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Confindustria–Fiat: dichiarazione Mattioli, segreteria Cgil ER

L’arroganza della Fiat, la decisione di Marchionne di non applicare il Contratto Nazionale dei Metalmeccanici, il ricatto del posto di lavoro in cambio dei diritti, è un modello sociale ed economico che non può trovare spazio in un sistema di relazioni di un paese che si definisce civile.

La decisione di Confindustria di assecondare le scelte della Fiat sono in antitesi alla scelta di misurarsi con il sindacato su proposte di politica economica ed industriale in grado di definire un nuovo modello di sviluppo.

Da una parte la Confindustria assume le sembianze della colomba, dichiarandosi disponibile ad un confronto di merito che parte dal presupposto che il lavoro è una risorsa e non un costo e dall’altra si trasforma in falco, coprendo la Fiat, imputando alla Cgil ed alla Fiom la responsabilità degli effetti delle scelte scellerate dell’azienda.

E’ un teatrino già allestito in passato al quale non ci interessa assistere e che purtroppo sta negativamente condizionando i rapporti tra le parti sociali di questo paese, sostenuto da una politica di governo che scarica sul lavoro dipendente gli effetti devastanti di questa crisi, ponendosi l’obiettivo di annullare la rappresentanza sociale riducendola a semplice gestore dei servizi.

Ormai una parte del mondo imprenditoriale di questo paese sta scegliendo il “modello Pomigliano” per competere sul mercato, assumendosi in questo modo la responsabilità di impoverire ulteriormente questo paese.

La Cgil rifiuta questo modello di relazioni e chiede a Confindustria quale ruolo intende giocare nel paese; se vale il modello Fiat sul quale si tenta di fare il contratto dell’auto, domani può valere il modello Unci dove le cooperative pagano i lavoratori 4,8€ all’ora, o il modello che qualsiasi gruppo alimentare si potrebbe inventare per pagare di meno i lavoratori, come nel caso di Tmt che ha disdettato tutti i contratti collettivi

L’arroganza di Fiat, monopolista nel nostro paese e fondata sul sostegno del sistema finanziario, deve essere respinta con tutti gli strumenti possibili e con un sistema paese che modifichi radicalmente il proprio modello di sviluppo.

Per queste ragioni, prima di procedere con il confronto con Confindustria sui tavoli aperti, è più che mai indispensabile che la Marcegaglia chiarisca chi e cosa rappresenta e su quale modello contrattuale e di democrazia economica intende confrontarsi, in caso contrario il conflitto è inevitabile.

(Antonio Mattioli, Segretario Regionale Cgil Emilia Romagna)
















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