Arrivano soprattutto da Eritrea, Costa d’Avorio, Afghanistan, Somalia, Etiopia, Iraq e Nigeria, da dove sono fuggiti per dittature, guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani. In base al monitoraggio annuale del progetto “Emilia-Romagna terra d’asilo”, si stima che in regione vivano circa 4.000 persone, tra coloro che hanno già ottenuto la protezione dallo Stato italiano e coloro che hanno fatto domanda e sono ancora in attesa della risposta. Di loro si occupa a livello nazionale una rete di enti locali, insieme ad associazioni e cooperative sociali: il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Attualmente in Emilia-Romagna esistono 9 progetti di accoglienza inseriti nella rete nazionale Sprar, per un totale di 245 posti, finanziati tramite un bando del ministero dell’Interno, con cui sono stati accolti, nel 2009, 415 beneficiari. Un numero insufficiente se paragonato al dato delle presenze. In tutt’Italia la rete di accoglienza gestisce 3.000 posti, quando nel solo 2009 le domande di protezione presentate sono state più di 17.000.
“Il mio auspicio è che a livello nazionale vi possa essere un impegno più forte per i diritti e la dignità di queste persone che non scelgono, ma sono costrette a chiedere protezione in luoghi lontani dal proprio Paese. Nonostante la vergognosa pratica dei respingimenti verso la Libia stia continuando, finché persisteranno le cause di fondo che costringono queste persone a partire, ogni tentativo di non vedere equivarrà solo a un rinvio del problema”. Così l’assessore regionale alle Politiche sociali e di integrazione per l’immigrazione Teresa Marzocchi commenta la ricorrenza di domenica 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato. “Occorre ripensare il sistema dell’accoglienza – aggiunge l’assessore – e ridefinire meglio le competenze fra Stato, Regioni, enti locali”.
In Italia non esiste una legge organica sul diritto di asilo, nonostante l’articolo 10 della Costituzione lo preveda espressamente. L’Emilia-Romagna è l’unica Regione ad aver adottato, insieme agli enti locali, ai sindacati e a diverse realtà del terzo settore, un protocollo d’intesa per assicurare ai rifugiati una rete di accoglienza armonica e integrata. Dal protocollo è nato nel 2005 il progetto “Emilia-Romagna terra d’asilo” che ha l’obiettivo di ampliare e supportare la rete regionale di accoglienza, realizzare un monitoraggio annuale, coordinare le attività di sensibilizzazione sul territorio e organizzare corsi di formazione per gli operatori di enti locali, forze dell’ordine e terzo settore. “L’impegno della Regione in quest’ambito continuerà – aggiunge l’assessore – con il coordinamento diretto della rete di 40 partner riuniti nel progetto ‘Emilia-Romagna terra d’asilo’. E’ necessario essere consapevoli che la presenza dei rifugiati sul nostro territorio è un dato strutturale e bisogna continuare a diffondere una cultura dell’asilo per non sprecare quanto di buono è stato fatto finora, grazie all’impegno di enti locali e terzo settore”.