Nei primi dieci mesi di quest’anno i casi di violenza sessuale denunciati a Modena sono calati di oltre il 30 per cento (28 contro i 41 dello stesso periodo del 2009) così come si sono quasi dimezzate le denunce per percosse (44, 24 delle quali nel capoluogo, contro le 84 del 2009, 33 nel capoluogo), mentre sono cresciute le querele per stalking (da 36 a 42), gli ammonimenti del questore su questo tema (14 in tutto il 2009, 16 solo nei primi dieci mesi del 2010) e gli interventi per le liti in famiglia: quest’anno sono già state 1082, contro le 842 dello stesso periodo del 2009.
I dati sono stati resi pubblici nel corso del Consiglio provinciale di mercoledì 24 novembre dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (ricorrenza indetta dall’Onu che cade ufficialmente il 25 novembre) che è stato il momento per fare il punto sulle attività e i risultati raggiunti nell’ultimo anno dal Tavolo istituzionale contro la violenza. Come ha evidenziato nel suo intervento il prefetto Benedetto Basile, malgrado le diffuse azioni di prevenzione, «il fenomeno della violenza sulle donne si presenta con drammatica regolarità e la prima azione di contrasto è la denuncia da parte delle vittime. Denunciare una violenza ha un reale effetto deterrente e, al contrario di quanto si ritiene comunemente, non comporta ritorsioni contro le vittime da parte degli aggressori. L’aumento dei dati riferiti allo stalking e alle liti in famiglia, quindi, sono l’indice di una maggiore consapevolezza dei propri diritti e degli strumenti che è possibile utilizzare. E un indicatore importante della fiducia nelle istituzioni».
Il prefetto ha poi annunciato che, a seguito del tragico episodio di Novi, il Tavolo ha definito una forma di collaborazione con il Consiglio territoriale per l’immigrazione con l’obiettivo di modulare meglio le azioni di contrasto, educazione e prevenzione in relazione all’origine etnica delle persone coinvolte. Non solo nel caso di Novi ma, come rilevato dalle forze dell’ordine, nella maggior parte dei casi di violenza i reati sono posti in essere da mariti, compagni, conoscenti o vicini di casa. «La violenza attraversa tutti gli strati sociali – ha affermato il prefetto Basile – tutti i livelli culturali, le etnie, le nazionalità».
Il presidente della Provincia Emilio Sabattini ha aggiunto: «Dopo la tragedia di Novi che ha emozionato tutti, oggi, finita l’emozione, che cosa facciamo? Abbiamo il compito di mettere in campo ogni azione che affermi i valori e i principi che ci aiutano ad azzerare il fenomeno della violenza partendo dall’affermazione di libertà e diritti per ogni cittadino che vive in Italia».
Il quadro dei dati contenuti del Rapporto del Tavolo istituzionale vede in calo anche le denunce per minacce e per ingiurie. Le minacce sono passate da 264 (115 nel capoluogo) a 189 (93 nel capoluogo), le ingiurie da 244 (102 nel capoluogo) a 195 (76 nel capoluogo). In calo complessivamente anche il numero dei denunciati: nei primi dieci mesi di quest’anno sono 248 contro i 295 dello stesso periodo del 2009. Non cambia invece il numero degli arrestati (18), mentre quest’anno le denunce per sequestro di persona sono state quattro contro i tre dello scorso anno.
VALENTINI: “ADERIAMO A CAMPAGNA PER RICONOSCERLA”
Rivolto direttamente alle donne è il messaggio lanciato da Marcella Valentini, assessore provinciale alle Pari opportunità, che, durante il Consiglio provinciale, ha comunicato l’adesione della Provincia alla campagna nazionale “La violenza ha mille volti, impara a riconoscerli” promossa sul sito internet www.riconoscilaviolenza.it: «Sappiamo bene – spiega Marcella Valentini – che per una donna non è mai facile ammettere e denunciare i soprusi di cui è vittima. Il messaggio trasmesso dalla campagna è però proprio quello di non accettare e giustificare in nessun modo una violenza, imparando a non scambiarla mai per amore. Invito tutti – conclude l’assessore – a trasmettere questo messaggio scaricando da internet la campagna perché nessuno di noi può restare indifferente».
Il tavolo provinciale contro la violenza, istituito dalla Prefettura di Modena in collaborazione con la Provincia, mette in rete le azioni di tutti gli enti e gli operatori locali, forze dell’ordine, Usl, servizi sociali, scuola e università, associazioni di volontariato, per prevenire e combattere la violenza sulle donne lavorando soprattutto sull’organizzazione dei servizi che ricevono e accolgono le donne, sull’informazione e sulla formazione degli operatori, in particolare di coloro che agiscono nell’emergenza come le forze dell’ordine e il personale ospedaliero di pronto soccorso. Orientate alla prevenzione della violenza, partendo dal riconoscimento dei segni premonitori, sono le attività dell’Università di Modena e Reggio Emilia, che ha realizzato la ricerca “Stalking e rischio di violenza” tesa a individuare gli specifici fattori di rischio, e il progetto sperimentale dell’Azienda Usl di Modena, in partenza nel 2011, per l’analisi psicologica degli autori delle aggressioni.
