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Caregiver: in Emilia-Romagna più della metà degli over 65enni parzialmente o totalmente disabili riceve aiuto dai familiari nelle attività di base quotidiane

assistenza_anziani_2Figli, mogli, mariti, genitori che assistono un familiare con disabilità grave o gravissima, o un anziano malato. Non esiste un dato ufficiale su quanti siano i caregiver familiari presenti in Emilia-Romagna, ma le indagini campione a disposizione forniscono un’indicazione sulla loro consistenza. Dall’indagine “Passi d’Argento” sulla “qualità della vita percepita dalle persone con 65 anni e più” residenti al domicilio, emerge che le persone “parzialmente o totalmente disabili” ricevono aiuto nelle attività di base della vita quotidiana (come mangiare, lavarsi, vestirsi, e così via) nel 54% dei casi da familiari, nel 43% da una persona a pagamento e nel 3% da personale dei servizi pubblici. Per quanto riguarda le persone cosiddette “fragili” – autonome nelle attività di base, ma che hanno bisogno di aiuto in almeno un’attività strumentale della vita quotidiana (come prendersi cura della casa, spostarsi fuori casa, fare la spesa, fare il bucato) – ricevono aiuto nel 78% dei casi da familiari, nel 21% da una persona a pagamento e nell’1% da personale dei servizi pubblici.

“In genere il caregiver è una donna, che ha più di 50 anni e non necessariamente ha smesso di lavorare: ricopre quindi un ruolo molto faticoso, che dev’essere valorizzato” ha ricordato oggi, presentando il Caregiver Day regionale, l’assessore alle Politiche sociali Teresa Marzocchi. “Con quest’iniziativa – ha aggiunto l’assessore – vogliamo rendere ancora più evidente una figura importante, all’interno del welfare, che c’è, che esiste, e che non va lasciata sola”. Il Caregiver Day regionale 2013 si svolge a Carpi, il 24 e 25 maggio: “Andiamo in un comune che si trova nel cratere: siamo ‘dentro’ il terremoto – ha concluso Marzocchi – con l’impegno a uscirne meglio di prima”.

Partendo da una risoluzione votata all’unanimità, l’Assemblea legislativa sta lavorando a una proposta di legge sul caregiver familiare. “Contiamo di depositarla entro un mese” ha annunciato la consigliera regionale Paola Marani. Un provvedimento legislativo che garantisca il “riconoscimento del lavoro che i caregiver svolgono e i diritti che questo comporta”, prevedendo anche una certificazione delle competenze acquisite da parte di chi si occupa del familiare malato.

Anziani non autosufficienti e disabili in Emilia-Romagna, i dati

All’interno del Fondo regionale per la non autosufficienza (Frna, anno 2011) hanno beneficiato dell’assegno di cura (che va da un minimo di 300 a un massimo di 1000 euro al mese) 18.000 anziani non autosufficienti, 1.600 disabili gravi e 590 persone con gravissima disabilità acquisita per un totale di 53,7 mln di euro di cui 43,2 destinati agli anziani e 10,5 ai disabili. Il 27% dei contratti di assegno di cura prevede l’aiuto di un assistente privato (perlopiù badanti) e il 73% del caregiver familiare. 16.300 anziani non autosufficienti hanno usufruito del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale; quasi 8.000 sono stati seguiti in percorsi di dimissioni protette. 850 persone disabili hanno utilizzato servizi di assistenza domiciliare socio-assistenziale e 1580 di assistenza domiciliare socio-educativa.

Ai centri diurni, presenti su tutto il territorio regionale, hanno avuto accesso 4.800 anziani non autosufficienti, 2.400 disabili (ai centri socio-riabilitativi diurni) e 2.300 disabili ai centri socio-occupazionali e ai laboratori protetti. Servizi di accoglienza temporanea sono stati garantiti a 6.300 anziani non autosufficienti (i cosiddetti “ricoveri di sollievo”) e a 440 disabili. Nel corso degli anni, sempre con le risorse del Fondo regionale per la non autosufficienza, sono stati realizzati 51 Caffè Alzheimer; inoltre, su tutto il territorio dell’Emilia-Romagna, sono attivi poco meno di 100 gruppi di auto-mutuo-aiuto. A tutto ciò si aggiunge l’attività formativa (oltre 150 le iniziative) svolta nei 38 distretti socio-sanitari.

Il Cargiver Day regionale 2013

Quando un familiare assume volontariamente l’impegno di fornire aiuto e supporto a un proprio congiunto che non è in grado di svolgere autonomamente le “azioni” necessarie alla vita quotidiana a causa dell’età, di una disabilità o di una malattia, si fa carico di un compito difficile e gravoso. Per questo l’azione dei caregiver – figure sempre più centrali nel welfare e nell’assistenza – non può essere spontanea e guidata solo da affetto e buon senso. Spesso il carico assistenziale all’interno della famiglia è gestito da un’unica persona, che rischia di venire via via isolata e di isolarsi emotivamente e socialmente. Ci sono caregiver che devono conciliare lavoro e cura; caregiver anziani; caregiver costretti a conciliare scuola e cura. Di tutto questo si discuterà a Carpi il 24 e 25 maggio, in occasione del Cargiver Day: un’iniziativa a valenza regionale, voluta per sensibilizzare la cittadinanza e valorizzare il ruolo del familiare che si prende cura. Contestualmente, altri ambiti distrettuali della regione hanno organizzato momenti “ad hoc” sul tema dei caregiver: Correggio, Modena, Sassuolo, Pianura ovest (Bo), San Lazzaro, Ferrara, Cesena e Riccione hanno aderito alla giornata regionale valorizzando i servizi/interventi attivi a sostegno dei caregiver a livello locale e promuovendo l’apporto dell’associazionismo e del volontariato.

 

 

















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