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Osservatorio subfornitura tecnica 2007: la ripresa è in atto

La ripresa c’è e si vede, ma per proseguire su questa strada, la subfornitura deve sviluppare ulteriormente pluricommittenza e spinta all’internazionalizzazione. Sono queste alcune delle principali indicazioni dell’ Osservatorio 2007 sulla subfornitura tecnica (relativo ai comparti della meccanica, elettromeccanica, elettronica, plastica e gomma), realizzato dallo studio Cesdi di Torino su in campione di 610 imprese di sei regioni (tra cui l’Emilia-Romagna), e presentato oggi alla Camera di commercio di Modena.

Significativa la scelta della città emiliana, dove sono presenti numerose aziende attive nel comparto. “Nella nostra provincia – ha detto Alberto Mantovani, presidente della Camera di commercio – la subfornitura rappresenta un aspetto importante. C’è una rete eccellente che ha cominciato a proporsi all’estero. Si è sviluppata una struttura forte e si è creato un vantaggio competitivo di rilievo da continuare a supportare anche da parte del sistema camerale”.

Dopo la crisi degli anni 2002 e 2003, è ora concreta un’inversione di tendenza: le imprese che hanno potuto realizzare incrementi dell’attività nel 2006 sono state ben il 55,8% e in particolare quelle sopra i 50 addetti. L’ Emilia-Romagna si distingue per altri segnali positivi che testimoniano il superamento della fase difficile: l’ aumento degli ordini (+41,9%) e una forte propensione agli investimenti (51,7%, oltre 7 punti percentuali in più rispetto all’anno precedente).

“Il rapporto 2007 evidenzia una ripresa del mercato- sottolinea Glauco Cavassini, presidente del Comitato Network Subfornitura – La sensazione è che la crisi sia dietro alle spalle e che le imprese abbiano ripreso ad investire, anche se restano difficoltà sul fronte dei ricavi tanto che sono costrette a fare sempre più volumi per non perdere quote a fronte della costante diminuzione del costo unitario delle merci”.

Sul mercato europeo, quello più praticato, nella lista dei paesi che attivano con maggior frequenza rapporti di subfornitura con aziende italiane si collocano Germania (39,3% degli esporatatori) e Francia (35,4%). “La Germania – ha aggiunto Cavassini – sta riprendendo il suo ruolo trainante e questo significa un beneficio generale per gli ordini delle imprese”.

Dall’Osservatorio 2007 emerge che le imprese di subfornitura indirizzano la propria offerta verso un ventaglio di settori, mediamente quattro diversi. Ciascuna impresa tende ad orientare la propria offerta verso un settore di sbocco primario, da cui ricava una quota consistente del proprio giro di affari (in media il 69,1%), percentuale che tendenzialmente si riduce al crescere delle dimensioni aziendali.
L’industria verso la quale si indirizza il maggior numero di subfornitori (28,2%) permane quella automobilistica.
L’aggregato di settori che genera più opportunità è costituito dai produttori di macchinario, a cominciare dalle macchine agricole (23,9%), per movimento terra, utensili, confezionamento e imballaggio e nelle attività di tipo elettromeccanico ed elettronico (in particolare elettrodomestici bianchi e dell’automazione industriale).
Tra gli aspetti che qualificano l’offerta, di particolare rilievo sono un sistema qualità certificato, e, fattore di competitività di crescente importanza, la capacità del subfornitore di fornire al committente servizi diversi dalla semplice esecuzione del compito affidato.

“E’ fondamentale sviluppare la pluricommittenza per migliorare la propria qualità di esecuzione- ha concluso Cavassini “Occorre poi saper fornire al committente un valore aggiunto in inventiva, assistenza, ricerca. Creatività, qualità, un rapporto con il committente che diventa di consulenza e assistenza, e addirittura tende alla partnership: sono queste le parole chiave necessarie per affrontare il futuro”.

Le imprese che collaborano con il committente in fase di progettazione e di sviluppo di varianti del prodotto sono il 36,2% del totale.
Molto della crescita delle pmi subfornitrici dipenderà anche dalla capacità di internazionalizzazione.

I dati dell’osservatorio indicano infatti che nel mercato della subfornitura la quota di fatturato che un subfornitore normalmente realizza con committenti localizzati nella propria regione continua a mantenersi su livelli elevati (72%) e stabili nel tempo. La parte residua del giro d’affari è attivata in larga parte da clienti localizzati in altre regioni italiane (21,1%), mentre, la componente estera si attesta sul 6,9%.

Il Comitato Network Subfornitura che realizza l’indagine annuale sulla subfornitura tecnica, fa riferimento alle Unioni Regionali delle Camere di Commercio di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Basilicata e dal Centro regionale della subfornitura del Friuli-Venezia Giulia) oltre che Cna e Unioncamere nazionali e Ucimu.
















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