domenica, 28 Aprile 2024
13 C
Comune di Sassuolo
HomeAttualita'Convegno Cia Reggio Emilia sulla nuova OCM vino





Convegno Cia Reggio Emilia sulla nuova OCM vino

C’è accordo sugli obiettivi delle nuove regole europee sul mercato del vino (OCM vitivi-nicola), ma le proposte della Commissione europea non convincono del tutto; per questo è necessario che nella fase decisiva della trattativa che sta per avviarsi, il Ministro dell’agricoltura Paolo De Castro possa contare su una posizione chiara ed univoca del “si-stema Italia” di settore, superando anche distinzioni che in questa situazione possono ri-sultare artificiose. E’ la sintesi di quanto emerso dal convegno che la Cia di Reggio Emilia ha tenuto ieri sera (mercoledì 29 agosto) presso la Cantina Albinea-Canali.

Di fronte ad una sala gremita di produttori, nonostante sia in fase d’avvio la vendemmia, si sono confrontati sul tema “Proposta OCM vino, quali scenari e prospettive per la viticoltura reggiana?”, in un dibattito condotto dal direttore Cia Francesco Zambonini, Ivan Bertolini (presidente provinciale dell’Organizzazione agricola), Corrado Casoli (presidente Cantine Coop Riunite), Roberta Rivi (assessore provinciale agricoltura), Tiberio Rabboni (assessore regionale); i loro pareri sono risultati assolutamente convergenti, nel sottolineare luci ed ombre della proposta di normativa europea, che potrebbe cambiare molte cose nel settore del vino.

Nel corso del convegno, sono emerse alcune notizie di attualità: la vendemmia è al via (è già iniziata in collina per le uve bianche) e si annuncia con uve qualitativamente buone, mentre le quantità potrebbero essere in qualche misura ridotte dalla prolungata mancanza d’acqua, in particolare proprio nelle aree collinari. Prime indicazioni anche sui bilanci delle cantine cooperative, in fase di elaborazione: le uve nelle aree di pianura dovrebbero esse-re pagate (la vendemmia è quella 2006) 26/28 Euro per quintale/grado, il “gigante” Riuni-te dovrebbe poter distribuire un 30/40% in più rispetto a questa media. Si tratta di un 10% in più rispetto ai bilanci dello scorso anno, con cifre che consentono un margine di redditività; quindi sulla vitivinicoltura reggiana sembra tornare il sereno.

Ultima notizia d’attualità: rispetto ad alcuni produttori (ce ne sono anche a Reggio per alcune decine di ettari), che hanno acquistato alcuni anni fa “diritti” d’impiantare vigneti in Puglia, poi risultati falsi e per i quali è in corso un procedimento legale, che la Cia reggiana da tempo chiedeva di sanare essendo gli acquirenti in buona fede, Rabboni ha annunciato che come già il Piemonte, anche nella nostra Regione si avvierà una sanatoria temporane-a, assegnando a questi produttori diritti provenienti dalla “riserva” regionale, che però do-vrà prima essere quantificata.

Nel merito della riforma dell’OCM vino, la cui applicazione secondo la formulazione at-tuale potrebbe “costare” parecchio agli operatori del settore, una cifra quantificata in circa 3 Euro per quintale di minori contributi europei, è emerso pieno accordo sull’abolizione dello “zuccheraggio”, non praticato nel nostro Paese come negli altri mediterranei: un’ipotesi che potrebbe favorire l’esportazione di nostri mosti. E’ però un’ipotesi che trova contrari tutti i Paesi del nord ed est europeo; se dovesse essere bocciata, si dovrebbe allo-ra mantenere anche l’aiuto ai mosti, che compensa la differenza tra queste due pratiche e che si prevede di abolire assieme allo zuccheraggio.
In ogni caso, rispetto all’abolizione totale degli aiuti alla distillazione, è emersa una con-trarietà rispetto a quella per le “prestazioni viniche”, vale a dire per la distillazione dei sot-toprodotti: si tratta di una misura che ha consentito di aiutare l’ambiente e nello stesso tempo d’impedire tentazioni ad usare questi sottoprodotti nella produzione, il mantenere questo specifico aiuto è perciò un fattore che aumenta la qualità dei vini ed evita frodi.

Contrarietà anche alla proposta di incentivare l’estirpazione di 200mila ettari di vigneti in Europa per far diminuire la produzione: da quando ci sono i “diritti” d’impianto (vale a dire le “quote” di vigneto), l’Europa ha ridotto la propria produzione, ma essa è aumentata nei nuovi paesi produttori (dall’America all’Oceania); meglio quindi pensare a competere ed impiegare le notevoli somme necessarie ad incentivare gli estirpi per azioni di promo-zione del vino sui mercati extraeuropei e per incentivare le produzioni di qualità. In ogni caso, va evitato che abbiano contributi all’espianto produttori che abbiano beneficiato dei contributi per impiantare i vigneti, cosa quest’ultima che ha consentito negli ultimi anni un notevole rinnovamento delle vigne nel reggiano, e che dovrebbe essere mantenuta con la destinazione a nuovi impianti di una parte consistente della dotazione finanziaria che l’OCM darà al nostro Paese.

Un ulteriore elemento che crea perplessità è il cambiamento delle norme per l’etichettatura dei vini: una proposta che in sostanza si è ritenuto da parte dei relatori, possa portare confusione e danneggiare i vini di qualità.
















Ultime notizie