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Da Reggio in Germania per capire come contrastare meglio la crisi

Se la crisi è globale la risposta non può essere solo locale, a maggior ragione per un Paese, come il nostro, in così grande difficoltà nell’individuare a livello di governo centrale gli strumenti necessari a far ripartire il sistema Italia. Capire come altre nazioni, regioni, province e comuni, con risultati decisamente migliori dei nostri, stanno contrastando la crisi è dunque importante. Per questo una delegazione di sindaci e la presidente della Provincia di Reggio Emilia, Sonia Masini, si sono recati nei giorni scorsi in Enzkreis – accogliendo un invito di Karl Rockinger, presidente della Provincia gemellata con quella reggiana – per un confronto con rappresentanti di Comuni, Università, imprese e banche sulle azioni di contrasto alla crisi intraprese in Germania che finora hanno dato importanti risultati.

Al rientro in Italia, i significativi spunti di riflessione emersi da questi incontri sono stati illustrati questa mattina a Palazzo Allende dalla stessa presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, dai sindaci Marzio Iotti (Correggio), Paola Baraldi (Campagnola), Fabrizio Bellelli (Rio Saliceto), Giorgio Benaglia (Guastalla), Barbara Bernardelli (Reggiolo), Paola Casali (Bagnolo in Piano), Paolo Colli (Montecchio), Andrea Costa (Luzzara), Vanna Scaltriti (Rolo); Andrea Tagliavini (Quattro Castella) e Giuseppe Vezzani (Brescello) e dal vicesindaco di Bibbiano Emillo Catellani.

“Quello che più ci ha colpiti, in positivo, è stata la grande unità con cui i tedeschi stanno fronteggiando la crisi – ha detto la presidente Sonia Masini – Quel gioco di squadra che in Italia invochiamo così spesso, là è stato realizzato davvero: i soggetti pubblici hanno dato un forte supporto alle imprese, che si sono impegnate a non licenziare, ed i lavoratori, per contro, hanno accettato condizioni di lavoro più flessibili pur di garantire a tutti un’occupazione. Anche la Germania si è indebitata, ma non ha sprecato nulla, ha puntato sulla crescita della qualità e quantità delle produzioni, sulla possibilità di mantenere o conquistare i mercati e sulla solidità ed eticità dei comportamenti di ciascun attore pubblico e privato, sociale ed economico”.

Il sistema autenticamente federale ha puntato su Comuni e Province, istituzioni particolarmente forti nell’ordinamento (anche giuridico) tedesco, che detengono la principale responsabilità nei confronti dei cittadini su tutte le questioni pubbliche, rispetto alle quali hanno poteri sovrani anche dal punto di vista finanziario.

Le Province svolgono un ruolo intermedio tra Land e Comuni, assommando le competenze amministrative delle prefetture e gestiscono attraverso le Sparkasse (Casse di risparmio locali) e le loro fondazioni gran parte del risparmio locale che reinvestono in interventi sociali, ma principalmente a favore della competitività delle imprese. Le Province tedesche inoltre, in forte raccordo con i Land, gestiscono direttamente la parte pubblica dei servizi sociali e per i giovani, formazione e scuole professionali, tutto ciò che riguarda l’ambiente compresa la gestione dei rifiuti, strade e trasporto pubblico.

“Nei confronti dei Comuni i provvedimenti del governo italiano e di quello tedesco in risposta alla crisi economica si sono mossi in direzioni diametralmente opposte – ha sottolineato, anche nella sua veste di portavoce provinciale dell’Anci, il sindaco di Correggio, Marzio Iotti – In Italia sono diminuiti i trasferimenti dagli altri livelli di governo e si è chiesta ai Comuni una maggiore rigidità nella spesa pubblica, diminuendo le possibilità di investimento con conseguente riduzione oltre misura dei servizi a disposizione di famiglie e cittadini, mentre in Germania c’è stato un immediato supporto economico ai Comuni attraverso un “Programma federale contro la crisi”, promosso già nel 2008 e implementato nel periodo 2009–2011, sostenuto con ben 12 miliardi di euro, con un impatto stimato di ulteriori 50 milioni di euro di investimenti e di 1 milione di posti di lavoro”.

Ben il 70% di questi 12 miliardi – come ha spiegato il sindaco di Mühlacker, Frank Schneider – è stato trasferito ai singoli Comuni in modo proporzionale alla popolazione, 10 euro per abitante, ed è stata anche apportata una modifica alla Costituzione che consentisse al governo federale di erogare risorse ai Comuni per un supporto diretto a cittadini e imprese. Quindi nello stesso periodo, mentre in Italia si disponeva il passaggio di risorse dagli enti locali allo Stato (+30%), in Germania si è disposto il passaggio di risorse dallo Stato agli enti locali (+10%).

Particolarmente interessante anche la visita alla Sparkasse, la Cassa di risparmio locale tra le più importanti in Germania (12 miliardi di euro di volume d’affari, 6,9 di volume di credito, 15 milioni di utile, 300.000 clienti e 2050 dipendenti nel 2010), la cui proprietà è suddivisa tra le due Province di Enzkreis e Landkreis Calw e il Comune di Pforzheim. Da statuto la Sparkasse ha un ruolo pubblico di supporto locale, che si manifesta con programmi di collaborazione con le aziende e con interventi di beneficienza in campo sociale (600 le organizzazioni e associazioni sostenute nel 2010 attraverso donazioni e sponsorizzazioni dalla banca, che opera anche in campo sociale attraverso fondazioni dedicate).

“Diversamente dagli istituti di credito italiani, la Sparkasse ha un ruolo di interesse pubblico a supporto del territorio, per questo ha scelto di non aumentare troppo la propria dimensione, mantenendo un fortissimo legame con imprese e cittadini dell’Enzkreis, ed ha la possibilità di supportare direttamente le aziende, entrando nel loro capitale sociale, garantendo in tal modo un concreto e importante supporto nel momento di crisi mondiale”, ha rimarcato la presidente Masini.

Due le aziende visitate dagli amministratori pubblici reggiani la Elumatec e la Witzenmann (azienda familiare, è alla quinta generazione, ma molto innovativa detenendo ben 2.500 brevetti che produce componenti metallici flessibili: 400 milioni di fatturato, circa 3000 dipendenti in tra Europa, America ed Adia, 1.800 dei quali in Germania).

“L’eccellenza della Elumatec non supera quella di molte importanti aziende italiane, e reggiane in particolare, ma diversa è apparsa la gestione delle risorse umane – commentano i sindaci reggiani – La proporzione di immigrati presenti in azienda, anche all’interno dei reparti produttivi, è ad esempio significativamente inferiore; i neo-assunti compiono percorsi di formazione specifici volti a professionalizzare i lavoratori; l’azienda lavora con 3 cicli produttivi da 8 ore ciascuno ed ha forti ed imprescindibili relazioni con l’Università tecnica di Pforzheim, pur disponendo di un proprio reparto di Ricerca e Sviluppo; la sede è molto curata, con grande attenzione a luce, verde, presenza di spazi aperti. Ciò non accade solo per rispettare la normativa, ma anche perché questi aspetti sono considerati “vantaggi competitivi” per l’azienda, che in questo modo può trattenere professionalità molto qualificate alle quali offre un posto di lavoro “piacevole” e rispettoso del contesto in cui è collocato”.

Anche la Witzenmann vanta un lunga tradizione di cooperazione con l’università, con finanziamenti anche molto importanti per interi corsi di laurea: in tempo di crisi, l’azienda ha beneficiato di questi rapporti riuscendo a coinvolgere giovani motivati nell’ottimizzazione dei processi interni. Ed anche in questa impresa si lavora su tre cicli produttivi e si è puntato a rafforzare le politiche del personale, con inserimento di nuovi benefit come l’asilo interno.

Martin Erhardt, rettore dell’Università di Pforzheim (3 facoltà – economia, tecnica e design – e 5.000 iscritti, 150 dei quali stranieri, per il semestre invernale in partenza), ha confermato il forte legame con le aziende del territorio, impegnate anche finanziariamente a sostegno dell’Ateneo, a favore del quale mettono a disposizione macchinari e personale. Meritocrazia e niente tasse universitarie, le principali differenze rispetto all’Italia: “Gli studenti sono selezionati con criteri di merito particolarmente stringenti sulla base del voto del diploma di maturità, colloqui di selezione, test di idoneità allo studio e conoscenza dell’inglese, ma una volta accettati non pagano tasse universitarie – – La Germania, da Paese fortemente industrializzato, ha infatti bisogno di continuare a investire sulla formazione tecnica dei propri giovani, dando a tutti la possibilità di studiare”. Molto spinta anche l’”internazionalizzazione” dell’Università, che collabora con un centinaio di Atenei in 43 paesi diversi e prevede numerosi scambi di docenti e studenti con l’estero (ogni anno 300 studenti tedeschi vanno all’estero). L’attenzione per l’Italia è alta, ma purtroppo un po’ frenata dal problema della lingua. E non vi è dubbio che esista un forte vantaggio competitivo di aziende ed università nella loro capacità di intrecciare i propri percorsi di ricerca con una capacità di “fare sistema” costante e profonda che avvantaggia in particolare le piccole imprese.

Visitata anche la Georg – Kerschensteiner Schule, scuola media superiore con due indirizzi principali: amministrativo – commerciale e artigianale-tecnico. Particolarmente interessante l’indirizzo commerciale, che raccoglie 200 dei 580 studenti dell’istituto, organizzato – come ha illustrato il direttore Rainer Schork – secondo il “sistema duale”: ciò significa che gli studenti devono trascorrere 3 giorni e mezzo alla settimana presso un’azienda e solo 1 giorno e mezzo a scuola. Questo fa sì che ci sia un costante parallelismo tra l’esperienza lavorativa e quella formativa e che quasi l’80 % dei giovani che, a 16 anni, intraprendono per 3 anni questo percorso, resta nell’azienda presso cui ha svolto l’apprendistato.

Per gli amministratori reggiani questo stretto rapporto delle scuole con le aziende, che entrano direttamente nella progettazione e nella definizione dei contenuti del percorso formativo, è certamente un altro dato su cui riflettere, così come il grande pragmatismo nella struttura dei percorsi di studi e la valorizzazione delle attività tecniche e manuali che consentono a molti giovani tedeschi di trovare un’occupazione adeguata.

“Un sistema dunque, quello tedesco, non certo immune da problemi e difetti, ma certamente più capace di altri di fronteggiare i periodi negativi – ha concluso la presidente Sonia Masini – Uno dei segreti di tale sistema è il ruolo del pubblico, la sua capacità di guardare avanti e di programmare cercando di prevedere cicli positivi e negativi, e la capacità del privato, di cui viene sostenuta in varie forme l’attitudine imprenditoriale, di rispettare le regole a partire dal pagamento delle tasse, che vengono restituite in termini di servizi individuali e collettivi. Un bell’esempio per l’Italia ed anche per Reggio Emilia, certamente più vicina all’esperienza tedesca di numerose altre realtà italiane”.

















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