Nel pomeriggio di ieri, personale in servizio presso il Posto di Polizia Centro e della locale Polizia Municipale, coadiuvato da una unità cinofila della Questura di Bologna (cane antidroga “Jasso”) ha sequestrato circa 52 grammi di sostanza stupefacente del tipo “hashish”. I controlli hanno interessato alcune zone della città di Modena, tra le quali piazza Cittadella, parco XXII Aprile, viale Crispi.
In via Santi, gli agenti hanno svolto un controllo a seguito di alcune segnalazioni giunte da parte di alcuni residenti nella zona che riferivano della presenza di cittadini di origine nordafricana dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Nella parte sottostante il cavalcavia “Cialdini”, area adibita al parcheggio delle autovetture, vi erano infatti alcuni cittadini stranieri probabilmente dediti alla suddetta attività illecita. Prontamente intervenuti sul posto al termine di uno scambio di denaro e hashish, è stato possibile sequestrare, oltre alla sostanza appena scambiata (1,9 grammi) anche altri 24,1 grammi occultati all’interno di una vicina aiuola e rinvenuti grazie all’abile fiuto del cane “Jasso”. Un cittadino di origine tunisina, nato nel 1987, è stato arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo stesso è risultato essere in possesso di un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Modena nell’aprile scorso per motivi umanitari.
Accompagnato in Questura per gli accertamenti del caso è stato, poi, tradotto presso la locale casa circondariale, come disposto dal magistrato di turno.
Sempre il cane antidroga “Jasso” ha, poi, rinvenuto nel corso di altri controlli in città altri 25,9 grammi di “hashish” in via Montecuccoli nei pressi dell’area dismessa dell’ex caserma dell’esercito ivi ubicata.
Sono state controllate, in totale, trenta persone tra le quali un cittadino marocchino con precedenti di Polizia che è stato denunciato in stato di libertà per essersi trattenuto sul territorio nazionale dopo il rigetto dell’istanza di emersione da lavoro irregolare come badante e, successivamente, accompagnato presso il locale CIE in attesa del rimpatrio forzato a suo carico.