“Il Decreto Ministeriale n.557 del 1999 detta numerose caratteristiche tecniche che devono avere le piste ciclabili, in base alle varie tipologie d’uso previste, oltre che le dimensioni, le forme, i segnali, i materiali. Un progettista dovrebbe studiarsi tali norme e leggersi il codice delle strada ed anche il regolamento di attuazione” – afferma in una nota del Comitato Conto anch’io a Sassuolo -.
“Molte altre caratteristiche bisogna desumerle dalle progettazioni similari, dal buon senso, ma soprattutto dalla sensibilità urbanistica dell’ideatore o del politico. Per qualunque uso bisogna sempre armonizzare con l’intorno specifico il disegno e la realizzazione dell’opera perchè essa possa definirsi compiutamente architettura fruibile. In caso contrario si farebbe forse più un danno agli utenti che un favore ai ciclisti, come si puo’ notare in alcune opere a Sassuolo.
Accanto, perciò, alla larghezza del corpo stradale, alla pendenza massima, al fondo, ai raggi di curvatura, agli incroci, bisogna studiare con attenzione il rapporto con l’ambiente. Sia che si tratti di verde esterno al centro urbano, che di elementi plastici costruiti dall’uomo, sempre è importante fornire un perchè alle scelte progettuali e tali perche’ devono essere razionali. Solo così il successo dell’intervento, sia dal punto di vista politico che dal punto di vista tecnico può essere sicuro e rappresentare la volonta’ dei cittadini.
A Sassuolo per potersi muovere in sicurezza in bici è necessario, più che autorizzare i ciclisti ad andare contromano, realizzare vere piste ciclabili.Ma l’ufficio tecnico comunale ha preferito probabilmente ricorrere alla fantasia politica: invece di costruire piste ciclabili ha semplicemente “tirato una riga e pitturato di verde l’area” sui marciapiedi. Ci chiediamo quanto ha speso il Comune di Sassuolo in vernice, visto che per realizzare le “piste ciclabili” ha utilizzato quintali e quintali di vernice verde (sui marciapiedi) e rossa sulle strade. Ora, non vi è chi non veda la presa in giro in un’amministrazione che per realizzare le piste ciclabili si limita tirare una striscia di vernice su un marciapiede.Immaginiamo che in questo modo (cioè dicendo di aver realizzato tanti Km di piste ciclabili) arrivino maggiori contributi regionali, ma una tale spudoratezza meriterebbe un controllo più attento da parte della Regione stessa”.
“Dunque chiediamo e formuliamo la domanda ai tecnici competenti :”Perchè il comune di Sassuolo continua a spacciare come piste ciclabili dei marciapiedi,pitturati di verde che creano disagi e pericoli sia per i ciclisti che per gli automobilisti quando devono uscire dal cortile e invece dell’asfalto c’è la “pista ciclabile” da attraversare? “
Per essere chiamate ”piste ciclabili” ci sembra che devono rispondere a determinate caratteristiche tecniche ” larghezza, separazione dalla sede stradale individuata da barriere o ostacoli di una determinata altezza posti ad una determinata distanza ecc.”.
Inoltre chiediamo “Le due rotonde ,quasi completate,nel quartiere di Braida sono state costruite a regola d’arte?”
Se si vuole spendere soldi a costruire piste ciclabili bisogna progettarle bene, in maniera che il ciclista sia contento di utilizzarle (o, semplicemente, che non sia scontento..). Perchè se percorrere una pista ciclabile è come fare penitenza, ad esempio per i continui saliscendi, nessuno le usa e non si incentiva nemmeno la diffusione dell’utilizzo della bicicletta – alternativa ecologica e sostenibile negli spostamenti cittadini.
Quindi, se pensiamo che sono in progetto le piste ciclopedonali in viali, che collegheranno finalmente la città alle frazioni, non riusciamo a fare a meno di preoccuparci, perchè potrebbero essere ancora una volta soldi sperperati in opere necessarie, ma che la poco oculata cura nella loro progettazione e realizzazione ne vanifica l’utilità e l’utilizzo”.
(Comitato Conto anch’io a Sassuolo)
