiuti da fuori provincia, e/o da fuori Regione, per garantire un efficiente funzionamento dell’impianto di Modena.
La conferenza stampa congiunta di Comune e Provincia, e l’impegno formale di Hera, a rispettare determinati vincoli territoriali e quantitativi circa l’utilizzo del termovalorizzatore hanno contribuito a far chiarezza, e per quello che riguarda la Cgil di Modena, ad impegnare azienda e enti locali al rigoroso rispetto di tali impegni.
Tuttavia, per la delicatezza del tema, per le sue implicazioni sulla salute dei cittadini e sull’efficienza del trattamento del ciclo dei rifiuti, pensiamo si renda necessaria una discussione sull’intera filiera dei rifiuti e non solo sulla dotazione impiantistica, che coinvolga i cittadini e le loro rappresentanze.
Questo è necessario per evitare semplificazioni che spesso hanno poco a che fare con la complessità di un tema che ha questa rilevanza e/o per ridurlo a meri, anche se legittimi, posizionamenti politici ed elettorali.
Crediamo infatti che la politica e le istituzioni del territorio debbano cogliere la sensibilità dei cittadini su queste tematiche, a partire da quelle imprescindibili sulla salute, per coinvolgerli in processi partecipativi e decisionali su temi decisivi dal punto di vista ambientale, oltre che economico e sociale, per il nostro territorio.
i tempi sono maturi per una riflessione più complessiva sul tema del ciclo dei rifiuti, a partire da quanto, cosa, come si brucia negli inceneritori dell’Emilia Romagna.
A questo proposito, la Cgil propone alcuni spunti di riflessione, a partire dalle proposte avanzate unitariamente al tavolo regionale nella discussione sul Documento Preliminare al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.
Condizione per un futuro sostenibile è oggi quella di agire in una logica di sistema regionale, rafforzando le scelte in ambito di area vasta e soprattutto valorizzando il ruolo di Regione ed Enti Locali sulle scelte strategiche e di investimento. Aspetti su cui non sempre abbiamo misurato la giusta coerenza, sia da parte di Hera, sia da parte degli Enti locali proprietari della Multiutility.
Scelte strategiche e di investimento che non possono che essere indirizzate verso l’obiettivo della riduzione della produzione di rifiuti, l’incremento di quantità e qualità della raccolta differenziata, essendo oggi indispensabile mettere in campo scelte che consentano un vero e pieno recupero e riuso della materia. Condizioni queste indispensabili ed imprescindibili per ragionare anche del futuro, e andare rapidamente al superamento delle discariche e poi dello stesso termovalorizzatore.
Educazione ambientale, nascita di aree del riciclo, sviluppo di impianti per la separazione, divisione e cristallizzazione dei rifiuti, investimenti pubblici e privati in ricerca ed innovazione, possono realizzare anche la creazione di nuova occupazione e/o riconvertire professionalità esistenti per delineare nuovi e più efficaci sistemi produttivi.
Questo è il futuro su cui occorre investire e con cui le scelte politiche dei prossimi anni si dovranno misurare, rafforzando la partecipazione di lavoratori, parti sociali e cittadini ai processi decisionali.
(Tania Scacchetti, Segretario Generale CGIL Modena)