Cresce ancora il numero delle persone al lavoro in Emilia-Romagna: nel 2007 il tasso di occupazione arriva al 70,3 per cento e colloca la regione al primo posto in Italia e tra le più avanzate in Europa. La disoccupazione scende al 2,9 per cento, percentuale che nel nostro Paese è più bassa solo in Trentino Alto Adige, mentre a livello nazionale il tasso di disoccupazione è al 6,1 per cento. Sono questi i dati che emergono dall’analisi dei dati Istat relativi all’andamento del mercato del lavoro per il 2007.
Rispetto al 2006, l’occupazione regionale registra 35 mila persone in più al lavoro, di cui 14 mila (il 40%) sono donne e 22 mila uomini. In totale in Emilia-Romagna sono occupate 1 milione 953 mila persone, di cui 1 milione e 108 mila sono maschi e 846 mila (il 43,3%) femmine. Il tasso di occupazione, quindi, raggiunge il 70,3%, con gli uomini al 78,4% e le donne al 62,1%.
I disoccupati diminuiscono di 10 mila unità, di cui 6 mila uomini e 4 mila donne; in valori assoluti le persone in cerca di impiego sono 57 mila di cui 34 mila donne (59,6%) e 23 mila uomini. Il tasso di disoccupazione è al 2,9%, ampiamente al di sotto della soglia frizionale, con gli uomini che registrano il 2,1% mentre le donne sono al 3,9%.
“Le condizioni favorevoli del nostro mercato del lavoro fanno dell’Emilia-Romagna una regione fortemente attrattiva – dice l’assessore regionale al Lavoro, Paola Manzini – la popolazione cresce di circa 52 mila residenti. Si tratta per circa la metà di persone provenienti dalle altre regioni del Paese, abbiamo il più alto tasso migratorio di italiani, il 10,4 per mille, mentre per quanto riguarda l’immigrazione straniera siamo in linea con i numeri delle altre regioni del nord-est. Nonostante questa situazione – continua Manzini – la Regione ha ritenuto di attivare politiche attive per contrastare la disoccupazione e la difficoltà di accesso al lavoro stabile di particolari fasce di lavoratori, mettendo a disposizione una platea di incentivi per rafforzare le persone che si trovano in condizione di maggior disagio”.
Il saldo occupazionale positivo è da imputare, per la maggior parte, ai lavoratori dipendenti + 29 mila (83% della crescita) mentre gli indipendenti crescono di 6 mila. L’analisi settoriale mostra la strutturale diminuzione in agricoltura (-5 mila addetti) controbilanciata dall’aumento dell’industria (+18 mila), dove il saldo maschile è + 16 mila, dovuto sia alla crescita delle costruzioni (+11 mila addetti) che all’industria in senso stretto (+7 mila). Forte è la crescita nei servizi (+22 mila) suddivisa fra uomini (+12 mila) e donne (+10 mila).
Il ricorso agli ammortizzatori nel 2007 rispetto al 2006 si è fortemente ridotto sia per la Cassa integrazione ordinaria, che straordinaria, così come nell’edilizia. In contrazione anche il ricorso alla mobilità, nel 2007 ne hanno usufruito 1.133 lavoratori in meno rispetto al 2006.