Terza in ordine di tempo, in coincidenza con l’apertura delle iscrizioni e immatricolazioni per il nuovo anno accademico, è stata pubblicata oggi anche la “Grande Guida Università 2011/2012” di Repubblica, realizzata in collaborazione col Censis Servizi, che effettua una ricognizione a tutto campo sul sistema universitario italiano.
Anche da questa indagine l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ne esce promossa, confermando il suo posizionamento dentro la “hit parade” dei 58 Atenei pubblici italiani, col quarto posto riconosciutogli nel raggruppamento dei “medi atenei” (da 10.000 a 20.000 iscritti) ed il settimo assoluto per punteggio finale assegnato a ciascuno.
In vetta si trova Trento (101,4 punti), seguito da Siena (99,0), Politecnico di Torino (97,7), Pavia (97,4), Sassari (96,2), Camerino (96,1) e immediatamente dopo viene l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia con 95,1, precedendo tutte le altre università della Regione Emilia Romagna: Bologna (90,7), Parma (88,2), Ferrara (84,0).
“Non posso che confermare quanto ho già avuto modo di dire – ha commentato il Rettore prof. Aldo Tomasi – ovvero che le eccellenze raggiunte dal nostro Ateneo riguardo alla didattica ci consentono di mantenere comunque posizioni di primato in ogni ranking. Anche modificando gli indicatori presi a riferimento da chi conduce queste indagini noi, a differenza di altri che spesso hanno un andamento altalenante, ci vediamo ogni volta riconosciuti punteggi del tutto positivi, che ci promuovono a pieni voti. Questo per effetto di una serie di azioni che ci hanno permesso in questi anni di migliorare l’efficienza della didattica, le performance dei nostri studenti, garantendo loro strutture del tutto adeguate rispetto all’offerta formativa. A questo si aggiunga l’attenzione posta alla cura del nostro sistema web, di cui ne abbiamo potenziato e migliorato la fruibilità, comprendendo che esso è uno strumento fondamentale oggi per dialogare e far partecipare la popolazione studentesca”.
L’analisi sviluppata da Censis Servizi considera 5 grandi indicatori: servizi, borse, strutture, web, internazionalizzazione.
Rispetto a questi criteri di valutazione UNIMORE ottiene il massimo punteggio per il web (110), primeggiando ex-aequo con Bologna, il secondo posto assoluto per strutture (109), collocandosi immediatamente dopo Siena, il 15esimo per borse e altri interventi, il 27esimo per servizi e per internazionalizzazione.
La novità di questa indagine è che essa si allarga fino a realizzare una classifica anche delle varie facoltà, la cui valutazione si basa sull’analisi di 4 famiglie di indicatori: produttività, didattica, ricerca, rapporti internazionali.
“Il punteggio di ogni singola famiglia – precisano i curatori di questo rapporto -, a sua volta, è il frutto di un’opportuna aggregazione di una serie di indicatori, specifici per ciascuna famiglia di valutazione. Il voto finale non è altro che una media aritmetica dei punteggi di sintesi delle quattro famiglie”.
Produttività: combina abbandoni dopo il primo anno di iscrizione, la regolarità negli studi, in laureati in corso. Didattica: combina il rapporto studenti/docenti e docenti/corsi, i posti aula, il rapporto ricercatori/ordinari ed il rapporto insegnamenti monitorati/insegnamenti totali. Ricerca: combina i finanziamenti ricevuti nell’ambito della Ricerca di Rilevante Interesse Nazionale (PRIN) nel 2006/2008, il successo della partecipazione ai PRIN, i finanziamenti internazionali ricevuti dai docenti, i finanziamenti del 6° e 7° programma quadro di ricerca e sviluppo. Rapporti internazionali: combina la mobilità studentesca in entrata ed in uscita, il numero delle università ospitanti, i contributi per attività di cooperazione internazionale nel 2008/2010 ed i corsi di laurea doppio titolo.
Da questa analisi, che esclude per la loro unicità nel panorama nazionale due facoltà dell’Ateneo modenese-reggiano, cioè la Facoltà di Bioscienze e Biotencologie e la Facoltà di Scienze della Comunicazione e dell’Economia, l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia piazza sul podio la Facoltà di Agraria e la Facoltà di Scienze della Formazione, che ottengono il terzo gradino. Ottimi piazzamenti ottengono anche la Facoltà di Lettere e Filosofia col quinto posto, le Facoltà di Ingegneria “Enzo Ferrari” e di Ingegneria di Reggio Emilia col sesto posto, la Facoltà di Economia “Marco Biagi” col settimo e la Facoltà di Farmacia col decimo. Sotto la linea della “top ten” troviamo Scienze Matematiche, Fisiche, Naturali (undicesima), Medicina e Chirurgia (quattordicesima) e Giurisprudenza (ventunesima).
“Questa di Censis-Repubblica è l’analisi più estesa – afferma il Delegato del Rettore per la Didattica prof. Tommaso Minerva – in quanto prende in esame capillarmente anche le singole facoltà. Si conferma che UNIMORE è tra i migliori atenei in Italia. Viene riconosciuto e apprezzato lo sforzo compiuto negli ultimi due anni nella valorizzazione dei servizi web e nella innovazione con il primo posto assoluto e un bel 110 di punteggio. UNIMORE crede molto nella innovazione e nella offerta di servizi all’avanguardia ai propri studenti ed alla propria comunità accademica. Ha investito (intelligenze! non risorse finanziarie) e continuerà a investire cospicuamente in questa direzione per migliorarsi ancora e allinearsi ai migliori standard europei e mondiali. Ottima la valutazione sulle strutture didattiche che con il complesso San Geminiano si sono arricchite di un altro ‘pezzo’ di valore. Purtroppo, non brilliamo per i risultati di Borse, Servizi e Internazionalizzazione che hanno penalizzato lo score generale. Per quanto riguarda Borse e Servizi tutte le università dell’Emilia Romagna scontano un bassissimo punteggio nonostante il sistema regionale sia riconosciuto come uno dei più attenti al diritto allo studio, ma le risorse destinate sono evidentemente inferiori rispetto ad altre realtà del Paese. A UNIMORE, per esempio, tutti gli studenti idonei per fruire di un posto alloggio riescono a godere di tale servizio. Il problema nasce dalla organizzazione regionale che vede in Er-Go, e non le Università, l’ente erogatore di buona parte dei servizi cui si aggiungono altre erogazioni gestite direttamente dagli atenei e questo dato congiunto sfugge alle statistiche, o meglio è più difficilmente rilevabile rispetto ad altri Atenei che gestiscono in proprio (e quindi espongono a bilancio) posti alloggio, mense, borse di studio, trasporti. Il nostro sforzo dovrà essere quello di riuscire a mettere in evidenza l’intero ammontare dei servizi che vengono erogati agli studenti e non quanto le università espongono sui propri bilanci. Per quanto riguarda i processi di Internazionalizzazione si stanno facendo sforzi e investimenti significativi per superare il gap con altri atenei la cui fama consente loro di essere più connessi ai flussi internazionali. L’impegno nostro è di continuare su questa strada rafforzando le collaborazioni internazionali per arrivare al riconoscimento di doppie lauree, pensando anche di incentivare maggiormente la capacità dei nostri studenti, ricercatori e docenti ad essere più presenti negli scenari internazionali”.