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Frane Appennino: in Provincia il punto sulla situazione modenese

Un coordinamento contro il dissesto idrogeologico tra tutte le strutture tecniche presenti sul territorio con diverse competenze. E’ questa la proposta della Provincia di Modena, approvata dalla Giunta martedì 10 febbraio, per affrontare l’emergenza frane in Appennino. Come ha affermato Egidio Pagani, assessore provinciale alla Viabilità e lavori pubblici, illustrando la proposta,«occorre mettere in campo uno sforzo straordinario per affrontare una vera e propria emergenza che sta colpendo soprattutto l’Appennino. Per snellire le procedure, permettere un più efficace accesso ai finanziamenti e garantire una maggiore presenza sul territorio dobbiamo in questa fase coordinare al meglio le diverse competenze suddivise tra enti come Provincia, Comuni, Regione e Aipo che intervengono a seconda del tipo di danno o della struttura danneggiata».


La proposta sarà formalizzata nel corso di un incontro tra tutti gli enti in programma nei prossimi giorni nella sede del centro unificato di Protezione civile di Marzaglia.
Intanto la Provincia ha deciso di intensificare i sopralluoghi della Protezione civile provinciale nelle zone più colpite «per supportare i Comuni – ha spiegato Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – nelle decisioni relative a sgomberi di edifici, la chiusura di strade o per trovare soluzioni anche provvisorie per ripristinare la viabilità comunale».
Nel corso della Giunta è stato illustrato anche un primo elenco delle zone più colpite e una prima stima delle risorse necessarie per riparare i danni.
Oltre alle problema del dissesto, è stato affrontato anche il tema della sicurezza dei fiumi. Come ha affermato Caldana, «l’ondata di piena del Secchia nel fine settimana scorso, ha riproposto il problema della sicurezza idraulica del nodo di Modena».
Per la Provincia occorre potenziare la cassa di espansione del Secchia, realizzare quella del Naviglio e adeguare quella del Panaro. È necessario inoltre che Aipo intervenga sulle arginature dei fiumi principali per affrontare le piene di grande portata come quelle avvenute in queste ultime settimane.

I danni alle strade provinciali
Quasi quattro milioni di euro per riaprire le strade provinciali interrotte da frane, mettere in sicurezza versanti in movimento, ricostruire scarpate e muri di sostegno e riaprire fossi travolti dagli smottamenti. E’ questa la prima stima provvisoria dei danni, causati dal maltempo delle ultime settimane, presentata nel corso della Giunta provinciale da Egidio Pagani, assessore provinciale alla Viabilità.
Nell’elenco spiccano i danni alle strade provinciali: serviranno almeno 400 mila per riaprire la strada provinciale 623 a Guiglia e 800 mila per riaprire e mettere in sicurezza la provinciale 486 a Riccolvolto di Montefiorino; tra gli altri lavori più urgenti spiccano quelli sulla provinciale 324 del Passo delle Radici danneggiata in diversi punti nei comuni di Lama Mocogno, Montecreto, Riolunato e Sestola; sulla provinciale 24 a Frignano ha ceduto una scarpata, sulla sp 40 a Vaglio di Lama Mocogno, sulla sp 23 di Valle Rossenna sempre a Prignano il torrente ha eroso la banchina stradale, mentre sulla sp 28 a Palagano occorre mettere in sicurezza un versante franato; sarà necessario intervenire anche a Pavullo sulla sp 30 in due punti dove è crollato un muro in sasso e ha ceduto la scarpata a monte della strada; poi sulla sp 36 del Malandrone a Serramazzoni per ricostruire un muro di sostegno, sulla sp 26 a Samone nel comune di Guiglia in località La Fratta per ripristinare la sede stradale (600 mila euro), sulla sp 34 di Maserno di Montese dove è necessario ricostruire la scarpata a valle della strada (120 mila euro); danni anche per 120 mila euro anche sulla sp 37 di Serravalle.
Intanto la Provincia per gli interventi urgenti ha già stanziato un primo finanziamento di 134 mila con i quali sono in corso (o già realizzati), diversi interventi di ripristino e pulizia delle strade dai detriti. Tra questi lo sgombero di una quercia secolare caduta lungo al strada provinciale 23 a Polinago, la ricostruzione di un muro crollato sulla sp 31 di Acquaria a Pavullo, il ripristino della sp 28 a Lama Mocogno, della sp 17 a Castelvetro, della sp 37 a Svignano sul Panaro e l’intervento di sbancamento che ha consentito di tenere aperta la sp 34 di Materno a Montese colpita da una frana.

Danni alla viabilità comunale e alle condutture
Oltre alle strade provinciali, risultano colpite da frane e smottamenti anche diverse strade comunali, condutture di gas e acquedotti e ponti.
A Fanano resta chiusa la strada comunale di Fellicarolo con gravi danni all’acquedotto tra Fellicarolo e la località i Taburri; la comunale di Serrazone è percorribile a senso unico alternato con divieto di transito ai mezzi pesanti dal ponte sul torrente Ospitale alla frazione, danneggiato anche il ponte sul Fosso Rio lungo via Trignano, mentre in località Tanella, su via Canevare, c’è il divieto di transito per i mezzi pesanti.
A Frassinoro resta chiusa la Fondovalle Dolo in località Corno del Montone dove risulta danneggiata anche una linea telefonica; per la frana di Valoria sono state evacuate le famiglie in località La Sette, Macchia dell’Olmo, Mulino Cappelletti e La Teggia; danneggiata in zona anche una struttura del gas metano; in località Le Caldie tre residenti risultano isolati.
A Montese interrotta via Leone con una famiglia isolata; abitazioni isolate anche a Iola e a Montalto per una frana sulla strada comunale.
A Pavullo in località Montorso chiusa via Montorso con la borgata Casa Giusta isolata; si circola a senso unico alternato per smottamenti sulle strade comunali via Fontanaccia, via Fondovalle vecchia e via Meriggio tra la chiesa di Montorso e Masana.
















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