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Il Piano Territoriale Regionale: ovvero l’Emilia Romagna del futuro

Nel documento strategico regionale, la linea per gli indirizzi e le strategie disegnano il territorio regionale di domani. Il Piano Territoriale Regionale è alla sua fase conclusiva: la commissione Territorio, Ambiente, Mobilità della Regione Emilia Romagna, riunitasi con grande assiduità in questi mesi e presieduta dal Consigliere Marco Barbieri è stata convocata ieri, martedì 19 gennaio, in sede congiunta con altre commissioni regionali, per il vaglio del Ptr, alle cui osservazioni è stato dato parere positivo.

Il Piano territoriale regionale è il principale strumento di programmazione territoriale della Regione, il documento strategico attraverso il quale si traccia la rotta – a quasi 20 anni di distanza dal primo Ptr, che fu approvato nel 1990 – di quello che dovrà essere il “sistema Emilia-Romagna” del futuro. Il Piano Territoriale Regionale stabilisce precisi obiettivi di sviluppo e di qualità, all’interno del più generale contesto nazionale ed europeo per una “regione attraente” da un punto di vista economico, sociale e culturale, in grado di competere e attrarre capitali e cervelli. Durante la seduta, il Presidente della Commissione Territorio, Ambiente, Mobilità, Marco Barbieri ha espresso parere pienamente favorevole alle osservazioni del Piano, e in generale all’impianto che ne regola le linee programmatiche : “Il Ptr non introduce vincoli, ma indirizzi, obiettivi e strategie. Con il Ptr si intende “progettare” e “gettare in avanti” lo sguardo, verso il futuro. L’obiettivo è quello di assicurare più produzione, più ricchezza, più innovazione, valorizzando competizione e competenze con uno sviluppo più attento e sostenibile. Il sistema regionale, robusto perché composto da forti territori e città, ha bisogno di un riferimento metropolitano con percezione internazionale, per la rete della cultura e della ricerca, per la finanza, per il buon governo delle trasformazioni del territorio. Attraverso il Ptr sono state costruite scelte e priorità a partire dalla presa d’atto che sia necessario credere e insistere nel rafforzamento della comunità e nell’irrobustimento del sistema di rete. Valorizzare le infrastrutture e l’intero sistema territoriale è la vera sfida che spetta alla Regione: questo Piano va letto come vera e propria opera strategica per l’intera comunità”.
















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