Intervenire sul gomito lussato è spesso molto complicato: è difficile identificare correttamente il problema, è fondamentale agire presto perché l’articolazione si irrigidisce molto velocemente, è necessario conoscerne la complessa biomeccanica per fare la scelta chirurgica giusta. E il gomito è la seconda articolazione del corpo umano a subire lussazioni (dopo la spalla).
Per fare il punto sulle tecniche attualmente utilizzate nel trattamento delle lussazioni e dell’instabilità del gomito e sulle innovazioni tecnologiche, all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna martedì 4 giugno gli esperti italiani di chirurgia del gomito si confrontano con il prof. Shawn O’Driscoll della Mayo Clinic, centro statunitense di riferimento per l’ortopedia internazionale, in una giornata di live surgery (chirurgia in diretta) e approfondimento scientifico organizzata dal dottor Roberto Rotini (immagine), direttore della Struttura di Chirurgia della Spalla e del Gomito del Rizzoli.
“Incidenti stradali, in particolare cadute da moto o bici, traumi sportivi, ma anche semplici cadute a terra possono determinare una lussazione di gomito, a cui spesso si associano fratture – spiega Rotini, che presiede l’evento insieme a O’Driscoll. – Oltre a questa tipologia di origine traumatica, esiste anche un tipo di instabilità del gomito legata alla ripetitività di gesti in ambito lavorativo, ad esempio nei lavori manuali che comportano il sollevamento di pesi o l’uso di martello pneumatico, o in ambito sportivo, in particolare negli sport di lancio, come il tennis o il baseball.”
Nel caso di eventi traumatici le ossa lunghe (omero, ulna, radio), tra cui si trova il gomito, scaricano un’elevata quantità di energia sull’articolazione, determinando la perdita dei “rapporti articolari” con rottura di tutti i legamenti. Una volta ridotta, la lussazione può recidivare e creare i presupposti per una instabilità ricorrente. Gli stress reiterati dovuti a gesti ripetitivi creano invece un progressivo “allentamento” dei legamenti. In entrambi i casi, esistono diverse metodiche per affrontare il problema: dalla ricostruzione dei legamenti alla riparazione delle fratture con viti e placche, dalle protesi del capitello radiale ai fissatori esterni. “La conoscenza approfondita dei differenti meccanismi di lesione è determinante per inquadrare idoneamente il paziente e scegliere il trattamento più opportuno per evitare instabilità ricorrenti e temibili rigidità articolari – precisa Rotini. – Per questo l’incontro con O’Driscoll è particolarmente significativo: è il numero uno al mondo, i suoi studi di biomeccanica del gomito gli hanno permesso di redigere la nuova classificazione delle lussazioni del gomito e un protocollo di trattamento adeguato ai differenti quadri clinici, ai quali si fa riferimento a livello internazionale”.
L’impegno del dottor Rotini di realizzare al Rizzoli un percorso continuativo di alta specializzazione sulla chirurgia del gomito è partito nel 2007 e da allora si svolgono appuntamenti periodici con i massimi esperti internazionali. La Struttura Complessa di Chirurgia della Spalla e del Gomito dell’Istituto Ortopedico Rizzoli diretta da Rotini ha trattato nel 2012 oltre 100 pazienti con problemi ortopedici del gomito.
La Mayo Clinic (Rochester, Minnesota, USA) è periodicamente vincitrice del premio per il miglior reparto di ortopedia statunitense. È sede di una scuola di eccellenza a livello mondiale per la chirurgia del gomito e avvia i più importanti studi scientifici nel settore. Ha un dichiarato intento didattico, no profit, che si traduce in corsi periodici di alta specializzazione tenuti nella sede statunitense, ai quali partecipano regolarmente Rotini e i suoi collaboratori.