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Borghetti (IDV): Bene la riforma Severino che chiude le sedi distaccate dei tribunali di Carpi, Sassuolo e Pavullo

Non è possibile, nè credibile, dare una valutazione aprioristica sulla riforma della geografia giudiziaria fatta dal governo Monti. Antitetiche sono le posizioni assunte da politica e magistratura, che considerano il decreto l’una come il frutto di una politica di tagli scellerati e distruttivi (strano comunque che tale polemica venga attuata da coloro che negli ultimi 4 anni si siano impegnati così tanto a distruggere le finanze dello stato, e stroncare lo stato welfare…), l’altra, la magistratura, come uno dei piccoli (e lentissimi) passi di una riforma della giustizia italiana, che da anni aspetta di passare dalla carta alla realtà.

Leggiamo infatti le parole positive della Associazione Nazionale Magistrati, che ha accolto la riforma come la risposta ad una esigenza da tempo segnalata e sostenuta dalla magistratura, nella prospettiva di un più razionale ed economico impiego delle risorse disponibili e della modernizzazione del sistema.

Per quanto riguarda il territorio modenese, il decreto prevede la chiusura delle sezioni distaccate di Sassuolo Carpi e Pavullo, che saranno riunificate a Modena. Si cominci a notare, per fare chiarezza, che Modena possiede la maggiore densità di sezioni distaccate in Emilia Romagna, aperte nelle scorse decadi per un aumento dei contenziosi. Si tenga inoltre presente che si tratta di sezioni distaccate del tribunale di Modena, e non di tribunali indipendenti, e che pertanto il discorso non si può paragonare alla chiusura di quegli uffici giudiziari dei quali si è parlato sulla stampa nazionale, come Sciacca e altre realtà del sud Italia che rappresentano fondamentali presidi di legalità in territori a forte tasso di criminalità.

Altro corollario di tale notazione è rappresentato dalle funzioni di tali sezioni distaccate: esse infatti non si occupano che di uno specifico frangente dei contenziosi, rimettendo gli altri alla sede centrale cittadina. Tali sedi non sono infatti competenti a trattare i contenziosi di lavoro, le procedure collegiali, le separazioni e i divorzi, le questioni di volontaria giurisdizione, i controlli del giudice tutelari, e altri.

Si tratta pertanto di una competenza limitata, considerazione che neutralizza le critiche di chi sostiene che ora il cittadino della provincia di Modena “dovrà spostarsi fino in città” per andare in tribunale: le persone già devono spostarsi, perché le sezioni distaccate sono sedi minori e limitate.

Si può poi vedere come l’accorpamento sia stato giustamente disposto unicamente verso la sede centrale di Modena, e non sia accaduto ciò che in altre città ha suscitato tanti interrogativi, cioè l’accorpamento con tribunali di diverse province (es. Rovigo Adria Este..).

Se vogliamo poi indagare sul reale funzionamento di tali sezioni, non possiamo che raccontar di giudici che si destreggiano tra le varie sedi, tenendo udienza uno o due giorni a settimana, di cancellerie in costante sottorganico e con pochi mezzi, e di ufficiali giudiziari che seppur efficienti son costretti a lavorare fuori tempo per la coda di utenti.

Uno spostamento a Modena dell’organico del territorio permetterebbe un maggiore efficientamento delle procedure, ma non senza riserve sul risultato.

Come è infatti stato anche sottolineato dal Procuratore Zincani, un giudizio positivo sulla riforma non può essere espresso senza risolvere le due incognite della edilizia giudiziaria e dell’organico.

La situazione di costante carenza di personale e mezzi che caratterizza la giustizia italiana, non esime la nostra provincia, e tantopiù colpisce le sezioni distaccate, ma si puo’ ipotizzare che un accentramento riesca ad efficientare nella logica delle economie di scala, non senza pero una assunzione di nuovo personale, che diventa condizione imprescindibile per la riuscita positiva della riforma.

Qui sorge pero un problema cui il governo dovrà dare risposta: se la riforma é stata imperniata sul principio del costo zero, dove si prenderanno le risorse per ul nuovo personale? Riusciranno i risparmi a coprire i costi delle nuove assunzioni? E, ci saranno risparmi effettivi? Infatti, non va dimenticato che lo spostamento di personale comporta costi di trasferta per indennizzare gli impiegati spostati.

Non solo, ma si rende necessario trovare uno spazio adeguato, in città, che dia una risposta all’aumento dei contenziosi dirottati sul tribunale centrale, come archivi adeguati, spazi di lavoro per i cancellieri e gli ufficiali giudiziari, e tutto quanto sia necessario, come già espresso dal Procuratore di Modena. Inoltre, prendendo il locale quale emblema di una situazione nazionale, si auspica una stabilizzazione dei ruoli dei magistrati, problema che, si vuol denunciare, lascerà scoperto per parecchi mesi il tribunale del lavoro di Modena, con grandi ritardi nella definizione delle controversie pendenti, alti costi per le parti, e certamente contro l interesse dei singoli e della collettività, soprattutto ora, nella prima attuazione della riforma Fornero.

Pertanto, il parere dell’Italia dei Valori sull’impatto della riforma Severino sul territorio modenese viene espresso sostanzialmente positivamente, senza però poterlo alienare dal grande interrogativo delle modalità concrete di attuazione, e senza perdere l’occasione per esortare con forza la realizzazione a Modena di un concreto ed efficiente sistema informatico della giustizia, che permetterebbe la risoluzione di molti problemi. Infine, si liquidano le polemiche sollevate da alcune parti politiche negli ultimi giorni per la chiusura dei tribunali di Sassuolo, Carpi e Pavullo poiché si sostanziano in una sterile crociata per il mantenimento di uno status quo inefficiente e dispendioso.

(Alessandro Borghetti – Coordinatore Provinciale Idv Modena)
















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