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CIA Reggio: fermare l’urbanizzazione dei terreni agricoli

“E’ un ‘patto’ tra Comuni e ed agricoltori quello che proponiamo come Confederazione italiana agricoltori, per un uso sostenibile del territorio agricolo: Cia e Anci regionali hanno firmato un documento chiamato ‘Carta di Matera’, che nelle prossime settimane illustreremo agli enti locali anche nel reggiano, sul quale dai primi contatti abbiamo già diverse risposte positive”. Lo afferma Ivan Bertolini (presidente della Cia di Reggio Emilia e vice presidente per l’Emilia Romagna): “L’erosione della superficie agricola è costante e occorre porre un freno ad un uso dissennato e confuso del suolo agrario. L’obiettivo è dare una dimensione stabile, condivisa ed universale, ad una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle aziende. Il contenuto della ‘carta’ prevede che agricoltori e amministrazioni locali, ciascuno nel proprio ambito, possano contribuire allo sviluppo e al benessere, partendo da un utilizzo razionale del territorio agricolo”.

“Alla nostra recente Assemblea annuale – aggiunge – ho presentato dati per il territorio reggiano che sono significativi: secondo il rapporto 2011 sul consumo del suolo curato dall’Istituto Nazionale di Urbanistica, si evince che dal 2003 al 2008 nella nostra provincia si è costruito tanto quanto era stato edificato dalla notte dei tempi fino al 1994. In cifre significa che in 5 anni si sono urbanizzati 12.000 ha., ovvero 120 milioni di m2 di terreno agricolo. Due volte e mezzo il Comune di Scandiano o di Guastalla”.

“Secondo il PTCP nel 1976 il territorio urbanizzato era di 8.840 ha., pari al 3,8% del totale – afferma Bertolini – nel 2008 secondo l’Istituto di cui sopra, le aree urbanizzate hanno raggiunto 26.936 ha. (11,8%)”.

“E’ necessario arrestare questo fenomeno con una gestione accorta degli insediamenti, recuperando un’enorme cubatura abitativa, industriale e per servizi da tempo inutilizzata. Si tratta – continua Bertolini – di dare dimensione stabile, condivisa ed universale ad una gestione programmata del territorio compatibile con le esigenze delle aziende agricole”.

“La ‘Carta’, inoltre – prosegue il presidente Cia -, descrive come preservare l’agricoltura, il peculiare ed inconfondibile paesaggio agrario, oggi più che mai identificabile con il bene ambientale di tutto il Paese. Tra i propositi contenuti nella carta anche la salvaguardia e la conservazione della tradizione contadina, organizzarla con adeguate forme di tutela e farne strumento di sviluppo economico per imprese e comunità locali. In particolare è importante il legame fra territorio, consuetudini alimentari e tradizioni enogastronomiche”.

“Inoltre, le imprese agricole sono dotate di attrezzature e macchinari e dispongono di professionalità che bene possono essere impiegate dalle Amministrazioni in attività e servizi che possono essere messi a disposizione: manutenzione del verde pubblico, manutenzione e gestione di aree a demanio forestale, attività di emergenza nel verde ed in generale sul territorio comunale. “In questo contesto rientrano anche quelle iniziative che riconoscono nell’agricoltura una funzione sociale di accoglienza, tutela della persona e didattica ambientale – conclude Bertolini – come le fattorie sociali, gli ‘agriasili’, le fattorie didattiche ed altre forme di accoglienza: aspetti di un’agricoltura che oltre a produrre alimenti, fornisce ‘beni pubblici’ alla collettività”.

 

















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