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Pesche nettarine, la crisi non rallenta. L’assessore Rabboni: “Bene gli impegni del Ministro, ora passare ai fatti, la Regione pronta a fare la sua parte”

“La crisi delle pesche nettarine non rallenta. La qualità del prodotto é ottima, ma il prezzo riconosciuto ai produttori continua a non coprire neppure il 50% dei costi di produzione. Il futuro del comparto é a rischio e bisogna muoversi rapidamente, la Regione è pronta a fare la sua parte”. Così ha dichiarato questa mattina a Cesena l’assessore regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni, incontrando i presidenti delle principali Organizzazioni dei produttori di pesche e nettarine del territorio romagnolo, Apofruit, Agrintesa, Europfruit, per una verifica dell’andamento della crisi e per una valutazione degli esiti della riunione di ieri con il ministro all’Agricoltura Saverio Romano.

“Gli impegni assunti dal ministro al termine delle riunioni nazionali di mercoledì scorso con le organizzazioni professionali e cooperative vanno nella giusta direzione – ha detto Rabboni – La Regione Emilia-Romagna é pronta a trasformare le enunciazioni in realizzazioni e a collaborare attivamente con il Ministero. Tre sono le cose urgenti – ha continuato – coinvolgere la grande distribuzione, elaborare una proposta per favorire il ritiro dal mercato di una parte della produzione invenduta proveniente dalle aziende organizzate e non organizzate in OP, moratoria e aiuti al credito”.

“Alla fine dell’estate si dovrà poi avanzare all’Europa una precisa proposta legislativa in materia di rapporti di fornitura con la Grande Distribuzione, per limitare uno strapotere commerciale non più sostenibile e assumere una analoga iniziativa su scala nazionale – ha spiegato l’assessore Rabboni – A questo scopo in occasione del Macfrut 2011 che si terrà in ottobre a Cesena organizzeremo un incontro sull’esperienza legislativa francese in tema di rapporti con la grande distribuzione, con la partecipazione di rappresentanti agricoli e ministeriali di quel paese. Infine, sempre in autunno, dovremo mettere a punto un piano nazionale per la frutta estiva che affronti, una volta per tutte, il nodo del governo e dell’autogoverno delle strategie di comparto, coinvolgendo sia le imprese associate nelle Organizzazioni dei Produttori che in Italia, non bisogna dimenticarlo, rappresentano appena il 30% della produzione, sia quelle non organizzate e i relativi soggetti commerciali”.

















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