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CIE Bologna, UDC: Si al miglioramento, NO alla chiusura

CIE-Bologna_ph_MediciXDirittiUmaniCome volevasi dimostrare.

Quello che si paventava fin dall’inizio è accaduto: la Prefettura ha rescisso il contratto che legava la Coperativa l’Oasi al Cie di Bologna e lo ha fatto per gravi violazioni al capitolato. Non poteva finire diversamente, visto quanto era evidente e sotto gli occhi di tutti: un degrado organizzativo e sanitario che era sfociato anche in atti gravi degli ospiti, una situazione insostenibile che il Prefetto aveva intuito già l’anno scorso, sospendendo l’entrata al Cie della stessa Oasi. La cooperativa aveva vinto, presentando un’offerta notevolmente ribassata.

I sindacati hanno anche recentemente denunciato le irregolarità contrattuali perpetuate da Oasi. Gli stessi lavoratori hanno adito le vie legali per il recupero delle spettanze, anche perchè per vincere l’appalto la cooperativa di Siracusa h accettato € 28,50 per ospite, cifra che non può garantire la rete di servizi e l’inquadramento economico contrattuale previsto per il personale.

Il Prefetto, ora, ha assunto una decisione giusta e, nell’ipotesi malaugurata di causa alla Prefettura da parte di OASI, siamo al fianco del Prefetto al quale esprimiamo non solo una piena solidarietà per aver operato questa scelta, ma anche perchè è incivile il degrado e le infime condizioni umane in cui versavano gli ospiti di questo centro.

Sul punto che si voglia arrivare alla chiusura del CIE, abbiamo alcune considerazioni su cui riflettere . Non sono sufficienti buonismo o demagogia spicciola, perchè occorre guardare in faccia la realtà.

Sappiamo tutti quanto sia pesante il tributo che la gente paga per la microcriminalità ed in particolare a Bologna e quanto sia grande l’incidenza straniera.

Di certo non può e non deve essere banalizzata la chiusura motivandola con la mancanza di uomini delle FO.

Ricordiamo che “I centri di identificazione ed espulsione (CIE), prima denominati centri di permanenza temporanea (CPT), sono strutture previste dalla legge per trattenere gli stranieri , “sottoposti a provvedimenti di espulsione e o di respingimento con accompagnamento coattivo alla frontiera” nel caso in cui il provvedimento non sia immediatamente eseguibile. Essi sono stati istituiti in ottemperanza a quanto disposto all’articolo 12 della legge Turco-Napolitano (L. 40/1998 ).

Sono presenti poi in tutta Europa.

Sicuramente ci possono essere progetti e cooperative che possano migliorare la qualità della vita all’interno di questi centri.

SI al miglioramento, NO alla chiusura.

La crisi economica non deve essere scudo per abbassare la guardia di fronte alla sicurezza dei cittadini onesti, vittime sempre più indifese di fronte ad una criminalità che si nutre anche di stranieri.

(La Segretaria Provinciale, Maria Cristina Marri – il Presidente Gruppo Udc in Provincia, Mauro Sorbi)
















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