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Terremoto, SEL: confronto e sopralluogo con i nostri amministratori locali. Le priorità individuate

Nel pomeriggio di mercoledì una delegazione di SEL – composta dal consigliere regionale Gianguido Naldi, dal Coordinatore regionale Giovanni Paglia, dal Coordinatore Federale modenese Giuseppe Morrone e da Gianni Ballista del Coordinamento Federale modenese – ha visitato i Comuni di Mirandola, San Felice sul Panaro, Novi e Carpi, per confrontarsi con i nostri amministratori locali che quotidianamente offrono il loro contributo nell’affrontare l’emergenza post-sisma.

Abbiamo condiviso la necessità di restituire la certezza di lavorare in sicurezza per le persone e di garantire la tenuta del nostro tessuto economico e sociale e dei livelli di convivenza civile.

Abbiamo discusso di piccole e grandi difficoltà, dall’esigenza di chiarire tempestivamente i termini del decreto ministeriale per permettere ai Comuni di dare risposte certe e concrete ai cittadini, alla piena tutela del diritto alla salute e all’istruzione, in territori oggi privati di scuole e ospedali.

Non ci sono risposte facili, ma si parte dalla consapevolezza della forza delle nostre comunità, dalla capacità di reagire con immediatezza e spirito di solidarietà ad un evento che ci costringe a ripensare il nostro modello di sviluppo dal punto di vista economico, infrastrutturale, ambientale e culturale.

La prima, urgente, grande opera ci cui abbiamo bisogno è la cura e messa in sicurezza del territorio, a partire dalla sfida che ci pone l’aggiornamento tragico della mappa sismica. L’obiettivo deve essere aggiornare, sotto questo profilo, la qualità dell’edificato, a partire da quello interessato dal sisma, per arrivare tuttavia alla generalità del patrimonio civile ed industriale esistente. Da questo punto vista, per favorire la messa in sicurezza anti-sismica degli edifici costruiti prima delle norme cogenti, il gruppo consiliare regionale SEL-VERDI propone una risoluzione per chiedere al Governo l’estensione delle detrazioni fiscali del 55% a favore di opere che abbiano questa finalità.

Il secondo tema è l’incentivo al rilancio della vocazione produttiva dei territori, che potrebbe essere minacciata dall’ansia di ripartire, dalla necessità di rispondere alla pressione delle commesse e dei mercati, se non da opportunistiche forme di delocalizzazione.

Noi crediamo si debba rilanciare un patto col mondo dell’impresa, quello che c’era e quello che ci sarà. Non abbiamo bisogno di un tessuto produttivo fragile, che scommetta sul risparmio sul costo del lavoro e sul basso costo delle aree e delle strutture artigianali e industriali, bensì di lavoro stabile e qualificato.

Quello che abbiamo da offrire sono la qualità e la capacità di lavoratori e lavoratrici, la tradizione dei nostri distretti, la volontà di rafforzarli ulteriormente con strumenti e programmi che puntino al risparmio e all’efficientamento energetico, la messa a disposizione di fondi e spazi per la ricerca, una rete robusta di servizi sociali, la difesa intransigente della legalità anche per prevenire il rischio di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata.

Crediamo che questi siano i valori che hanno permesso lo sviluppo dei nostri territori, e che oggi vadano riaffermati, come base per il futuro.

Inoltre chiediamo garanzie affinché nessuno sia lasciato da solo: non è possibile che la demolizione degli edifici pericolanti sia a carico dei cittadini, come risulta da alcune denunce.

Riguardo alla risoluzione del problema abitativo nel medio periodo, al netto di altre ipotesi che non si possono scartare automaticamente, occorre procedere con il censimento e la messa a disposizione del patrimonio sfitto o inutilizzato (e alcuni gruppi di cittadinanza attiva e Comuni già si stanno muovendo in questo senso), seguendo l’indicazione strategica del presidente Errani.

In questa direzione proveremo a fare la nostra parte, oggi e nei prossimi mesi e anni, dentro e fuori le istituzioni, spingendo perché la ricostruzione sia fatta valorizzando il diritto dei cittadini a partecipare alle scelte fondamentali, e chiedendo che si valuti l’adozione della legge regionale 3/2010 sulla partecipazione fra gli strumenti da utilizzare nel percorso della ricostruzione.

(Gian Guido Naldi – Consigliere regionale SEL-VERDI, Giovanni Paglia – Coordinatore regionale SEL Emilia Romagna, Giuseppe Morrone – Coordinatore Federale SEL Modena)

















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