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Legambiente replica alle forze politiche bolognesi sul Passante nord

Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Emilia
Romagna, replica alle dichiarazioni che escono –
sia da destra che da sinistra – nel mondo
politico e istituzionale dopo gli inviti
dell’Unindustria di Bologna a fare squadra per
cementificare altre porzioni di territorio allo
scopo di realizzare altre urbanizzazioni.

“Sembra di essere in una telenovela – ha detto Rambelli – le hanno provate tutte: è stata abbandonata la trasversale di pianura – presente in tutti i piani per oltre trent’anni – per puntare ad una nuova autostrada che allungherebbe di 40 Km il tracciato di attraversamento dell’area bolognese.
Lo si è fatto violentando quanto previsto dal
Piano Regionale dei Trasporti, con l’uso di
procedure attualmente sotto esame da parte della
Procura della Repubblica. Si è spacciata per
soluzione trasportistica una proposta che gli
stessi esperti della Provincia sostengono sia in
grado di spostare dal nodo bolognese meno di un
terzo del traffico autostradale. Tutto questo
allo scopo di rilanciare l’espansione edilizia
verso la pianura quando perfino dal recente
Salone dell’edilizia sono usciti segnali di
tramonto della bolla speculativa. Ora esponenti
locali del Partito Democratico e figure
istituzionali pretendono di mettere il bavaglio a
quanti – tra questi anche autorevoli dirigenti
del PD a livello nazionale – denunciano il
tentativo di incrementare, anzichè diminuire, le
emissioni di gas responsabili del cambiamenti
climatici, per di più sottraendo risorse
destinate dalla finanziaria alle azioni di difesa
del territorio, alle fonti energetiche
rinnovabili, ma anche ai salari, alle pensioni,
alla sicurezza pubblica. Il tutto accade quando è
tuttora in costruzione la terza corsia – con
gravi disagi per tutti – in esecuzione di una
convenzione voluta e sottoscritta dalle stesse
forze che ora dichiarano che questa non servirà e
che, quindi, ci vuole un’altra opera”.
“Pare che la sindrome cementificatoria non
risparmi nessuno (o quasi). Infatti ci sono
perfino deputati della sinistra bolognese (anche
quella detta “radicale”) che – chissà perchè – si
uniscono al coro. Esponenti del centro destra un
tempo fieramente contrari al passante nord che
cercano di usare l’argomento per attaccare il
PD; il vicepresidente della Provincia di Bologna
che – a quanto riferiscono le cronache – ritorna
alla carica – dopo la misera figura fatta con
l’opzione “projet financing Pizzarotti”,
chiedendo all’Unione Europea l’autorizzazione a
violare le direttive che dispongono la gara
europea per opere di questo tipo. Legambiente
chiede perchè si tace che la Commissione su
questo punto si è già pronunciata dicendo di no.
Infatti nella risposta della Commissione alla
lettera inviata da Legambiente (firmatario
l’allora Presidente e legale rappresentante On.
Ermete Realacci) al Commissario Bolkenstein in
data 10 novembre 2003 (n.6216) con sigla markt
D2/SS/ D 82003) 1319 e firmata dal Capo Unità
degli Appalti Pubblici II (P. Brumter) si legge
che “Per quanto riguarda l’affidamento della
realizzazione del “Passante” di Bologna, i
servizi della Commissione hanno richiesto alle
autorità italiane, con lettera del 10 giugno
2003, informazioni sulle modalità attraverso le
quali l’ANAS intende affidare tale opera ed in
particolare, sull’accordo concluso nell’agosto
2002 tra il Ministero delle infrastrutture e dei
Trasporti e gli enti locali interessati, che
ipotizzava l’affidamento diretto dell’intervento
alla società Autostrade. Il caso è stato poi
discusso nel corso di una riunione a Roma nei
giorni 11 e 12 settembre 2003. Nel corso di tale
riunione, le competenti Autorità italiane hanno
dichiarato che non intendono procedere
all’affidamento diretto della realizzazione
dell’opera in questione alla società Autostrade,
inizialmente ipotizzato nel suddetto accordo di
carattere politico, ed hanno chiarito che detto
accordo non è da considerarsi più attuale”. “Solo
in seguito a queste assicurazioni – è ancora il
Presidente Regionale di Legambiente a palare –
l’Unione Europea ha rinunciato allora ad aprire
una procedura di infrazione. Forse il Ministro di
Pietro non lo sa oppure, più semplicemente sta
tentando di sottrarsi alle pressioni gettando la palla altrove”.
















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