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Province, Gozzoli (PD): “Abolirle nel 2014 non serve a nulla”

«Sull’iniquità e sostanziale inefficacia di questa manovra è già stato detto tutto, e da voci autorevoli, nazionali e internazionali. Una manovra che colpisce i settori più deboli della società e non sarà in grado di arginare il prossimo attacco della speculazione. Prendiamo a esempio il provvedimento che abolisce le Province. Entrerà in vigore nel 2014, fra tre anni, ovvero – economicamente parlando – tra mille anni luce, quando nemmeno noi sappiamo dove saremo. Sarebbe bastata una legge ordinaria, non per via costituzionale come prevede la manovra, e avremmo potuto risparmiare da subito facendo ordine o chiudendo consorzi, agenzie ed enti inutili. Invece no. Tutto rinviato alle calende greche, qualcun altro ci penserà.

Ma poi – chiedo ai signori del governo e della maggioranza che ancora lo sostiene – se togliamo le Province che cosa accadrà di quelle istituzioni e di quegli organi periferici dello Stato organizzati su base provinciale (Prefetture, comandi dei vigili del fuoco, forze dell’ordine, università ecc ecc.)? Il che rimanda a una domanda più generale e più di fondo: chi si occuperà, una volta che le Province non ci saranno più, di tutela dell’ambiente e del territorio, di beni culturali e architettonici, di viabilità e protezione civile? Detto in termini amministrativi: chi si occuperà delle politiche di area vasta? Disegneremo mappe immaginarie, come fa la Lega, inventando Padanie, Romagne, Basse, Pedemontane e chi più ne ha più ne metta?

La verità è che tra i tanti disastri provocati dal berlusconismo e dal suo succedaneo, il leghismo, c’è stato quello di scambiare la semplificazione con la banalizzazione dei problemi, la razionalizzazione della Pubblica amministrazione con la distruzione dello Stato. Con il bel risultato di rafforzare il centralismo e dare un colpo mortale al federalismo».

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