Sarà inaugurata domani sabato 15 marzo alle ore 16.30, nella Sala Rossa (ex Sala Giunta) del Municipio, la mostra-documentario Trittico: Moro, l’Italia, la coscienza 1978-2008 che il Comune di Reggio Emilia e la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, in collaborazione con Teche Rai e Accademia di studi storici Aldo Moro sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica, promuovono per ricordare Aldo Moro a trent’anni dal suo assassinio.
Ad aprire la mostra, realizzata con il patrocinio del Senato, della Camera dei deputati, della Presidenza del Consiglio dei ministri e della fondazione Corriere della Sera, saranno il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio e Miguel Gotor, ricercatore di Storia moderna all’Università di Torino e curatore del libro Lettere dalla prigionia di Aldo Moro: la raccolta, pubblicata da Einaudi, delle circa cento lettere che lo statista e presidente della Democrazia cristiana scrisse nei giorni del sequestro. Un’edizione accurata e riordinata cronologicamente, che riporta il lettore al quadro storico di quegli anni.
L’esposizione – aperta fino al 30 marzo tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 – consiste in una video-installazione che riproduce, in dimensioni reali, la cella di Moro. Un esperimento forte che rievoca il suo rapimento e l’assassinio per mano delle Brigate rosse, e prova a guardare l’avvenimento dal punto di vista della vittima. La prigione si presenta come un cubo in tela, sulle cui facce vengono proiettati, in continuità, diversi documenti editi e inediti. Lo schermo è composto come un trittico: nella parte centrale passano i telegiornali dei giorni che hanno immediatamente preceduto e seguito il rapimento, accanto è collocata l’immagine di Moro che, animandosi, dà forma ad una ricostruzione più intima e poetica dell’uomo attraverso i filmini amatoriali da lui stesso girati e gentilmente concessi alla Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII dalla famiglia.
Nel video compaiono poi le immagini di altri protagonisti di quei giorni: Paolo VI, Vittorio Bachelet, Giuseppe Dossetti, Roberto Ruffilli e Walter Tobagi che parlano di Moro e del suo ruolo nella storia d’Italia.
La mostra – che negli stessi giorni sarà inaugurata anche a Bari, Bologna, Mestre, Milano, Roma, Siena – assume così i tratti di un saggio video-storico che legge criticamente le innumerevoli fonti, ancora oggi soggetto di analisi spesso sommarie o suggestive, al fine di evocare la visione politica ma anche lo spessore cristiano di Moro, facendo parlare il suo pensiero, condensando i fotogrammi di una vita e il suggestivo countdown di quello che è stato definito l’Olocausto repubblicano.
La mostra, basata su fonti Rai, è un lavoro di Alberto Melloni, Fabio Nardelli, Federico Ruozzi, Francesca Morselli per la Fondazione per le scienze religiose Giovanni XXIII, in collaborazione con Teche Rai, Accademia di Studi storici Aldo Moro. Le musiche sono di Maurice Ravel, Filippo Del Corno. Le esecuzioni di Sentieri selvaggi, Enrico Bernardi.
I materiali video del percorso di mostra saranno proposti anche nello Speciale Tg uno che andrà in onda domenica 16 marzo alle 23.45 su Rai uno nell’ambito della puntata dedicata ad Aldo Moro.