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Osservatorio del commercio, Confesercenti: le imprese sono più fragili e occorrono interventi più forti

“I dati relativi alla dimensione della rete distribuiva dell’Emilia-Romagna devono essere letti anche alla luce della gravissima congiuntura registrata nel 2009 che ha visto una riduzione consistente dei consumi”. 

È quanto afferma Roberto Manzoni, presidente della Confesercenti Emilia-Romagna a commento dei dati diffusi dall’Osservatorio Regionale del commercio: “nel corso del 2009 le imprese hanno ridotto sensibilmente i loro margini e la loro redditività per riuscire a rimanere sul mercato e questo ha inciso in particolare sul commercio a conduzione familiare che ha già vissuto la fortissima espansione della grande e media distribuzione (passata dai 2.450.787 metri quadrati di superficie di vendita del 1998 ai 3.075.858 del 2008) e la diffusione di altre forme di vendita come quelle dirette da parte dei produttori o delle vendite a distanza. Le nuove imprese di vicinato, inoltre, sono spesso non nuove attività ma attività secondarie di imprese già esistenti del’artigianato o dell’industria (fenomeno che riguarda il 28% del totale delle imprese commerciali) o imprese che aprono senza avere alle spalle adeguate capacità professionali e che rischiano di rimanere poco sul mercato e con grande difficoltà. Si verifica, pertanto, un fenomeno di chiusura da parte di imprese strutturate e sul mercato da parecchi anni e di apertura di negozi da parte di soggetti fuoriusciti da latri settori produttivi a cui mancano le condizioni minime per la sopravvivenza in un mercato fortemente competitivo. Il turn over nel settore si mantiene su livelli altissimi e il problema non è tanto quante imprese aprono ma quante di queste riescono a sopravvivere per un periodo di tempo sufficientemente lungo, tale da giustificare l’investimento. Per questo motivo occorrono oggi più che mai misure di supporto alle imprese adeguate, sia in termini di sostegno che di semplificazione. Confesercenti ha chiesto a tal fine la revisione degli studi di settore e il rifinanziamento anche per i prossimi anni dei piani di valorizzazione commerciale per lo sviluppo dei ‘Centri commerciali naturali’ per la valenza sociale, oltrechè economica, che la sopravvivenza del commercio di vicinato possiede per le città dell’Emilia-Romagna”.

















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