Un importante tema come quello dell’ ex Sipe merita un approfondito esame, questa è la ragione per cui, come Ascom Confcommercio, ci pronunciamo solo dopo che il Consiglio prima e l’Assemblea di ieri sera poi, ci hanno fornito un quadro che ci consente un proficuo confronto con le Associazioni di Categoria e le Istituzioni.
Così si esprime il Presidente Provinciale Ascom Confcommercio Carlo Galassi che prosegue ricordando come l’Assemblea di ieri sia stata un incontro molto partecipato e fortemente preoccupato. Al centro del confronto la consapevolezza di un difficile momento per il commercio e il terziario, con un ristagno dei consumi che dura da anni e una pressione fiscale che ha raggiunto livelli elevatissimi.
L’Assemblea ha analizzato le ipotesi di fattibilità di nuovi insediamenti commerciali pubblici e privati che coprono oltre 60.000 mq nel territorio dell’ Unione terra di castelli, a cui si aggiunge l’intervento già pianificato nel 2004 di 10.000 mq nell’ area ex Sipe.
La nostra prima preoccupazione – dice Galassi – e vogliamo ribadirlo alle Istituzioni, è riqualificare il patrimonio più importante del territorio: le piccole e medie imprese, i centri storici, i cosiddetti centri naturali. Essi rappresentano la vera forza e la vera testimonianza di una presenza il cui servizio non è solo economico, ma rappresenta un patrimonio sociale a favore della collettività. Non è dunque tra i nostri obiettivi aggiungere alla pianificazione commerciale ulteriori dimensionamenti.
L’Assemblea ha espresso preoccupazione per i centri storici, per la loro involuzione sociale, civile e di vivibilità, dovuta anche alla precarietà della sicurezza.
Oggi le piccole imprese – continua Galassi – necessitano di tutela e soprattutto di qualificazione, invitiamo le amministrazioni comunali ad investire risorse per scelte e progetti che diano spessore sviluppo e infrastrutture ai centri storici.
Tornando all’ area ex Sipe – precisa il Presidente Ascom Galassi – l’unica nostra posizione ufficiale, è la nota del 12 ottobre 2007, dove assieme alla Confesercenti abbiamo espresso la nostra netta contrarietà alla realizzazione di un “Parco commerciale” di 28.000 mq che impatterebbe in modo devastante non solo la rete commerciale dell’area vignolese, ma sull’intera provincia e l’assemblea di ieri sera, ha condiviso questo nostro orientamento.
Il nostro appoggio alla delibera del 2004 dimostra che noi siamo per la riqualificazione dell’area ex Sipe, per la realizzazione della Pedemontana, per la realizzazione del Parco scientifico tecnologico, per la realizzazione del parco Fluviale del Panaro e per la eliminazione del vincolo militare.
Siamo convinti che la realizzazione di un’area da destinare al servizio commerciale di prossimità non possa che produrre un impatto dimensionale equilibrato e razionale. Siamo interessati ad approfondire, a questo proposito, le recenti proposte avanzate dalle Altre Associazioni circa lo spostamento della grande superficie commerciale di 5.000 mq prevista a Marano in quest’area.
Ma quello che ci preme di più sottolineare, al di là del dimensionamento, sono due aspetti:
– che le funzioni commerciali destinate siano alternative a quelle del centro storico;
– che l’insediamento debba avvenire favorendo lo sviluppo dell’imprenditoria locale.
Dall’assemblea – dice Galassi – abbiamo avuto mandato di favorire un processo unitario con le altre associazioni del settore al fine di presentare un progetto di qualificazione commerciale di integrazione con lo sviluppo artigianale e produttivo. Poi il Presidente Ascom Confcommercio conclude affermando che l’enfatizzazione in questi ultimi tempi è caduta erroneamente sul settore commerciale, quando noi, come cittadini ed imprenditori, indichiamo nel polo tecnologico e nel risanamento ambientale lo sviluppo qualitativo di quest’area, che in tutti i modi va recuperata per un uso consono agli interessi della collettività.