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Aperture festive: a Modena firmato codice di autoregolamentazione

“Di fronte al cambiamento del quadro normativo, che oggi le liberalizza del tutto, l’autoregolamentazione condivisa è l’unico strumento che ha il Comune per affrontare la questione delle aperture domenicali e festive”. Lo hanno ribadito il sindaco di Modena Giorgio Pighi e l’assessore allo Sviluppo economico Daniele Sitta nella mattinata di martedì 25 settembre in Municipio, alla cerimonia per la firma del “codice comportamentale sulle aperture domenicali e festive degli esercizi commerciali di vendita al dettaglio” sottoscritto da rappresentanti della media e grande distribuzione e associazioni di categoria del commercio. Nella Sala di Rappresentanza di Palazzo Comunale, hanno firmato il codice: Mirco Dondi, delegato di Coop Estense; Pierluigi Covili legale rappresentante di NordiConad; i signori Aguzzi per Supermecati Sigma e Ecu; Ruben Gasparini per il Supermercato Di Meglio; Alberto Crepaldi per Ascom Confcommercio; Claudia Zagni per Cna; Pierpaolo Montorsi per Lapam Licom; Guido Sirri e Fulgenzio Brevini per Confesercenti. Altre realtà potrebbero firmare in futuro, visto che il “codice” è aperto a nuove adesioni e suscettibile di verifiche periodiche e potenziali modifche migliorative, come ha sottolineato Sitta. La proposta del Comune rappresenta comunque, lo ha ricordato il sindaco: “Un punto di equilibrio tra la facoltà concessa dalla legge di organizzare l’attività commerciale senza limiti di orario e giornate di apertura, il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici a non rinunciare sempre al riposo festivo, il diritto dei consumatori a ottenere un servizio, il diritto di una collettività a veder riconosciuto il valore di alcune festività civili e religiose che sono parte della nostra tradizione e dei nostri valori”.

Rispetto alle questioni poste dai sindacati, è stato precisato che “non c’è mai stata alcuna volontà di sostituirsi alla trattativa tra le parti sociali e, quindi, se i sindacati riusciranno a ottenere azienda per azienda condizioni migliori di quelle previste dall’accordo ne saremo soddisfatti”.

Il quarto punto della proposta, infatti, prevede l’impegno da parte dei datori di lavoro a garantire una turnazione di lavoratrici e lavoratori in modo il loro utilizzo, salvo volontarietà, non superi un terzo delle festività complessive di apertura, a esclusione dei mesi di novembre e dicembre; oppure, considerando l’intero anno, a fare non più di una giornata lavorativa festiva ogni due. Ciò in relazione – come è specificato – alle specifiche condizioni organizzative aziendali e sulla base delle risultanze contrattuali tra le parti sociali che interverranno nel merito, considerando anche l’ulteriore variabile della possibilità di limitare una parte delle aperture festive alla sola mattina.

Gli altri tre punti riguardano il rispetto di alcune festività religiose e civili con l’impegno a non effettuare aperture in quei giorni (1 gennaio, 25 aprile, 1 maggio, Pasqua e Lunedì di Pasqua, 15 agosto, 1 novembre, 25 e 26 dicembre), la definizione di un numero massimo di aperture per insegna (30 giornate all’anno, nelle quali una catena commerciale potrà decidere maggiori aperture per un negozio a fronte di più chiusure per un altro rispettando la media complessiva), la salvaguardia delle piccole imprese nelle gallerie commerciali con l’impegno delle società di gestione a non obbligare i negozi delle gallerie all’apertura per più di un terzo delle domenica e festività complessive, a esclusione dei mesi di novembre e dicembre.

















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