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S.Cesario s/P.: cave di ghiaia e tutela del territorio

L’Amministrazione comunale di San Cesario sul Panaro desidera rendere pubbliche alcune considerazioni in merito agli articoli pubblicati nei giorni scorsi da un quotidiano locale, aventi come argomento l’estrazione di ghiaia nel territorio provinciale e in particolare nella valle del fiume Panaro.


In merito all’attività estrattiva, l’azione dell’Amministrazione locale si è svolta e si svolge tuttora nel pieno rispetto della legge, oltre ad andare nella direzio-ne di tutelare l’ambiente e gli interessi economici delle comunità. In sede di definizione del PIAE (Piano Infraregionale Attività Estrattive) valido per il prossimo decennio, infatti, il Comune di San Cesario, così come gli altri inte-ressati alle escavazioni di ghiaia, si è impegnato affinché possano essere previste opere compensative; per garantire un adeguato recupero finale delle cave e più in generale del territorio coinvolto nelle escavazioni congiuntamen-te alle integrazioni e compensazioni degli inevitabili impatti che l’attività com-porta; per una costante e capillare azione di monitoraggio delle attività estrat-tive; per lo spostamento dei frantoi in aree più idonee, allo scopo di tutelare le aree fluviali e il paesaggio in generale.

Il PIAE dà la possibilità di far camminare parallelamente anche il PAE (Piano Attività Estrattive) a valenza Comunale. Il nostro Comune ha già effettuato due passaggi in Consiglio Comunale in cui è stata data l’approvazione a que-sto percorso. A breve ci sarà un ulteriore discussione nella pubblica assem-blea, dopo l’adozione del documento da parte del Consiglio provinciale: a quel punto il Consiglio comunale dovrà pronunciarsi.

Per quanto riguarda San Cesario, la quantità di ghiaia da scavare non sarà imposta dall’esterno, bensì una libera scelta degli amministratori. Resta inteso che prima di ragionare sui quantitativi di materiale da prelevare, si sono poste alcune linee guida, tra cui: l’attività estrattiva dovrà avvenire preferibilmente in zone dove sia già presente; le escavazioni non dovranno interferire con la tutela delle falde acquifere; per buona parte dei quantitativi di ghiaia che sarà scavata, deve corrispondere la chiusura o la delocalizzazione dei frantoi.

L’Amministrazione ha da tempo assunto l’impegno di ridurre i quantitativi di materiale estraibile previsti nell’ultimo piano che corrispondevano a circa 2milioni e 800 mila metri cubi. Buona parte dei quantitativi di ghiaia estratti, serviranno per chiudere due dei frantoi presenti sul fiume, essendo per il terzo già convenzionato lo spostamento nel vigente piano.

Così facendo, in un periodo ipotizzabile di 6-8 anni potremo liberare definitivamente il fiume dalla presenza dei frantoi e renderlo fruibile anche attraverso la sistemazione delle aree fluviali, intervento già previsto al termine delle attuali attività estrattive.

Lavoreremo poi per il recupero ambientale delle cave: o attraverso l’ampliamento di invasi di raccolta dell’acqua ad uso irriguo (come si sta già facendo nel polo 9), o mettendo a disposizione una serie di percorsi ciclo pedonali, interventi sulla viabilità e su altre eventuali opere pubbliche.
Se riusciremo a compiere questo percorso in modo corretto tali impegni, San Cesario non avrà più frantoi a ridosso del fiume, avrà recuperato da un punto di vista ambientale e avrà a disposizione della collettività un patrimonio maggiore di opere pubbliche e ambientali, che non saranno di proprietà dei sindaci, ma ad uso e supporto di tutti i cittadini.

















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