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Sciopero generale metalmeccanici Fiom il 27 gennaio in Emilia-Romagna

“Contiamo di portare alla manifestazione a Bologna il 27 gennaio oltre 2.000 metalmeccanici modenesi, più alcune centinaia fra lavoratori e sindacalisti Cgil di altre categorie, pensionati e studenti” ha detto stamattina in conferenza stampa Giordano Fiorani segretario provinciale Fiom/Cgil insieme a Cesare Pizzolla della segreteria provinciale Fiom, nel presentare lo sciopero generale Fiom del 28 gennaio prossimo, che in Emilia-Romagna per ragioni organizzative è stato anticipato a giovedì 27 gennaio. A conclusione della manifestazione a Bologna è previsto il comizio del segretario generale Fiom Maurizio Landini e della segretaria generale Cgil Susanna Camusso.

I due sindacalisti modenesi della Fiom tengono a precisare che lo sciopero generale dei metalmeccanici Fiom il 27 gennaio non è uno sciopero di solidarietà con i lavoratori di Pomigliano e Mirafiori (solidarietà che pure è presente), ma è uno sciopero per la difesa del contratto nazionale e contro l’attacco ai diritti e alle tutele di tutti i lavoratori, metalmeccanici e di tutti settori, che rischia da Pomigliano e Mirafiori di estendersi all’intero mondo del lavoro.

“L’accordo di Mirafiori – ha spiegato Fiorani – sancisce la fine del CCNL, il superamento del doppio livello di contrattazione, prevede che si lavori di più con aumento di pause e straordinari”. Sono previste 120 ore di straordinario comandato (il contratto precedente ne prevede 40 ore) ovvero un giorno di lavoro in più a settimana, in un anno pari a 15 settimane a 48 ore (anziché 40 ore). Sono previste anche altre 80 ore annue aggiuntive di straordinario da contrattare con i sindacati firmatari dell’accordo, il chè significa un totale di 25 settimane all’anno in cui si dovrà lavorare oltre le 40 ore.

“In un sistema di turni – spiegano Fiorani e Pizzolla – ciò significa che lo straordinario o la faccio nel giorno di riposo o in un festivo. Si introduce un sistema di lavoro molto pesante soprattutto per quanto riguarda il lavoro alla catena di montaggio dove i tempi non li decido l’uomo ma sono dettati dalla macchina”.

Gli aumenti salariali, i 3.600 euro lordi annui da più parti pubblicizzati, non sono altro che il frutto delle maggiori ore di lavoro, delle maggiorazioni sullo straordinario, delle maggiorazioni per il lavoro notturno e festivo. Insomma si tratta dell’adeguamento del salario al maggior orario di lavoro e alla maggiore disponibilità del lavoratore.

“L’accordo di Mirafiori – aggiungono i sindacalisti – sancisce un maggior sfruttamento del lavoro e fa passare l’idea che per fronteggiare la sfida della globalizzazione si debbano comprimere diritti e tutele dei lavoratori, anziché puntare sulla competitività di sistema, sul rilancio di ricerca e innovazione”.

La Fiom giudica gli accordi di Mirafiori e Pomigliano autoritari e antidemocratici sul piano della rappresentanza, perché negano il diritto dei lavoratori a scegliersi i propri rappresentanti sindacali: la Fiom, che non è firmataria, non potrà più eleggere delegati e i lavoratori non potranno più essere iscritti alla Fiom nei due stabilimenti.

Da qui la forte critica a Fim e Uilm che hanno accettato un accordo con l’impresa per escludere un altro sindacato e annientarlo di fatto sia sul piano della rappresentanza che su quello economico (non potranno più essere sottoscritte le deleghe).

“I due accordi aprono scenari pericolosi – ha commentato ancora Fiorani – sicuramente avvieranno anche nel modenese un processo emulativo da parte di altre imprese che, o per ragioni di crisi o per nuovi investimenti, porranno sul piatto della bilancia la riduzione dei diritti di chi lavora”.

Inoltre il 24 gennaio ci sarà l’incontro a livello nazionale (Fiom esclusa) per la definizione del contratto del settore auto, “ciò significa – spiega Fiorani – che per farci rientrare Fiat dovrà essere molto simile agli accordi di Mirafiori e Pomigliano, e che inevitabilmente coinvolgerà tutte le aziende del gruppo Fiat, Ferrari e Maserati comprese”.

“I segretari provinciali di Fim e Uilm hanno detto che non ci saranno ricadute su Modena, ma saranno presto smentiti. Inoltre poiché il contratto nazionale auto si applicherà anche alle aziende fornitrici ciò coinvolgerà decine di aziende modenesi e centinaia di lavoratori (migliaia a livello nazionale)”.

“Inoltre – chiede provocatoriamente Fiorani – chi ha dato mandato ai sindacati che firmeranno il CCNL Auto? E su quale piattaforma rivendicativa si apprestano a confrontarsi con Federmeccanica?”.

Oltre allo sciopero generale del 28 gennaio (27 gennaio in Emilia-Romagna), per difendere il contratto nazionale (quello unitario firmato nel 2008 ed oggetto del recesso unilaterale da parte di Federmeccanica), la Fiom sta procedendo anche legalmente citando in giudizio un campione di aziende per attività antisindacale ex articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori.

Tra queste rientrano anche le modenesi Ferrari, CNH, Maserati, Rossi Motoriduttori, Emmegi, Titan e Glem-Gas. In un primo tempo era stata inserita anche la Faral di Campogalliano, ma avendo l’azienda recentemente sottoscritto un accordo in cui si impegna a rispettare il CCNL 2008 sino a naturale scadenza e sino al rinnovo, è stata ritirata dal campione.

Anche in altre 5 aziende modenesi la Fiom ha sottoscritto simili accordi, mentre sono in corso confronti con altre 60 aziende.

L’assemblea nazionale dei Cinquecento Fiom che si terrà il 3-4 febbraio a Cervia metterà a punto al piattaforma per il rinnovo del CCNL 2008 che scade il 31.12.2011.

“Vorrei anche rispondere – ha concluso Fiorani – a chi accusa la Fiom di dire sempre no, di essere un sindacato massimalista, arretrato e di altri tempi, di non fare accordi, che a Modena solo nel 2010 la Fiom ha firmato circa 1.000 accordi di Cigo e Cigs per affrontare problemi aziendali con inevitabili ricadute sull’occupazione, oltre 15 contratti di solidarietà e accordi per strutturare l’occupazione (fra cui i più importanti quelli del Gruppo Bosch e quello del maggio 2010 in Ferrari). Se però il confronto è su contenuti inaccettabili, con il ricatto prendere o lasciare, allora la Fiom dice no”.

Sul ricatto di Pomigliano e Mirafiori – “il 54% che ha votato sì non era libero, sarebbe come se alle prossime elezioni politiche ci dicessero o ci voti o occupiamo il Paese con i carri armati” – Fiorani e Pizzolla fanno inoltre notare come “siamo di fronte ad una palese violazione dell’art. 2112 del Codice Civile sul trasferimento d’azienda o di ramo d’azienda che prevede il passaggio tutto o in parte dei lavoratori alla nuova società alle stesse condizioni economiche e normative. Si impone ai lavoratori, che vorranno continuare a lavorare presso la Newco, il ricatto della firma di un nuovo contratto individuale di lavoro, dove si peggiorano le condizioni, in modo tale da aggirare l’applicazione dell’art.2112 del Codice Civile.

(Fiom Cgil Modena)

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