E’ durata appena un’ora la tradizionale parata militare ai Fori Imperiali per la celebrazione della Festa della Repubblica, organizzata in forma notevolmente ridotta in segno di rispetto per le vittime del terremoto in Emilia.
Come annunciato, tra il Colosseo e piazza Venezia sono sfilati davanti alla tribuna d’onore i reparti senza le bande musicali, ma con il passo cadenzato soltanto dal rullo dei tamburi; niente cavalli ne’ mezzi armati.
Tre i settori in cui e’ stato diviso lo sfilamento: formazione, operazioni internazionali, emergenze e cooperazione. Ad aprire la parata, dopo l’arrivo sulla Flaminia presidenziale del Capo dello Stato Giorgio Napolitano e dei corazzieri, anch’essi per la prima volta non a cavallo, sono stati i gonfaloni delle regioni e delle province colpite dal recente terremoto, cui la parata e’ stata idealmente dedicata.
Dopo il passaggio delle scuole, delle accademie e degli istituti di specializzazione, preceduti dalle bandiere dell’Onu, della Nato e della Ue, sono sfilati i reparti impegnati nei teatri operativi delle missioni di pace, tra cui gli alpini della Taurinense, i paracadutisti della Nembo, la brigata Sassari, i lagunari della Serenissima e i maro’ del San Marco. Quindi, fra i settori dedicati alle emergenze, i granatieri di Sardegna e la fanfara dei bersaglieri. Dopo il corpo della Croce Rossa, i volontari del servizio civile nazionale e il Corpo della Polizia di Roma Capitale, la parata si e’ chiusa con il passaggio delle rappresentanze degli enti e dei corpi, armati e non, dello Stato impegnati nell’attuale emergenza terremoto. Non vi e’ stato, dunque, il finale tradizionale con il passaggio delle frecce tricolori.
