Chiusa con successo la Fiera di San Rocco, meritato orgoglio degli Spezzanesi, Fiorano Modenese si prepara alla Sagra dell’8 Settembre, festa in onore della Beata Vergine del Castello, celebrata pressoché ininterrottamente dal 1639.
L’immagine della Madonna con Bambino, parte centrale di una medievale maestà, era stata dipinta sulla volta d’ingresso del castello, più volte conquistato nonostante le tre cinta di mura, fino alla definitiva distruzione nel 1510, accogliendo poi tra le sue rovine un borgo di povere case, che nel 1558 soldataglie spagnole assaltarono e incendiarono. Le fiamme, all’altezza dell’immagine della Madonna con Bambino, si dividevano senza offenderla, tanto che i mercenario iberici s’inginocchiarono ai suoi piedi, come ancora testimonia il soldato genuflesso e orante, aggiunto nel dipinto. Cominciò così la devozione per la Beata Vergine del Castello e a Lei si rivolsero i Fioranesi quando la peste del 1630 iniziò la sua opera sterminatrice. Nessuno del paese morì del morbo, così come nel 1855 nessuno morì di colera. Come ringraziamento, fu costruito un oratorio, ma il giorno dell’inaugurazione il vescovo di Modena e il duca Francesco I annunciarono alla folla dei fedeli che quell’oratorio doveva lasciare il posto a un più degno tempio, il cui progetto fu affidato al giovane architetto romano Bartolomeo Avanzini, impegnato a Sassuolo a trasformare in ‘delizia’ la rocca. E il santuario al Palazzo Ducale doveva guardare per farne corona e magnificare la gloria della famiglia d’Este. L’originale progetto del Santuario fu completato soltanto nel 1899, dopo essere sopravvissuto a un altro incendio, appiccato ai festoni decorativi da un chierico, e alla furia rivoluzionaria francese, quando rischiò la definitiva. L’attenzione del potere religioso e temporale in pratica decise da subito la sua vocazione a santuario diocesano, ulteriormente confermata nel 1990 con la nomina a basilica.
Nel 1639 iniziò la tradizione dell’8 Settembre quale giorno di festa ed è straordinario come, nei secoli, il suo programma sia rimasto nella sostanza immutato: i pellegrini (anche a piedi), i musici sassolesi di corte hanno lasciato il posto al concerto serale della Banda La Beneficenza; le luminarie hanno lasciato il posto ai fuochi artificiali; la prima lotteria a scopo benefico era già in vigore agli inizi del secolo, la processione. Il cuore della festa era ed è religioso, con la prima messa quando ancora deve albeggiare, l’ininterrotto svolgersi delle preghiere, la preghiera davanti alla Immagine, impreziosita da auree corone e da un settecentesco manto in velluto ricamato con fili d’oro.
Da sempre i Fioranesi si preparano all’8 Settembre con la celebrazione della Novena, che negli ultimi anni si è allargata alla partecipazione delle parrocchie vicine e a serali processioni che salgono al santuario, partendo ogni sera da un quartiere diverso. Si cominciat il 29 agosto con il Vicariato di Serra e si prosegue nei giorni successivi con il Vicariato della Bassa, l’Unità Pastorale di Palagano, le parrocchia S. Antonio di Sassuolo, di Ubersetto, di Braida, di Spezzano.
Tornano a Fiorano i vescovi modenesi: mons. Lino Pizzi, vescovo di Forlì, per i primi vespri della vigilia e per l’incoronazione della Madonna; nel giorno della festa mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma, per la Messa delle 8; l’arcivescovo Mons. Lanfranchi per la Messa e la processione delle 17.30; mons. Giuseppe Verucchi arcivescovo di Ravenna-Cervia per la Messa delle ore 20, nella ricorrenza del 50° dell’ordinazione sacerdotale. L’intera comunità fioranese, che lo accolse come parroco e lo salutò come vescovo, lo attende per festeggiarlo, così come saluterà i sacerdoti fioranesi (per nascita o per missione) che vorranno quel giorno testimoniare la propria devozione alla Beata Vergine del Castello: Don Carlo Bertacchini, Don Angelo Lovati, Don Paolo Orlandi, Don Franco Leonardi, Don Gaetano Frigieri, Don Guido Bennati.
