L’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha promosso una giornata di discussione suggerita dalla necessità di raccogliere esperienze di vita e riflessioni prodotte sul territorio dell’Emilia-Romagna a partire dalla prima scossa di terremoto del 20 maggio scorso.
Obiettivo: capire quali siano le prassi realmente efficaci sul piano psicosociale quando intervengono eventi traumatici che colpiscono non singoli ma intere comunità.
I bambini e gli adolescenti sono una delle categorie più vulnerabili: secondo recenti dati circa un quinto dei bambini, se non adeguatamente supportato, puó sviluppare paure, ansia e altri sintomi che persistono nel tempo.
LA CREAZIONE DI UNA RETE OPERATIVA E DI STUDIO
Ecco quindi la necessità di valutare e studiare le esperienze sul campo svolte da team di studiosi (non solo il recente terremoto di maggio, ma anche quello dell’Aquila nel 2009, o il crollo della scuola di San Giuliano di Puglia nel 2002) per poter sviluppare nuove prassi coerenti con i modelli più efficaci e rispondere sempre meglio alle esigenze di bambini e adolescenti in situazioni di emergenza.
In questo senso l’Università di Modena e Reggio Emilia, è da anni impegnata nell’intervento sul campo, nella ricerca e nella formazione sul tema del trauma in età evolutiva (in particolare, abusi sessuali, fisici e disastri naturali).
Dal 2002 a Modena si formano professionisti a gestire casi di abuso attraverso il Master di II livello “La valutazione e l’intervento in situazioni di abuso e pedofilia”.
Per la prima volta in Italia, esperti del Trauma Center di Pittsburgh, Judith Cohen e Anthony Mannarino, nel 2011 hanno svolto a Modena un corso di formazione-formatori sulla terapia cognitivo comportamentale centrata sul trauma rivolto a psichiatri, neuropsichiatri infantili e psicologi. In considerazione che la TF- CBT è il trattamento più efficace per bambini e adolescenti vittime di traumi di diversa natura.
Grazie alla collaborazione con il National Child Traumatic Stress Network lo scorso anno é stato tradotto e pubblicato in Italia il volume “Primo soccorso psicologico. Una guida all’operatività sul campo”, che in tutto il mondo rappresenta un importante modello di riferimento per gli interventi psicologici in emergenza.
I terremoti che recentemente hanno colpito l’Italia hanno inoltre consolidato la collaborazione tra atenei italiani in un consorzio interuniversitario, con sede presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, il cui obiettivo è promuovere ricerca, favorire la collaborazione con altri centri e network a livello internazionale, realizzare percorsi formativi di eccellenza.
BAMBINI VITTIME DI EVENTI TRAUMATICI
Si può definire psicologicamente traumatica un’esperienza che supera le capacità di reagire di un individuo e lo lascia in preda alla paura. Una persona che vive un’esperienza traumatica si sente molto spesso sopraffatta emozionalmente, cognitivamente, fisicamente.
Un evento è traumatico quando minaccia la salute e il benessere di un individuo, quando lo rende impotente di fronte a un pericolo, quando viola gli assunti di base della sopravvivenza ed evidenzia l’impossibilità di controllare e prevedere gli eventi.
Secondo un recente studio realizzato in diversi paesi del mondo, tra cui l’Italia, e pubblicato sul The British Journal of Psychiatry circa il 38% degli adulti ha vissuto almeno un evento traumatico prima dei 18 anni (Kessler et al, 2010). Nella maggior parte dei casi si tratta di maltrattamenti fisici, e abusi sessuali.
Quali sono le possibili conseguenze di un evento traumatico nei bambini e negli adolescenti?
La reazione di un bambino non dipende dal solo evento traumatico ma anche da altri fattori:
a) livello di esposizione all’evento traumatico (ad es, maggiore pericolo di vita, lutti e distruzione);
b) fattori preesistenti (ad es, temperamento, precedenti eventi traumatici o difficoltà psicologiche/ psichiatriche);
c) condizioni successive all’evento traumatico (ad es, disponibilità di supporto sociale).
Recentemente gli studi hanno evidenziato che, se la maggior parte dei bambini recupera rapidamente una condizione di benessere, anche grazie al supporto dei genitori e della scuola, alcuni possono sviluppare difficoltà persistenti nel tempo.
Le conseguenze possono essere di diversa natura e severità: paure, enuresi notturna, aggressività, irritabilità, depressione, ansia (in particolare ansia da separazione), difficoltà di attenzione, abuso di sostanze (soprattutto tra gli adolescenti). Va ricordato che spesso il disagio dei bambini si esprime attraverso il corpo, ad esempio sotto forma di mal di testa o mal di pancia ricorrenti. Un disturbo che frequentemente si associa all’esperienza traumatica è il Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD)
BREVE SINTESI DI DATI
Eventi traumatici precoci spiegano l’esordio del 44% dei disturbi dell’età evolutiva (Green, Kessler et al, Arch Gen Psych, 2010)
Secondo recenti studi eventi traumatici precoci possono portare a sviluppare: il disturbo post traumatico da stress, stati di depressione, disturbi d’ansia e attacchi di panico. Molto frequenti anche disturbi somatici, disturbi del sonno e abuso di sostanze (Foa, Stein e McFarlane, 2006).
• E’ fondamentale un intervento tempestivo ed efficace.
CHI HA VOLUTO IL CONVEGNO
il convegno “Io NON ho più paura. Il benessere psicosociale dopo il terremoto in Emilia: dalla ricerca all’intervento” organizzato dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, con il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Emilia-Romagna, del Servizio Sanitario Regionale dell’Emilia-Romagna – Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena e del Policlinico, dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia-Romagna, della Provincia di Modena, del Comune di Modena, dell’ANCI, della Croce Rossa Italiana, di SOS – Telefono Azzurro, della Fondazione Child e dell’ANPAS.