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Aimi (PDL): “Biomedicale in crisi. La politica stringa un patto per salvare il settore”

“Il crollo del 40% dell’export – spiega l’esponente del PDL – è un segnale da non sottovalutare soprattutto alla luce del nuovo provvedimento del governo Monti che chiede un nuovo giro di vite sulla sanità. Il 60 % della produzione del distretto di Mirandola è legato al mercato interno e sconterà nuovi ostacoli: il calo del tetto dal 4,9% al 4% per la spesa relativa ai dispositivi medici, oltre alla riduzione significativa degli importi degli appalti. Il tutto, tradotto in cifre, significa approssimativamente meno 2,3 miliardi nel 2013 e meno 2,8 miliardi nel 2014.

A questo aggiungiamo che il complesso iter burocratico per ottenere i contributi per la ricostruzione è difficile e tortuoso e l’export non ‘tira’ più come un tempo (già lo scorso anno si attestò a poco più dell’1% quando gli altri distretti segnavano mediamente un +10%).

In questo contesto – spiega Aimi – è necessario intervenire in modo deciso su un aspetto che compete direttamente alle regioni ed avrebbe un costo limitato.

I danni per il terremoto al biomedicale sono stimati in 600milioni mentre i crediti che vantano nei confronti delle Ausl sono ben 650milioni. È evidente come questa possa essere la leva per dare veramente ossigeno al settore. Effettivamente vi è stato un impegno da parte delle Ausl per posticipare i bandi a settembre cercando di ‘aspettare’ le imprese terremotate ed alcune regioni hanno cercato di anticipare i pagamenti della PA alle aziende della bassa, ma non è sufficiente.

Propongo un impegno maggiore, a partire dalle Ausl dell’’Emilia-Romagna, per saldare le fatture in un tempo congruo, 100 giorni, come fanno già oggi Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Trentino. E chiedo dunque al Commissario Errani, in qualità di Presidente della Conferenza Stato-Regione, di sensibilizzare i colleghi Presidenti affinché adottino la stessa politica nel liquidare i crediti delle imprese biomedicali.

Non possiamo dimenticare – sottolinea il Vicepresidente Aimi – come la presenza di grandi multinazionali in questo territorio tenga le oltre 5000 famiglie della bassa che vi lavorano con il fiato sospeso. Rimarranno? La Gambro, ad esempio, siglerà l’accordo a fine ottobre?

Lo spettro della delocalizzazione è dietro l’angolo, ma se la politica farà gioco di squadra ecco che potremo “ancorare” al territorio anche queste grandi imprese”.

(Enrico Aimi, Vicepresidente dell’Assemblea legislativa)
















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