I dati comunicati ieri dall’Inps sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali rendono drammaticamente evidente l’ulteriore aggravamento della crisi nella nostra provincia. Dall’analisi dei numeri il quadro che emerge sul territorio modenese è allarmante: raddoppia il ricorso alla Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo) e a quella Straordinaria (Cigs), mentre il ricorso alla deroga (Cigd) rimane legato allo sblocco di 8.000 accordi fermi in Regione a causa della mancata copertura su cui deve intervenire il Governo.
Un dato per tutti può essere esemplificativo della drammaticità del quadro: nel solo mese di aprile di quest’anno sono state autorizzate 1.211.708 ore di Cassa Integrazione Straordinaria. Dato praticamente triplicato rispetto ad aprile 2012 quando le ore autorizzate per CIGS erano invece 435.244.
Questi nel dettaglio i numeri: la Cassa Integrazione Ordinaria autorizzata nei primi 4 mesi del 2013 ammonta a 1.110.894 ore e di fatto raddoppia rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando le ore autorizzate erano 692.176.
Raddoppio anche per la Cassa Integrazione Straordinaria che passa da 1.671.273 ore autorizzate nel periodo gennaio-aprile 2012 a 2.977.892 del 2013.
Discorso a parte invece per la Cassa Integrazione in Deroga che passa da 2.065.883 ore dei primi 4 mesi del 2012 a 1.582.988 ore. In questo caso però bisogna tener conto che in Regione sono tuttora bloccati, in attesa delle risorse necessarie, 8.000 accordi già firmati da aziende e sindacati, dei quali buona parte sono imputabili alla provincia di Modena.
In totale nel primo quadrimestre del 2013 sono state richieste 5.671.711 ore per ammortizzatori sociali, a fronte delle 4.429.432 ore dello stesso periodo del 2012.
Ancora una volta i dati forniti dimostrano la strutturalità di una crisi che, non solo non accenna ad arretrare, ma se possibile va radicandosi sempre di più fino ad incancrenire ulteriormente i propri effetti.
Sul tavolo del Governo c’è, da troppo tempo, la questione del rifinanziamento degli ammortizzatori in deroga che necessita di una risposta sempre più urgente. E’ però evidente il tema di una economia in stallo e di un mercato del lavoro praticamente bloccato che troppi danni sta facendo sul piano sociale. Questa deve essere la priorità dell’agenda politica nazionale e locale: ogni altro tema rischia di essere fumo negli occhi per quella parte di società sempre più esasperata dalla mancanza di occupazione e di prospettive per il futuro.